Taglio parlamentari, Tabacci: “Non mi rassegno all’idea di un sinedrio più ristretto”

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Taglio parlamentari, Tabacci: “Il valore della democrazia non può essere conteggiato sul risparmio, altrimenti quando c’è uno solo che comanda si risparmia di più. Non mi rassegno all’idea che si passi da una finta battaglia alla casta ad un sinedrio ancora più ristretto. Qualche decennio fa nessuno si sarebbe posto il problema se Moro, Berlinguer e Almirante fossero dei pigia bottoni. Nella Prima Repubblica il collegamento tra elettore ed eletto era fortissima, dalla seconda Repubblica in poi questa cosa si è via via slabbrata. Con partiti sempre più personali, il rapporto profondo con i cittadini è venuto meno

Bruno Tabacci, deputato di Centro democratico, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano. 

Sul taglio dei parlamentari. “Il problema non è il taglio in sé, il problema è la coerenza dell’impianto costituzionale –ha affermato Tabacci-. Il valore della democrazia non può essere conteggiato sul risparmio, altrimenti quando c’è uno solo che comanda si risparmia di più. Il punto è se si crede alla democrazia parlamentare oppure no. Io vedo che ci sono pulsioni sul punto specifico. Non mi rassegno all’idea che si passi da una finta battaglia alla casta ad un sinedrio ancora più ristretto. Questo taglio riduce la rappresentanza. Germania, Inghilterra e Francia hanno una presenza parlamentare rispetto al numero di cittadini che è superiore in confronto a quella a cui stiamo andando noi. Qualche decennio fa nessuno si sarebbe posto il problema se Moro, Berlinguer e Almirante fossero dei pigia bottoni. Nella Prima Repubblica il collegamento tra elettore ed eletto era fortissima, dalla seconda Repubblica in poi questa cosa si è via via slabbrata e c’è stata una rappresentanza parlamentare sempre meno qualificata. Con partiti sempre più personali, il rapporto profondo con i cittadini è venuto meno. I partiti così sono lontani dalla gente perché rispondono all’uomo solo al comando, che non sono Fausto Coppi, sono un po’ arruffoni. Ora le leggi le fa il governo non le fa più il parlamento, il parlamento esegue. Il controllo parlamentare si è ridotto nel corso di questi anni. E’ normale che la gente si allontani, basti guardare la partecipazione dei cittadini alle urne. Siamo passati dal 92% del 1948 al 72% di partecipazione degli elettori”.

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