Alle 9,30 di questo memorabile 29 agosto del 2019, il prof. Giuseppe Conte, entra a colloquio col Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, dal quale riceverà l’incarico di formare il governo per portare a compimento naturale questa legislatura.
Ieri, il secondo giro di consultazioni ed al termine l’annuncio stringato della convocazione di Conte al Colle dal Presidente Mattarella per l’evidente conferimento dell’incarico di Premier.
Si continua con decisione e seria tempestività, come la gravità dei problemi economici e sociali del Paese impone, a tenere ben presente che non c’è tempo da perdere e la recessione, che incombe, non consente di tergiversare (siamo, tra i paesi del G7, quello a peggior crescita secondo l’Ocse).
Il Presidente Mattarella è stato fermo nell’imporre e dettare il calendario a dispetto di un parlamento dove il rispetto della Costituzione sembra non essere proprio tenuto in alcuna considerazione. La minaccia di scendere in piazza (del pesce? viene spontaneo domandarsi? lo stile è quello!!!) non è tranquillizzante.
Tutto bene dunque? Per nulla. Il Clima del Paese, e francamente non lo ritenevo possibile, sembra ulteriormente peggiorato.
Che dopo tutto quello che si era fatto e detto, dopo essersi mostrati arroganti e spregiudicati dal Russia gate con un Parlamento ignorato, disprezzato ed umiliato dal Ministro dell’Interno, alla pagliacciata del “Voglio essere processato per aver difeso i confini dell’Italia” al “se mi fate processare cade il governo” (ed è stato l’inizio della caduta di consenso dei 5 Stelle) oggi che il livore del blocco delle testate sovraniste del nord scarichi sull’opinione pubblica tonnellate di altro veleno era impensabile.
Il colpaccio che si preparavano a fare le regioni separatiste, in primis la Lombardia, ovviamente a danno del Meridione, da sempre considerata terra di conquista, non è andato in porto. Salvini ha scambiato le orde osannanti del Papete per consenso reale. Le regole invece ci sono e c’è chi le fa rispettare. Non tutti i poliziotti sono, infatti, come quelli della scorta del Signor Ministro, che si sono comportati in modo inqualificabile. Lo dice Gabrieli, il capo della Polizia, non io!. Ed esattamente stigmatizza il comportamento grave nell’aver impedito al giornalista di Repubblica di fare il proprio lavoro, informando, non certo della sciocchezza del figlio del Ministro sulla moto d’acqua della Polizia, che irregolarità è, non c’è dubbio, ma certamente veniale, soprattutto paragonata alla violazione di un diritto di rango costituzionale come quello dell’informazione.
E però, proprio a proposito d’informazione il problema oggi viene fuori forte e chiaro in tutta la sua virulenza. Il colpo dell’autonomia fiscale differenziata non è andato il porto. Sarà un danno collaterale della chiusura dei porti?
Temo però che ci si sia scordati, cari amici, Colleghi Giornalisti del ricco nord, che sulla pelle del sud e della sua gente, laboriosa, costretta ad emigrare, a subire la sistematica predazione da parte dei furbi organizzati, che sono da sempre le rimesse dei migranti quelle che hanno salvato l’economia del nostro Paese. Già perchè di banche al sud non ce ne sono più. Il denaro al nord costa assai meno, le strutture esistono e sono efficienti. La distanza dai mercati ricchi incolmabile. La famelica burocrazia e la malavità organizzata, quella politica in primis, fanno il resto.
Per carità Genova merita tutta l’attenzione e la solidarietà per una immane tragedia che doveva essere evitata ma Amatrice e l’Abruzzo sono pure ITALIA! VERGOGNATEVI! Sono tre anni che vengono ignorati, per quei nostri fratelli non c’è Giustizia, solidarietà. NULLA
ORA BASTA.
Gianvito Pugliese caporedattore centrale