Alla Leopolda Renzi è pronto a voltare pagina: ecco i 9 precedenti

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Per voltare pagina l’ex premier sceglie ancora una volta la kermesse fiorentina, che sin dal 2010 ha segnato i passi delle sue decisioni politiche: questa volta in ballo c’è l’uscita dal suo partito

 

Alessandro Serrano’ / AGF
Matteo Renzi

Per voltare pagina Matteo Renzi sceglie ancora una volta la Leopolda. Così come fatto dal 2010 ad oggi, l’ex leader dem fa fermata alla storica stazione di Firenze prima di prendere la rincorsa verso un nuovo progetto. E questa volta in ballo c’è l’uscita dal suo partito e la creazione di un gruppo autonomo alla Camera e di una componente renziana nel gruppo Misto del Senato, antipasto del lancio di un movimento di stampo macroniano.

PROSSIMA FERMATA ITALIA

La prima volta di Renzi alla Leopolda, nel 2010, rappresenta una scarica elettrica per un partito nato solo tre anni prima ma che appare già ‘stanco’. Il titolo scelto per il debutto è “Prossima fermata Italia”, che gioca sul concetto di stazione mettendo al centro il Paese.

Ma l’effetto si fa sentire soprattutto sul partito: è infatti la certificazione della “rottamazione” con cui Renzi e Pippo Civati – poi allontanatosi dal sindaco di Firenze – puntano l’accento necessità di un forte cambio di classe dirigente nel partito. Da quel momento inizia la battaglia interna al partito tra renziani e dirigenti del calibro di D’Alema, Bersani, Bindi, Fassino.  

BIG BANG

L’anno successivo è la volta del Big Bang: il nome della seconda edizione riprendeva il concetto del rinnovamento radicale, dell’esplosione che mette in moto una nuova nascita. Il bersaglio è il Pd del segretario Pier Luigi Bersani e dalla seconda edizione della Leopolda arriva forte l’appello a superare l’automatismo del segretario-candidato premier a favore delle primarie per la premiership. Cosa che puntualmente avvenne: l’anno successivo fu proprio Renzi a sfidare Pier Luigi Bersani per la carica di candidato alla presidenza del Consiglio.

VIVA L’ITALIA VIVA

Nel 2012 la kermesse renziana, con lo slogan Viva l’Italia viva, si svolge in piena campagna elettorale per le primarie di coalizione: Matteo Renzi sfida Pier Luigi Bersani, ma ne esce sconfitto. Getta comunque il seme per la rivincita che arriverà l’anno successivo con le primarie del Pd vinte contro Gianni Cuperlo.

DIAMO UN NOME AL FUTURO

Anche la quarta Leopolda, nel 2013, si svolge durante la campagna elettorale per le primarie del Pd. Lo sfidante è Gianni Cuperlo e Matteo Renzi sente di avere la vittoria in pugno, dopo che Bersani ha fallito il tentativo di mettere in piedi il governo. Presidente del consiglio è diventato Enrico Letta, sostenuto da una maggioranza di grandi intese. E proprio dalla Leopolda 2013 Renzi comincia a ‘spararè sul premier fino al famoso tweet “Enrico stai sereno” e l’avvicendamento a Palazzo Chigi.

IL FUTURO È SOLO L’INIZIO

L’edizione del 2014 è la prima “di governo” per Renzi che, dopo essere diventato segretario dem, conquista anche il partito. Ma lungi dall’abbracciare toni più soft, il rottamatore mette nel mirino sindacati e sinistra dem che, mentre la Leopolda è in corso, partecipa alle manifestazioni della Cgil. “L’articolo 18 è come il gettone per l’Iphone”, dice tra le altre cose Renzi. Di lì a poco, il Jobs Act segna prima la spaccatura politica, poi la vera e propria scissione dei bersaniani dal Pd.

TERRA DEGLI UOMINI

La sesta edizione si è svolge dall’11 al 13 dicembre 2015. Renzi ha il vento in poppa e lancia il progetto di “mille Leopolda in tuta Italia” per sostenere il referendum costituzionale. Ma per l’ex rottamatore, che dal palco rivendica i risultati del suo governo, è anche la Leopolda delle proteste dei truffati dalle banche un tema che avrà un impatto anche sul referendum costituzionale e sulle elezioni politiche del 2018.

E ADESSO IL FUTURO

La Leopolda 2016 è segnata dal Sì e No del quesito referendario sulla riforma della Costituzione. Riforma con la quale Renzi si gioca il futuro a Palazzo Chigi e alla guida del Pd. Il premier in carica ha personalizzato la campagna referendaria, la sinistra del partito lavora per il No. Un mese più tardi Renzi, sconfitto, si dimette da Palazzo Chigi.

IN/CONTRO

L’ottava edizione dal 24 al 26 novembre 2017: i toni sono diversi. Con l’uscita dei bersaniani dal partito, Renzi si può concentrare sul fronte esterno, sul M5s che è l’avversario da battere alle politiche del marzo 2018. Punta tutto sul tema europeista, ancora una volta si mette in gioco in prima persona e ancora una volta gli risulterà fatale.

RITORNO AL FUTURO

Ritorno al Futuro significa ritorno alla Leopolda di Lotta e Matteo Renzi lancia i suoi comitati civici. Nelle intenzioni dell’ex segretario si tratta del germe di un nuovo movimento, simile per ispirazione a En Marche. Quasi un anno piu’ tardi, la crisi di governo e la nascita del Conte II – alla quale darà un contributo decisivo dando disco verde all’accordo Pd-M5s – lo porterà a cambiare i suoi programmi. Tra un mese, alla Leopolda 10, Renzi potrebbe scrivere l’incipit di una nuova pagina per sé e per il Partito Democratico. 

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