Open Arms verso Lampedusa

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E’ previsto domani mattina l’arrivo a Lampedusa della Open Arms, la nave della ong spagnola ferma in mare per 13 giorni, dopo che il Tar ha sospeso il divieto di ingresso nelle acque italiane. Lo riferiscono i media spagnoli. “Siamo a 30 miglia da Lampedusa – aveva scritto nel pomeriggio su Twitter il fondatore della ong, Oscar Camps – Ci avvicineremo ed entreremo nelle acque territoriali italiane”. Poi, in dichiarazioni alla stampa a Madrid, Camps ha anche fatto sapere che sarà chiesta “l’evacuazione media” per tutti i 147 migranti a bordo della nave, a cominciare dai bambini. 
In giornata, il fondatore della Open Arms ha incontrato l’ambasciatore tedesco in Spagna, al quale ha chiesto di “avviare una mediazione” per creare “un asse rafforzato” di tre Paesi per l’accoglienza dei migranti: Germania, Francia e Spagna. Dopo l’incontro con il diplomatico, Camps ha detto che una soluzione è “più vicina”.

“C’è un disegno per tornare indietro ed aprire i porti italiani, per far tornare l’Italia ad essere il campo profughi d’Europa. Ditemi se è normale che una nave Ong spagnola in acque maltesi si rivolga ad un avvocato di un tribunale amministrativo per chiedere di sbarcare sulle nostre coste! Nelle prossime ore firmerò il mio NO perché complice dei trafficanti non voglio essere”, è stato il commento irato del vicepremier Matteo Salvini su Facebook. Mentre il Viminale annuncia che proporrà ricorso urgente al Consiglio di Stato. “Il ministro dell’Interno Matteo Salvini – sottolinea una nota del ministero dell’Interno – è pronto a firmare un nuovo provvedimento di divieto ingresso nelle acque territoriali italiane: la motivazione è che ai fatti citati nel provvedimento sub judice se ne sono aggiunti altri. Per giorni, Open Arms si è infatti trattenuta in acque sar libiche e maltesi, ha anticipato altre operazioni di soccorso e ha fatto sistematica raccolta di persone con l’obiettivo politico di portarle in Italia”.

Nel frattempo due navi della marina militare italiana scortano a distanza la nave di Open Arms, che naviga a 3 nodi verso le acque territoriali italiane. Ieri sera, a quanto si apprende da fonti della Difesa, il ministro della Difesa Elisabetta Trenta, dopo essersi messa in contatto con il tribunale dei minori di Palermo ed essersi accertata delle condizioni dei minori a bordo, aveva dato mandato al Capo di stato maggiore della Difesa Enzo Vecciarelli di ordinare alla Marina militare di spostare nei pressi della Open Arms due navi del dispositivo Mare Sicuro, pronte ad effettuare il trasbordo dei 32 minori. Nelle ultime 24 ore, riferiscono le stesse fonti, il ministro Trenta si era messa in contatto con le altre autorità di governo competenti per arrivare allo sbarco dei 32 minori che si trovano a bordo della nave, da 13 giorni in navigazione in acque internazionali.

La Spagna ha dal canto suo informato la presidenza del Consiglio dei ministri della propria disponibilità a partecipare alla redistribuzione dei migranti della Open Arms una volta sbarcati. Ne dà notizia palazzo Chigi.

TAR – “A seguito del ricorso presentato dai nostri legali – spiega una nota della Ong – presso il TAR del Lazio in data 13 agosto 2019, nel quale facevamo presente la violazione delle norme di Diritto Internazionale del mare in materia di soccorso presenti all’interno del Decreto Sicurezza Bis, lo stesso oggi risponde riconoscendo la suddetta violazione nonché la situazione di eccezionale gravità ed urgenza dovuta alla permanenza protratta in mare dei naufraghi a bordo della nostra nave, e dispone quindi la sospensione del divieto di ingresso in acque territoriali italiane per permettere il soccorso delle persone a bordo”.

“Siamo lieti di constatare come ancora una volta, dopo il Tribunale per i Minori, anche il Tar abbia ritenuto di dover intervenire per tutelare la vita e la dignità delle persone e abbia riconosciuto le ragioni della nostra azione in mare ribadendo la non violabilità delle Convenzioni Internazionali e del Diritto del Mare. Seguendo le indicazioni del Tar dunque, ci dirigiamo verso il porto sicuro più vicino in modo che i diritti delle 147 persone, da 13 giorni sul ponte della nostra nave, vengano garantiti”. Nelle ultime ore, la situazione sulla nave si era fatta sempre più drammatica, con l’imbarcazione in balia di onde e maltempo. a bordo

SBARCHI, SALVINI DICE NO A CONTE – Mentre nessun porto europeo era disposto a farli sbarcare, nella giornata di oggi era arrivato anche l’ennesimo ‘no’ del vicepremier Salvini, che negava l’apertura del porto ai migranti anche dopo la richiesta arrivata dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, relativa anche all’altra nave Ong in difficoltà, la Ocean Viking. Il premier, spiegava Salvini, “mi ha scritto per lo sbarco di alcune centinaia di migranti a bordo di una nave Ong che è in acque straniere. Gli risponderò garbatamente che non si capisce perché debbano sbarcare in Italia“.

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