Le vespe samurai sono una soluzione “sicura” contro l’invasione delle cimici asiatiche?

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Quelli che dovrebbero essere soldati perfetti per difendere mele, pere, kiwi e nocciole possono trasformarsi in nemici del nostro ecosistema? il parere di un esperto

Le vespe samurai (Trissolcus japonicus) sono pronte a risolvere il problema delle cimici asiatiche (Halyomorpha halys), vero flagello delle coltivazioni ortofrutticole italiane – soprattutto del Nord. Tutti gli altri strumenti (compresi quelli chimici) per contrastare questo temibile insetto – diffusosi grazie alla sua polifagia e all’aumento globale  delle temperature – si sono rivelati inefficaci.

Ma si tratta di una strategia “sicura”?  Oppure quelli che dovrebbero essere soldati perfetti per difendere mele, pere, kiwi e nocciole possono trasformarsi in nemici del nostro ecosistema?

Una questione di “lotta biologica classica”

“Questo è un caso classico di ‘lotta biologica classica’ – riferisce il parassitologo del Crea Pio Federico Roversi. La cimice asiatica ha rotto un equilibro, originando un problema di ecologia applicata. La strada in cui bisogna impegnarsi è quella di ricostruire questo equilibrio, quindi trovare un fattore di controllo (la vespa samurai) ed elaborare un’analisi di rischio”.

cimice asiatica vespa samurai 
Crea / Agi
Adulti di vespa samurai attaccano le uova della cimice asiatica

Originaria della Cina e appartenente all’ordine degli Imenotteri, la vespa samurai è ora allevata a Firenze da ricercatori del Crea (il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria). L’insetto, poco più grande di 1 millimetro, è antagonista naturale della cimice asiatica (una specie in grado di deporre oltre 600 uova l’anno) nella sua area di origine. Negli ecosistemi in cui è presente, la vespa accorpa le sue uova a quelle della cimice, contenendone la riproduzione e quindi i potenziali danni alle coltivazioni. “Ritengo l’utilizzo della Trissolcus japonicus – come fattore di controllo per contenere la proliferazione della cimice – uno strumento ecologicamente corretto ed efficace”.

Gli amici e i nemici naturali della cimice asiatica

Dalle indagini effettuate nell’estate del 2018 dal Servizio fitosanitario regione del Friuli-Venezia-Giulia è stata individuata un’altra specie parassitoide (però poco diffusa) che potrebbe essere utile a contrastare l’avanzata dell’insetto: il Trissolcus mitsukurii. I due ceppi di antagonisti naturali (Trissolcus japonicus e Trissolcus mistukurii) sono allevati nei laboratori del CREA di Firenze.

“Al contrario della vespa samurai – ha detto Roversi – vi sono in natura degli imenotteri, come l’anastatus bifasciatus, che si comportano da iperparassidoidi, cioè uccidono i nemici naturali della cimice asiatica. E quindi favoriscono una propagazione di quest’ultima. Per questo è importante condurre delle analisi di impatto ambientali in grado di produrre attività di lotta biologica”.

I danni della cimice asiatica

In agosto Coldiretti (la maggiore associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura italiana) aveva parlato di “emergenza nazionale”,  costatando gli ingenti danni lasciati dalla cimice asiatica sulle coltivazioni ortofrutticole del Settentrione.

Il Veneto ha registrato perdite nella produzione di pere, mele, pesche e kiwi  per un valore di 100 milioni di euro. Parallelamente, in alcune zone del Friuli Venezia Giulia è andato perso il 100% del raccolto di mele e pere. In Lombardia l’insetto ha attaccato anche mais e soia, e messo a repentaglio la raccolta delle nocciole in Piemonte.

Coldiretti ha stimato un danno complessivo di circa 250 milioni di euro (senza considerare le ricadute sul settore industriale). Diminuita la produzione di frutta, in aggiunta, si è abbassata anche la richiesta di manodopera per la raccolta e trasformazione del prodotto.

L’attività del Crea

Il Senato, lo scorso 12 giugno, aveva impegnato il Governo a fornire con tempestività una valutazione sui rischi ambientali conseguenti all’introduzione della vespa samurai a contrasto della cimice asiatica.

Il Crea – su impulso del MIPAAFT (il Ministero delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo) – dal 2019 conduce una valutazione riguardo l’impatto ambientale che comporta l’uso di antagonisti naturali.

“Stiamo completando un dossier per stabilire il livello di rischio dell’azione della vespa sull’ecosistema. A nostro avviso, non è alto. Si tratta di un insetto che non attacca altri simili, ad eccezione della cimice” – ha detto Roversi.

Via libera per la vespa samurai

La Coldiretti questa mattina ha dato il via libera all’utilizzo della vespa samurai. Si tratta di una decisione presa con l’entrata in vigore, in Gazzetta Ufficiale, del decreto 5 luglio 2019 n. 102 che legalizza l’immissione sul territorio italiano di specie e popolazioni non autoctone capaci di contrastare la diffusione di insetti alieni come la cimice   A renderlo noto – al Salone internazionale del biologico e del naturale (SANA) –  è stato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. Sempre Prandini ha poi chiesto un incontro con il ministro dell’Ambiente Sergio Costa che dovrà autorizzare l’immissione in natura delle vespe su richiesta delle regioni.

In attesa dell’arrivo sui campi del Trissolcus japonicus, la resistenza vegetale del mondo rurale continua a muoversi attraverso protezioni fisiche, come le reti con cui coprire le piantagioni.

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