Sinodo apre ai preti sposati. Ora la parola finale spetta a Francesco

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Nel documento finale si sollecita anche il diaconato femminile, ma su questo punto si attendono gli esisti della Commissione di studio creata dal Papa nel 2016

 

La parola finale spetta a Papa Francesco che si è augurato “prima della fine dell’anno” di scrivere l’Esortazione post-sinodale, ma dal documento finale del Sinodo per la regione Panamazzonica già emerge che si apre uno spiraglio per i preti sposati (ordinazione sacerdotale di diaconi sposati) e si sollecita il diaconato femminile, anche se su questo punto si attendono gli esiti della Commissione di studio, creato ad hoc da Papa Francesco nel 2016.

E proprio questi due temi sono stati quelli più discussi durante le consultazioni. Sono stati i due paragrafi (su 120 che hanno ottenuto comunque tutti i due terzi utili per il ‘placet’) con il maggior numero di ‘non placet’. Quello a cui si fa riferimento al sacerdozio per i diaconi sposati ha ottenuto 128 placet e 41 non placet e quello in cui si fa riferimento al diaconato femminile che ha ottenuto 137 placet e 30 non placet.

I temi ecologici affrontati nel testo

Nel testo però spazio ai peccati “ecologici” e a un rito amazzonico, studiandone “l’elaborazione”. Sui peccati ecologici si è proposto di definirli “come un’azione o un’omissione contro Dio, contro il prossimo, la comunità e l’ambiente” e si propone anche di “creare ministeri speciali per la cura della ‘casa comune’ e la promozione dell’ecologia integrale a livello parrocchiale e in ogni giurisdizione ecclesiastica, che abbiano tra le loro funzioni la cura del territorio e delle acque, nonché la promozione dell’enciclica Laudato sì”.

Inoltre “come modo per riparare il debito ecologico che i paesi hanno con l’Amazzonia” si propone “la creazione di un fondo mondiale per coprire parte dei bilanci delle comunità presenti in Amazzonia che promuovono il loro sviluppo integrale e autosostenibile e, quindi, anche per proteggerle dal desiderio predatorio di aziende nazionali e multinazionali di estrarre le loro risorse naturali”.

Per quanto riguarda il rito amazzonico si chiede di costituire una Commissione per “studiare” la sua elaborazione, anche arricchendo “i riti ecclesiastici con il modo in cui questi popoli si prendono cura del loro territorio e si relazionano con le sue acque”. “Dobbiamo stare attenti a coloro che non vogliono cambiare nulla, che vogliono che le cose finiscano qui, e anche fare attenzione ai profeti delle calamità che esprimono che nulla di tutto ciò ha senso perché guardano alla luce delle proprie categorie autoreferenziali”, hanno scritto, prima del documento finale i vescovi della Repam, la Rete ecclesiale panamazzonica che forse non sono stati ‘accontentati’ nelle loro richieste su viri probati e diaconato femminile ma si aspetta la esortazione post-sinodale del Pontefice che nel suo discorso a braccio, a conclusione del Sinodo ha criticato “l’elite cattoliche” che forse leggeranno il documento andando a cercare “piccole cose”, “le cosette”, questioni singole, perdendo di vista “la dimensione globale del Documento”.

Nell’insistere sull’errore di considerare solo le piccole cose, ha precisato Francesco che questi gruppi perdono il contatto con le sfide che affronta l’uomo di oggi e si illudono di stare con Dio. A volte non hanno il coraggio di coinvolgersi nelle sfide dell’uomo e quindi proprio perché non amano nessuno credono di amare Dio.

La necessità di diaconi, anche se sposati

Sull’apertura al sacerdozio per i diaconi, nel documento finale si sottolinea come molte delle comunità ecclesiali del territorio amazzonico “hanno enormi difficoltà di accesso all’Eucarestia. A volte ci vogliono non solo mesi, ma anche diversi anni prima che un sacerdote possa tornare in una comunità per celebrare l’Eucarestia, offrire il sacramento della Riconciliazione o ungere i malati nella comunità”.

Ecco quindi la proposta di “ordinare sacerdoti uomini idonei e riconosciuti dalla comunità, che abbiano un diaconato permanente fecondo e ricevano una formazione adeguata per il presbiterato, potendo avere una famiglia legittimamente costituita e stabile, per sostenere la vita della comunità cristiana attraverso la Parola e la celebrazione dei sacramenti nelle zone più remote della regione amazzonica”.

Non sono quindi i ‘viri probati’ ma diaconi permanenti. Anche se la possibilità del sacerdozio per diaconi sposati potrebbe in un futuro riguardare non solo l’Amazzonia, dato che nel paragrafo si legge “a questo proposito, alcuni si sono espressi a favore di un approccio universale all’argomento”. Per il diaconato femminile invece occorre aspettare. Il tema è stato sollecitato in molte consultazioni del Sinodo ma nel documento finale, pur riconoscendo il ruolo delle donne, è stato deciso di attendere i risultati della ‘Commissione di studio sul diaconato permanente delle donne’, creato da Papa Francesco nel 2016 e che “è arrivata a un risultato parziale”. “Vorremmo pertanto condividere le nostre esperienze e riflessioni con la Commissione e attenderne i risultati”, si legge nel testo. 

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