Le carezze di Dio senza virgolette

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Cercavo su Google il mio articolo «Le “carezze” di Dio e le “carezze” del diavolo», e mi capita sotto gli occhi un articolo su “Toscana Oggi” del 6 dicembre 2016: “«Chi non conosce le carezze del Signore non conosce la dottrina cristiana. Chi non si lascia carezzare dal Signore è perduto!». Così Papa Francesco, nell’omelia della Messa celebrata questa mattina a Santa Marta”.

Il Papa parlava delle carezze di Dio, senza virgolette, vale a dire delle carezze vere, non delle bastonate, dei dolori, delle croci. Aveva già parlato, papa Francesco, delle carezze di Dio, in un’omelia sempre a Santa Marta, qualche anno prima, precisamente nel novembre del 2013. “Affidiamoci a Dio come un bambino si affida alle mani del suo papà”, ebbe a dire. Ed un bambino, si sa, dalle mani di un padre buono e normale, da un padre, insomma, non si aspetta tormenti ma carezze.

Disse ancora: “Pensiamo alle mani di Gesù, quando toccava gli ammalati e lì guariva… Sono le mani di Dio: ci guariscono! Io non mi immagino Dio dandoci uno schiaffo! Non me lo immagino. Rimproverandoci, sì me lo immagino, perché lo fa. Ma mai, mai, ci ferisce. Mai! Ci accarezza. Anche quando deve rimproverarci lo fa con una carezza, perché è Padre”. Parole dolcissime, parole cristiane.

Mi piacerebbe chiedere al Papa che cosa bisogna pensare delle cantonate evangeliche di certi strani santi, i quali immaginavano un dio che dà schiaffi, che bastona, che tormenta, che mette in croce. Chiedergli se conosceva la dottrina Padre Pio quando diceva: “Ringrazia e bacia dolcemente la mano di Dio che ti percuote”. Se conosceva la dottrina Madre Teresa di Calcutta, quando diceva: “Le nostre sofferenze sono le carezze gentili di Dio”. Se conosceva la dottrina San Francesco quando disse: «Ti ringrazio, mio Signore per tutti questi dolori; ti prego di darmene cento volte di più, se così ti piace», sempre che sia storicamente vero ciò che narrava Bonaventura da Bagnoregio. Mi piacerebbe chiedere al Papa se il suo Dio giusto e buono che non dà schiaffi, è lo stesso Dio che secondo alcuni “accarezzerebbe” bambini con botte da orbi. Oppure” accarezzerebbe” solo gli adulti?

Ma perché questa assurda credenza in un Dio che bastona, che tormenta innocenti? Il motivo è che alcuni cristiani non si rassegnano ad avere domande senza  risposta.  Una domanda senza spiegazione li sgomenta, li disorienta, rischia di far perdere loro la fede. Per stare tranquilli, per credere, hanno bisogno di risposte certe. Il mistero della sofferenza del giusto, dell’innocente, non deve essere un mistero. Ed ecco: si trasforma il dolore del mondo, il proprio dolore (che implica un’altra domanda: perché è toccato proprio a me?) in un bene, in una particolare grazia divina, in una “gentile carezza di Dio”.

E che male c’è in questa credenza? Il male è che la persona persuasa che un grave malanno sia una gentile carezza di Dio, può essere indotta a non alleviare o a non eliminare sia la propria sofferenza sia la sofferenza altrui.

Renato Pierri

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