Il fronte dell’economia

Economia & Finanza

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L’Italia è in coda UE per quanto attiene i salari e, conseguentemente, le pensioni. Se la tendenza occupazionale dovesse mantenere questo ritmo, entro i prossimi cinque anni, potremmo perdere altri posti di lavoro. Per lo stesso periodo, l’Italia avrà bisogno d’almeno 10.000 operai qualificati. Ora, il mercato interno è privo di queste figure professionali. È, invece, in aumento il numero dei diplomati e laureati alla ricerca di una prima occupazione.

 Insomma, la manodopera che ci occorre la cerchiamo altrove a discapito degli aspiranti lavoratori nazionali. Penalizzata, è, soprattutto, la fascia d’età tra i 18 e i 26 anni. Per garantire nuove prospettive all’occupazione, ci piaccia o no, sembrerebbe necessario rivedere il concetto di “lavoro”. Cominciando proprio da questo Esecutivo con programmi “contrastanti”. Fare un passo indietro non significa rinunciare a ciò cui si aspira. E’ solo una questione di metodo dettata dall’emergenza.

 Senza aspettare oltre, ci sono da riscoprire i lavori di cui si prospetta la necessità nei prossimi anni. La maggior parte comprende qualifiche tecniche o artigianali. Manca sempre, a nostro avviso, una politica che consenta la riqualificazione della manodopera con particolare riferimento alle attività di supporto. Del resto, proprio sotto questo profilo, lo scorso anno le imprese interessate non sono riuscite a coprire 5.000 posti “autoctoni” che, progressivamente, sono stati occupati da manovalanza dei nuovi Stati UE dell’Est del mondo.

Non possiamo sottovalutare queste realtà che evidenziano, tra l’altro, un impegno politico limitato rispetto alle nostre concrete esigenze. Per cambiare, anche se è tutt’altro che scontato, bisognerebbe avere un Potere Legislativo in “sintonia” con i tempi. Vedremo se, col nuovo anno, l’Esecutivo Conte”bis”riuscirà a dare dignità al fronte economico italiano. Noi ne dubitiamo e, forse, verso la metà del prossimo anno vedremo il “tramonto” della strategia PD/M5S. Auspicando, però, un’opera buona: il varo di un’intelligente legge elettorale.

Giorgio Brignola

 

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