Il Bari inizia bene espugnando Lentini

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Lentini (SR) – Mancava, al Bari, questo tipo di trasferta. Ormai non se ne contano più di trasferte “assurde” che, invero, in serie D son venute a galla in tutto il loro splendore, ma riteniamo che anche in questa categoria ce ne saranno di beckettiane. Eccome. E già dal terreno di gioco, davvero pessimo (credevamo di aver assistito a tutto in serie D, ma dopo aver visto questo terreno abbiamo realizzato che al peggio non c’è mai fine), si è assaggiato un antipasto.

Si diceva che il Bari ha giocato in una di quelle partite assurde a Lentini, cittadina laboriosa ferma prigioniera tra lo iato temporale del moderno e dell’ottocento – primo novecento, lembo di terra della provincia di Siracusa ma con finestra nel catanese in quanto geograficamente più vicina alla città etnea, una cittadina di ventimila anime, tendenzialmente barocca come tutto il siracusano, con lo stradone principale, il “cardo”, oggetto di struscio da parte di ex nobili facoltosi anziani un po’gattopardiani ma anche vagamente rinviabili a situazioni malavogliane di verghiana memoria, e gioventù disparata che, raminga, passeggia scambiandosi pensieri e considerazioni. Un paese generoso dove il pane è un loro must insieme, ovviamente, agli imprescindibili cannoli ed arancini (guai, da ste parti, a pronunciarle “arancine”, si rischia grosso).

Sotto un solleone (un caldo insopportabile!), c’era da riscattare la brutta figura di Avellino e dimostrare che la squadra c’era, era attiva, e lottava insieme a noi, e si voleva dimostrare che si era perduto per una pura casualità, ed una vittoria da queste latitudini, dove l’ha fatta da padrona lo scorso anno, non solo avrebbe ringalluzzito l’ambiente già ai limiti di una ingiustificata ed inopportuna depressione emergente dai social, ma avrebbe dato la spinta ad incrementare gli abbonati che sino ad oggi viaggiavano sulle settemila unità, un numero decisamente inferiore alle aspettative.

Ed il pane locale è stato buono come la prestazione dei biancorossi che, differentemente da Avellino, ha fatto prevalere la sua qualità, pur dimostrando grande capacità di sofferenza, oltre che la sua umiltà, ingredienti necessari a far sua certe gare delle quali, tra l’altro, ne capiteranno tante. L’allenatore biancorosso voleva ferocia in campo perché in settimana aveva visto i suoi molto concentrati e pronti alla “pugna” siciliana e così è stato. Ha funzionato bene il centrocampo con Schiavone in netta ripresa ed un Hamlili imprescindibile che hanno dato quel pizzico di qualità in più, Hamlili il fulcro del reparto capace di gestire la palla e di recuperarla come pochi, una difesa compatta e finalmente, con gli attaccanti che hanno fatto quel che hanno potuto soprattutto nel dare una mano a difesa e centrocampo, laddove occorreva una grossa mano.

La Sicula Leonzio, che aveva già vinto contro la Vibonese in Coppa, ha dimostrato di essere già in palla, non una squadra rognosa, ma una squadra che ha giocato fluidamente dimostrando di essere in forma campionato.

Col centrocampo contato a causa delle indisponibilità di Feola, ormai vicinissimo al Casarano, e Folorushno per un infortunio che, con ogni probabilità, lo terrà fermo per un mese, Cornacchini ha mandato in campo un quartetto, se vogliamo, forzato con Kupisz, Scavone, Hamili e Terrani, con Frattali in porta, Berra, Di Cesare, Sabbione e Costa dietro in difesa, mentre in attacco, Ferrari è stato scelto come partner di Antenucci. Dunque Cornacchni ha ribadito il 4-4-2.

In un ambiente caldo non solo per i 35 gradi segnalati, ma anche per l’ambiente, il primo tempo è solo in parte di marca barese perché è vero che la squadra di Cornacchini ha prodotto di più (una traversa di Ferrari, di testa, al 5’), attaccando la profondità, facendo pressing alto e rendendosi pericoloso in avanti mostrando un approccio positivo alla gara, tra l’altro è riuscito ad andare in vantaggio, dopo aver cambiato modulo passando al 4-3-1-2 con Terrani dietro le punte, su rigore concesso dall’arbitro per un atterramento di Terrani e realizzato con freddezza da Antenucci, ma è altrettanto vero che la Sicula non è stata a guardare pur risultando inefficace. Poche, infatti, le occasioni annotate sul taccuino per la Sicula Leonzio, il solo Scardina ha provato di testa la cui palla è terminata di poco al lato ma poi ha imperato il duo difensivo Di Cesare e Sabbione, così come a centrocampo hanno giganteggiato, come detto prima, Hamlili e Scavone. Bene l’attacco con Ferrari che si è sacrificato e Antenucci con Kupisz che hanno fatto quello che hanno potuto al cospetto di una difesa attenta e solida. Sul finale un’occasione per i siciliani con Sabatino che da fuori area ha sferrato un tiro pericoloso dove Berra si è letteralmente immolato a Frattali battuto.

Il secondo tempo è una vera e propria battaglia sia sul campo che sui nervi, grande sofferenza per il Bari che subisce il forcing della Sicula Leonzio che riesce ad andare vicino al pareggio in almeno quattro occasioni per le quali un super Frattali dice no elevandosi al migliore in campo. Si soffre maledettamente ed il Bari si affida solo a qualche ripartenza lasciando a Di Cesare ed Hamlili la croce del contenimento, davvero insuperabili i due oggi. Ma alla fine, come nelle fiabe, dopo varie sostituzioni da una parte e da un’altra, è D’Ursi, subentrato ad Antenucci a siglare il secondo gol, quello della vittoria.

Cornacchini a fine gara ha confermato che  è stata una battaglia e che gli è piaciuta la capacità di soffrire in campo, sofferenze – ha detto – che troverà sicuramente durante il cammino. Una squadra concreta per lui che ha meritato di vincere nonostante la buona gara della Sicula.

Insomma, un inizio di torneo positivo che cancella di netto la prestazione in Irpinia e che lancia un messaggio al torneo tutto: il Bari c’è. Tutti avvisati.

 

Massimo Longo

 

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