Vivere in italia

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In economia, non è facile fare delle previsioni serie. Il 2019 terminerà con un costo della vita almeno maggiore del + 0,9 % rispetto all’anno precedente. Sempre che non si “aggiornino” certe gabelle. Iva per prima.

Eppure c’è ancora qualcosa che non c’è chiaro. Oltre agli aumenti “evidenti”, potrebbero “lievitare”anche le imposte indirette che contribuirebbero a falcidiare i nostri redditi da lavoro o da pensione. Ci si sacrificherà ancora per sanare il deficit nazionale. Ma senza riuscirci. I sacrifici, invece, non contribuiranno al rilancio produttivo. Adesso non è più pensabile ridare fiducia all’economia nazionale perseverando nei tagli oggettivamente variegati. Quando si è imboccata una strada come quella che stiamo percorrendo, ogni “sterzata” potrebbe essere peggiore del successivo “sbandamento”. Manca, ancora, una politica di militanza verso le classi meno abbienti che sono la maggioranza del Popolo italiano. La ripresa del Bel Paese dipende da troppe variabili; anche a livello internazionale. Essere in UE è una responsabilità che sarebbe saggio non sottovalutare. Perché l’economia degli Stati membri non riuscirà mai a essere compensata solo da interventi della Banca Centrale che chiederebbe, poi, un conto difficilmente sostenibile.

 L’Italia ha fame e non solo di giustizia. Purtroppo, anche il mutamento delle strategie politiche è una realtà alla quale abbiamo dovuto adeguarci. Ora c’è aria di “crisi”. Non ci sentiamo, però, di fare previsioni. Ma i fatti sono questi. Essere superficiali significherebbe mostrarsi sconsiderati. Il 2019 resta, comunque, di complessa evoluzione. Il superamento reale della crisi potrà avvenire solo col tempo. Dopo il varo di una nuova legge elettorale.

Giorgio Brignola

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