Alla Camera il primo si per il taglio dei parlamentari

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Alla Camera il primo si’ per la quarta lettura della riforma costituzionale per il taglio dei parlamentari. A favore hanno votato i partiti della maggioranza, contro Fi (presente con un solo deputato) e +Europa. Assenti i rappresentanti di Lega e Fdi. E’ stato votato il mandato al nuovo relatore, Brescia del M5s, che e’ anche presidente della commissione. Il testo e’ atteso in Aula il 7 ottobre. 

Via libera da parte della commissione Affari costituzionali di Montecitorio alla proposta di legge costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari. La commissione ha votato il mandato al relatore, Giuseppe Brescia, del Movimento cinque stelle. Il provvedimento arrivera’ nell’Aula della Camera lunedi’ prossimo 7 ottobre e, a seguire, ci sara’ il quarto ed ultimo voto sul testo.

Un accordo di maggioranza sulle ulteriori riforme costituzionali e sulle modifiche dei regolamenti di Camera e Senato necessarie per garantire la rappresentanza territoriale che il taglio del numero dei parlamentari caro a M5s distorce. È la richiesta con cui Pd e Leu hanno accompagnato in commissione Affari costituzionali di Montecitorio il proprio voto favorevole – nei passaggi precedenti avevano sempre votato contro – alla legge costituzionale che riduce a 200 i senatori e a 400 i deputati. L’accordo deve essere sancito entro martedì prossimo, giorno in cui è atteso il via libera definitivo dell’aula della Camera.

“Abbiamo coronato questo voto del Pd – ha spiegato il dem Emanuele Fiano al termine dei lavori della Commissione – con considerazioni che fanno parte dell’accordo di governo. Chiediamo significative modiche dei regolamenti delle Camere oltre che integrazioni Costituzionali per correggere alcuni effetti che il taglio dei parlamentari porta come conseguenza sia sull’efficacia della rappresentanza politica e territoriale sia nel funzionamento delle camere. Abbiamo chiesto di scrivere ai presidenti delle Camere per avviare una sessione straordinaria di lavoro nelle giunte per il regolamento affinché si affronti celermente la questione”. Quanto alle ulteriori modifiche costituzionali, potrebbero essere introdotte, secondo il Pd e Leu, nella riforma dell’elettorato attivo all’esame del Senato. I punti della Carta che vanno cambiati li spiega il dem Stefano Ceccanti: “Deve cambiare la platea degli elettori del presidente della Repubblica.

Diminuendo il numero dei parlamentari deve diminuire anche quello dei delegati regionali; va superata la base regionale con cui è eletto il Senato; va stabilita la presenza dei presidenti di regione in Senato con diritto di voto quando si votano leggi sull’autonomia differenziata; inoltre va valutata la possibilità di convocare il Parlamento in seduta comune per dare la fiducia iniziale al governo e per votare (anche qui una novità assoluta, ndr) la sfiducia costruttiva”. “Il mio – ha detto Federico Fornaro, capogruppo di Leu – è stato un voto tecnico favorevole al mandato al relatore perché rispettiamo i patti ma il programma di governo dice che l’approvazione definitiva del taglio degli eletti deve essere accompagnata contestualmente da un percorso: prima del voto definitivo di martedì deve essere rispettato il programma. C’è una oggettiva distorsione della rappresentanza politica al Senato, va posto rimedio con la modifica della base di elezione del Senato da regionale a pluriregionale o addirittura circoscrizionale”. Il presidente della commissione Affari Costituzionali della Camera, Giuseppe Brescia (M5s), ha “rassicurato rispetto a tutte queste richieste. Le abbiamo accolte in una sede istituzionale. Invierò una richiesta a Fico per avviare un lavoro in giunta e contestualmente cerdo vada fatto anche al Senato”. Brescia ha quindi spiegato che durante la seduta di oggi il Pd ha contestato la figura di Igor Iezzi (Lega) come relatore insieme alla pentastellata Anna Macina e ha deciso dunque di avocare a sé il compito di riferire in aula sul taglio degli eletti. “Non c’è alcuna chiarezza su quali siano i rimedi ai problemi di rappresentatività territoriale che anche il Pd riconosce. M5s continua a sbandierare un taglio dei costi tutto da verificare. Questa legge è una becera concessione all’antiparlamentarismo”, ha detto Riccardo Magi, deputato di Più Europa, che ha votato contro insieme a Fi. 

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