Il mostro di Nantes

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Si credeva fosse a Glasgow, ma non è così. Xavier Dupont de Ligonnes, l’uomo più ricercato di Francia, è ancora a piede libero 

Per qualche ora, in molti lo hanno sperato che fosse finalmente finito in manette il ‘mostro di Nantes’. Ma non era così. Non era Xavier Dupont de Ligonnes, il fuggitivo più famoso di Francia, l’uomo arrestato all’aeroporto di Glasgow venerdì sera dopo una soffiata anonima: non era il padre sparito 8 anni fa e da allora ricercato per lo sterminio a Nantes della sua famiglia. Ha parlato il Dna, confermando i dubbi degli inquirenti che avevano indotto anche gli investigatori ad invitare alla prudenza. Dupont, 58 anni, noto come il mostro di Nantes, è ancora ricercato.

Sin da subito, l’uomo arrestato a Glasgow aveva dato diverse generalità dicendo di non aver legami con Xavier. È stata la polizia di frontiera scozzese a prendere le impronte digitali: per loro l’uomo arrestato era Xavier. Gli investigatori hanno anche perquisito un’abitazione a Limay, vicino Parigi, il cui indirizzo appariva sul passaporto dell’arrestato e si è subito rafforzata l’ipotesi che gli agenti avessero sbagliato persona.

La casa appartiene a un 70enne, Guy Joao, sposato da anni con una scozzese. “È impossibile che sia lui”, ha detto un vicino di casa, un pensionato 75enne, “lo conosco da anni: gli hanno rubato i documenti dalla borsa all’aeroporto parigino Charles de Gaulle, nel 2014”. Poi sono arrivati due agenti francesi a Glasgow e, grazie al test del Dna, hanno definitivamente sgombrato i dubbi.

Xavier Dupont de Ligonnès fu visto per l’ultima volta il 14 aprile 2011, mentre ritirava del denaro ad un bancomat, a Roquebrune-sur-Argens, vicino alla Costa Azzurra. Il giorno dopo lasciò l’albergo in cui alloggiava con una custodia per armi sulle spalle. Ed è sparito nel nulla.

Sette giorni dopo, gli inquirenti scoprirono i cadaveri nella casa di famiglia a Nantes. Le autopsie rivelarono che tutte le vittime, la moglie e quattro ragazzi tra i 13 e i 21 anni, erano state uccise con due colpi d’arma da fuoco nel sonno, e prima erano state sedate con un potente sonnifero. Erano morti probabilmente tra il 3 e il 5 aprile. L’uomo aveva anche saldato le rette scolastiche dei ragazzi e inviato una lettera collettiva ai parenti inventando una specie di “spy story”: nella missiva, affermava che lui e la famiglia dovevano partire precipitosamente per gli Usa per rientrare in un programma di protezione di testimoni. In questo modo, aveva potuto guadagnare tempo e fuggire.

La vicenda di Xavier Dupont de Ligonnès, indebitato fino al collo a causa di cattivi investimenti e discendente di famiglia nobile, da anni appassiona la Francia. Ad un certo punto delle indagini gli investigatori ne hanno anche ipotizzato il suicidio. La rocambolesca vicenda di ieri riapre il caso, ma del ‘mostro di Nantes’ non si hanno notizie. 

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