Come e perché cambieranno le frequenze televisive

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Un passaggio per adeguarsi al 5G, la rete mobile ultraveloce di ultimissima generazione. Il governo ha annunciato un supporto, a certe condizioni, per chi dovrà cambiare televisore

È previsto per il 2022 il passaggio definitivo al digitale terrestre 2.0. Un passaggio necessario per permettere l’invasione del 5G, la rete mobile ultraveloce di ultimissima generazione, e dovranno essere proprio le emittenti televisive a far spazio liberando le frequenze 700 Mhz.

In realtà il peso di questo upgrade di servizio ricadrà sulle nostre spalle, o meglio tasche, perché saremo noi a dover aggiornare il sistema di funzionamento delle nostre tv con l’apporto di un decoder oppure cambiando direttamente l’apparecchio.

Lo Stato offrirà un supporto, lo ha già annunciato, dal prossimo dicembre: 151 milioni di euro riservati, secondo quanto scrive anche IlSole24Ore, “a famiglie con Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) non superiore a 20 mila euro”.

Uno sconto che non supererà i 50 euro, “Chi andrà nei negozi, o acquisterà anche online, – prosegue il quotidiano milanese – potrà richiedere il contributo a partire dal 30esimo giorno successivo alla data di pubblicazione del decreto nella Gazzetta ufficiale e fino al 31 dicembre 2022, ovviamente fino a esaurimento delle risorse”, ovvero fino all’esaurimento dei suddetti 151 milioni di euro, cifra che il sottosegretario allo Sviluppo Mirella Liuzzi, ha annunciato nei giorni scorsi, vorrebbe incentivare per allargare il più possibile la “platea di beneficiari”.  

Un cambiamento che naturalmente riguarderà solo quei televisori che lo necessitano, lo Stato obbligherà i produttori degli apparecchi a comunicare una lista delle tv che sono già adeguate a questa piccola rivoluzione e l’elenco definitivo sarà pubblicato sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico.

Secondo quanto scritto da La Repubblica, soltanto 3,8 milioni di italiani avrebbero televisori in “regola” con i nuovi standard minimi richiesti, l’82% dovrà aggiornare il proprio sistema con il decoder o, per chi non è avvezzo agli acquisti online, recarsi al più vicino negozio di elettrodomestici.

Questi dati, raccolti tramite un’indagine dalla Fondazione Bordoni, istituto di ricerca specializzato nelle tlc e facente capo al Mise, riguarderebbero esclusivamente il principale televisore di casa, quello da salotto per intenderci, senza tenere in considerazione quelli situati nelle altre stanze o in seconde e terze case. Situazione un po’ meno complessa per chi possiede un abbonamento a Sky, i decoder distribuiti infatti viaggiano già con la tecnologia Dvbt2 e non si accorgeranno di niente

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