Un contributo dal piccolo borgo di poli al Cop25 di Madrid per un felice rapporto tra clima e salute
Chiusura ritardata con coda a Madrid, del COP25, alla ricerca di un accordo internazionale per nuove politiche di salvaguardia del Clima nel quadro di uno Sviluppo Sostenibile per i Paesi Industrializzati e di un nuovo sviluppo, istruito sugli errori dei Paesi a vecchia industrializzazione, per i Paesi emergenti che non vogliono soltanto pagare il conto dei primi con i nuovi certificati verdi https://www.repubblica.it/ ambiente/2019/12/13/news/ conferenza_sul_clima_a_madrid_ si_tratta_a_oltranza- 243422725/
Il problema riguarda da vicino l’Italia alle prese con la chiusura del Altoforno 2 dell’ILVA di Taranto per ordine del Giudice, con Roma alle prese con discariche e termovalorizzatori che tutti vorrebbero nel giardino altrui, e mille altre situazioni che vedono lo smantellamento del sistema industriale che fu ricordiamo per tutti, la quarta potenza economica mondiale negli anni Ottanta.
COP 25 alla prese con un riscaldamento del clima terrestre e con manifestazioni teatrali (ma purtroppo neanche troppo) come l’acqua alta di Venezia, che si vorrebbero imputare alle scelleratezze mercantili umane, troppo accecate dal profitto e debolmente governate da Autorità Pubbliche ripiegate troppo spesso sulle pressioni delle lobby grandi e piccole, che non sono facili da contenere né dai vecchi né dai nuovi governanti, in Italia e altrove.
Situazione che ha sollecitato la gioventù a tentare di riprendere in mano come cittadini sovrani, il destino delle nostre società dopo una lunga assenza, come autocriticamente rilevano le leadership emergenti delle Sardine italiche, che oggi hanno dato una imponente prova di partecipazione a San Giovanni, dopo che i giovani a Madrid hanno segnato con la giovane Greta, le giornate del COP 25. La Stella Polare di tutti oltre alla difesa delle quote di mercato (ILVA tenterebbe di Docet ma parrebbe non riuscirci), la scienza e i gridi di allarme degli scienziati del clima in particolare.
Secondo una parte della Comunità scientifica le colpe del disastro in corso sarebbero umane (la CO2, l’Inquinamento Atmosferico, ecc.ecc). Certamente per Venezia si é trattato più che altro di un evento ciclico legato alla gravità Lunare, come accadde già nell’Ottocento e negli anni 50.
Per quanto riguarda i cambiamenti climatici un ruolo umano c’è, ma sarà utile ricordare che siamo una parte infinitesimale dell’Universo e che gran parte delle dinamiche climatiche derivano dall’attività solare e dal Cosmic Weather, che è stato i primi di ottobre al centro della settimana di scienza in Crimea alla Conferenza COSMOS AND BIOSPHERE http://biospace.cfuv.ru UNA PROPOSTA DELL’ASTROFISICO DELLA CRIMEA BORIS VLADIMIRSKY DI FARE UN BOLLETTINO BIOMETEROLOGICO E COSMOLOGICO PER MONITORARE GLI EFFETTI SULLA SALUTE E SUL CLIMA A TERRA DEL CLIMA COSMICO è stata rilanciata nel corso del convengo di Poli del 30 novembre sui DAI CLIMI URBANI INQUINATI AI CLIMI TERAPEUTICI DEI PICCOLI BORGHI. Tra le altre proposte emerse è un progetto di ricerca per valorizzare il potenziale terapeutico dei piccoli borghi che hanno una grande storia che condividono con tutta la rete di STAZIONI CLIMATICHE TERAPEUTICHE DI CUI E’ PIENA L’ITALIA E L’INTERA EUROPA (IN PRIMIS BRIANCON A 12 KM SUL CONFINE ITALIANO DOPO CLAVIERE (più “famoso per i rientri dei migrantI che entravano in Francia dal passo del Monginevro ).
Alleggerire le grandi città superaffollate e superinquinate e delocalizzare DECINE E CENTINAIA DI migliaia di bambini allergici e di adulti con asma severo, Multisensibilità chimiche, e altre malattie da inquinamento urbano, in località di grande pregio climatoterapeutico opportunamente ristudiate, secondo il programma di ricerca emergente dal convegno di Poli, per creare le basi per un programma comune di ricerca di ampio respiro che dia risposte globali alla valorizzazione dei Climi rurali collinari e montani oltre che marini, che potrebbero favorire il rilancio delle aree interne oggi abbandonate con i borghi che vanno diventando sempre di più villaggi fantasma, mentre nelle città per pagare un affitto non basta lo stipendio precario di troppi giovani che non possono neanche mettere su famiglia. Misure già realizzate con successo su impulso di Hassan Razzouk a Briancon che potrebbero essere replicate in centinaia di località montane e rurali di pregio climatoterapeutico come Poli https://www.vglobale.it/2019/ 11/27/clima-e-salute-le- rinnovate-frontiere- delleconomia/ .
Mentre si pensa a ridurre le emissioni (cosa non facile come si apprende da Madrid), con un colossale progetto di riconversione del sistema industriale ed energetico globale, da fare con giudizio, senza buttare via il bambino con l’acqua sporca, si potrebbero considerare misure di protezione dei malati e dei predisposti che si potrebbero dislocare nelle aree montane e rurali rilanciandole e ricreando un sistema di protezione del territorio anche contro i troppi incendi che stano facendo danni incalcolabili dall’Amazzonia alla California, dalla Siberia alla Liguria . Tra passare la vita in ospedale con la bombola del l’ossigeno al seguito e trasferirsi a Briancon molti hanno già scelto la seconda via, come i bambini che si sono trasferiti nelle scuole d’infanzia e al Liceo climatico della cittadina francese alpina. Si può fare di più.
Vincenzo Valenzi