In cielo si parla di umanità e di persone

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Di

Renato Pierri

“Non so se per davvero gli ebrei credenti pensano d’essere diversi dagli altri popoli agli occhi di Dio, ma se è così, significa che cadono in un equivoco. Il fatto che Dio, in un determinato periodo storico, si sia servito di un popolo per comunicare con gli uomini tutti, per rivelare se stesso all’umanità, non significa che oggi, ai suoi occhi, gli altri popoli siano diversi. Ovviamente ogni popolo è diverso dagli altri per storia, costumi, leggi e via di seguito, ma non può essere diverso dagli altri popoli agli occhi di Dio. Sbaglierebbero gli ebrei credenti a considerarsi diversi, e sbaglierebbero i credenti d’altri popoli a considerarli diversi”.

Questo scrivevo qualche giorno fa in un breve articolo sul blog “come Gesù” del prete e scrittore Mauro Leonardi. E rispondendo al commento di una lettrice, aggiungevo: “Se si vuole credere in un Dio giusto, non si può pensare che faccia discriminazioni. I popoli sono fatti di individui, di persone, e l’appartenenza di una persona ad un popolo o ad un altro, non può fare differenza agli occhi di Dio. L’appartenenza di una persona ad un popolo non determina i suoi meriti o i suoi demeriti agli occhi di Dio. Mi sembra chiaro e semplice il ragionamento. Però, anch’io posso sbagliare. Magari un amico ebreo potrebbe smentirmi”.

Poiché nessun amico ebreo si è fatto vivo, ho mandato un angelo su in cielo da san Pietro, a chiedere informazioni a riguardo (non mi credete?). Ed ecco la risposta di Pietro, sempre tramite l’angelo ovviamente: “Devi riferire a Renato che sono discorsi senza senso. Oggi in cielo non si parla di popoli, in cielo si parla di umanità e di persone. Sono gli uomini a parlare ancora di popoli”.

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