L’amore per sé stessi raccontato da Daniele Di Benedetti

Teocrazia e Cristianità oltre Tevere

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Per poter consolidare un rapporto d’amore sano col proprio partner bisogna imparare prima di tutto ad amare se stessi. È ciò che insegna il nuovo libro di Daniele Di Benedetti, “Amati per Amare” edito da Mondadori.

Daniele Di Benedetti, classe 1986 è un uomo multitasking.  Coach, scrittore, public speaker e influencer vanta oltre 900mila followers sui principali canali social (Facebook, Instagram, YouTube), senza contare le migliaia di persone che hanno partecipato ai suoi eventi in tutta Italia. Uomo sensibile e interessato ad aiutare gli altri a riconoscere la propria felicità interiore e ciò che rende piena e degna di essere vissuta un’esistenza.

“Amati per amare” affronta la tematica dell’amore verso noi stessi e del suo mutare con estrema naturalezza in amore per gli altri e per l’universo intero. Questo libro è un inno alla vita e all’amore. Trasuda vitalità, ottimismo e ideali nobili di cui la nostra esistenza dovrebbe arricchirsi per poter andare oltre la falsità e la scontatezza della società odierna.

Nelle pagine del libro si rivivono storie realmente accadute, anche con riferimenti alla storia dell’arte e del cinema, alla scienza e a racconti zen. “Amati per amare” esorta il lettore a riflettere su sé stesso, sul senso della vita e sull’importanza dell’amore vero e significativo. In questa esclusiva intervista Daniele Di Benedetti ci parla di amore e ci fornisce tanti imput creativi per trasformare il nostro percorso di vita in qualcosa di unico e speciale, ricco di amore.

Com’è nata l’idea di scrivere “Amati per Amare” edito da Mondadori?

Questo libro arriva da un periodo che ho vissuto, una fase piena di dolore e sofferenza. In passato ero molto introverso. Nutrivo rancore e rabbia nei confronti del mondo.  Ad un certo punto mi ero letteralmente perso. Cercavo di diventare quello che non ero per piacere agli altri. Poi ho capito che in realtà bisogna amare prima se stessi per poter amare gli altri.

Cosa intendi per amore verso sé stessi?

Innanzitutto capire che siamo qualcosa di unico e speciale e che ognuno di noi ha le sue personali ragioni per esistere a questo mondo. Il nostro principale obiettivo nella vita è ricercare la nostra ragione di esistere come hanno fatto prima di noi i saggi, i fisici e i Premio Nobel. Nonostante molti di essi l’avevano trovata una ragione, continuavano a ricercare perché la verità non è unica. Per amare se stessi bisogna accettarsi per ciò che si è liberandosi delle maschere e delle paure. Bisogna smetterla di voler solo apparire.

Uno dei nemici dell’amore di cui parli anche nel tuo libro è la tendenza ad etichettarci, a lasciarsi influenzare dai pregiudizi e giudizi altrui. Secondo te come potremmo liberarci di queste “etichette”?

Il problema è che diamo troppa importanza ad esse, a ciò che la società pensa di noi stessi. L’unica persona in grado di giudicarci siamo noi. Il nostro giudizio spesso non è positivo a causa della mancanza di autostima che ci spinge a credere erroneamente alle etichette che ci attribuiscono gli altri. Bisogna imparare ad accettare sé stessi e imparare a crearsi una propria dimensione trasformando le proprie mancanze e debolezze in qualcosa di positivo e costruttivo. Occorre accettare i propri limiti e lavorare sulle qualità, i punti di forza che ci differenziano rendendoci unici e speciali.

Molte sono le relazioni d’amore malate. Secondo te quando un rapporto d’amore si può definire sano?

Bisogna concepire l’amore con occhi diversi. Pertanto bisogna saper perdonare. Le relazioni malate si cibano di rancore e risentimenti che possono sfociare nell’odio. Un rapporto d’amore sano si consolida quando io personalmente riesco ad essere felice a prescindere dal mio partner. Purtroppo queste relazioni partono da uno spazio incompleto. Ci sono frasi carine come “mi manchi”, “non posso vivere senza di te” che ci fanno soffrire. L’amore vero significa rendere l’Altro libero di essere sé stesso. Amare significa lavorare su sé stessi e trovare la propria felicità interiore. È il primo passo per essere veramente felici indipendentemente dagli altri.

Molti rapporti malati si basano sulla paura della solitudine. Quando invece la solitudine può essere fonte di evoluzione per un individuo?

La solitudine è una grandissima fonte di evoluzione quando non ci sentiamo, sfigati nel sentirci soli. È l’univa vera arma che ci permette di lavorare su sé stessi. Molti la temono perché ci spinge al ragionamento, ad instaurare un dialogo profondo con il proprio “io”. Mola gente preferisce riempire il tempo con persone con le quali non si ha nulla in comune pur di non stare da soli e capire cosa vogliono davvero dalla propria vita. I mostri che abbiamo dentro di noi non vanno evitati ma affrontati davvero. Personalmente la solitudine mi è servita tanto nel mio percorso personale. Ho acquisito grazie ad essa nuove consapevolezze per la mia evoluzione personale.

Molte persone temono l’amore perché credono che esso rappresenti un limite alla propria libertà. Per te che ruolo ha la libertà in un rapporto d’amore?

Una relazione d’amore sana non ci limita la libertà. L’amore è in sé per sé libertà. Significa andare oltre gli schemi e i limiti. Necessita di rispetto reciproco. Una persona che non ha prima lavorato su sé stesso tenderà ad ingabbiare l’altro. L’altro è il riflesso di ciò che siamo. Tendiamo ad avvicinare a noi persone simili.

Nel tuo libro parli di energia vitale, ossia esprimi il concetto secondo il quale siamo noi ad attrarre l’energia negativa. Come potenziare invece quella positiva?

L’arma più potente che abbiamo a disposizione è la gratitudine. Essere grati di ciò che si è e si ha, del passato e delle persone che abbiamo incontrato lungo il proprio percorso anche se ci hanno fatto male. L’energia positiva è contagiosa. Dipende da noi stessi, noi attiriamo ciò che vogliamo. La fisica quantistica ce lo ha insegnato. Siamo noi a creare la nostra realtà. Tutto ciò che vediamo è influenzato da noi. Se noi iniziamo a cambiare interiormente potremo rivoluzionare il mondo.

Sei considerato un “risvegliatore di coscienze e felicità” cosa si prova ad essere definiti così?

Sono grato a tutto quello che mi è successo negli ultimi anni. C’è ancora tanto da fare. Di persone che soffrono ce ne sono tante in giro. Mi sento parte di un’evoluzione che ritengo necessaria. Mi ha aiutato a vedere meglio la realtà. Ho scoperto così prospettive nuove. Mi piace aiutare gli altri. Io sprono la gente ad attivare un lavoro continuo su sé stessi per ricominciare a ricostruire la propria vita.

Tu inciti le persone a vivere pienamente la propria vita. Cosa caratterizza un’esistenza piena e degna di essere vissuta?

Vivere pienamente significa essere sé stessi, senza limiti e freni. È una delle cose più difficili da concretizzare. Non bisogna vergognarsi mai di ciò che si è. È fondamentale avere uno scopo nella propria vita. Quando ci svegliamo al mattino bisogna crearsi uno scopo, un obiettivo da perseguire, condividere sogni e amore per gli altri.

Perché il lettore de IlCorriereNazionale.net dovrebbe leggere “Amati per amare”?

Per tornare ad amare la vita. Questo libro non è per chi deve risolvere un problema. È per abbracciare la vita in pieno, nella sua interezza accettando anche il brutto e la negatività.

Mariangela Cutrone

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