“Il giorno più bello del mondo” è la pellicola semplice che ci ricorda quanto custodire i più piccoli sia l’istinto magico e naturale di ogni uomo.
Siani non sei Troisi, ma “Il giorno più bello del mondo” convince grandi e piccoli.
La favola firmata dall’attore e autore napoletano faceva presagire il successo già dalla presentazione alla Festa del cinema di Roma, ora che è realtà ci domandiamo il perché stia avvenendo!
Siani torna a dirigere i buoni sentimenti con l’ingrediente della meraviglia, ingrediente tanto fondamentale quanto bistrattato nella società odierna.
La dura realtà di un impresario in bancarotta si illuminerà di magia grazie all’incontro con Gioele e Rebecca, eredità di una vita che commedia non è. Marcando una narrazione tanto paradossale quanto realistica sui bambini di oggi, Arturo(Alessandro Siani) è tutto preso dalla ricerca di soldi e donne per poi riscoprirsi figura paterna e romantica degna del lieto fine.
Nel corteggiare la bellissima Flavia(Stefania Spampinato), piuttosto che nel prendersi cura dei due imprevedibili piccoli(Sara Ciocca e Leone Riva), Siani rievoca la comicità del grande Massimo, paragone che nessuno in sala vorrebbe applaudire. Ieri, oggi e domani.
Dalla splendida Napoli a Cernobbio, da Roma a Colmar, tra scienza e magia le battute roboanti del protagonista non guastano il racconto di un avventura, prima goliardica poi misteriosa, che trascina tutti i personaggi del film.
“In fondo se ci credi, i prodigi accadono ed i sogni si avverano” ci ricorda questo film colorato che, se per fotografia e citazioni non mostra originalità, racchiude un’ora e quaranta di autentica spensieratezza.
Il vero potere magico del film sta nel riportare in Italia, in punta di piedi, la grande assente dalle pellicole nostrane: la magia, né natalizia né hollywoodiana, degli adulti che tornano a meravigliarsi e a sperare quasi fossero rimasti sempre piccoli.
@giuScarlato