La qualità delle mense scolastiche ha più di una pecca, dicono i Nas

Agroalimentare & Enogastronomia

Di

Dall’inizio della scuola, i carabinieri hanno analizzato a tappeto l’attività dei catering cui sono appaltati i pasti di centinaia di scuole, Ventuno sono stati sequestrati o sospesi

Sequestrate o sospese, da settembre, 21 imprese di catering assegnatari della gestione mense presso gli istituti scolastici – valore economico stimato in circa 3 milioni di euro – per rilevanti carenze igienico sanitarie e strutturali. E sequestrate anche oltre 900 chili di derrate alimentari (carni, formaggi, frutta ed ortaggi, olio) per l’assenza di tracciabilità e perché custoditi in cattive condizioni sanitarie e in ambienti inadeguati nonché destinati all’impiego nelle pietanze sebbene di qualità inferiore a quanto previsto.

Con l’avvio dell’anno scolastico 2019-2020, spiega una nota del Nucleo antisofisticazione dei carabinieri, il comando, insieme al ministero della Salute, ha realizzato un piano di controllo nazionale finalizzato alla verifica dei servizi di ristorazione e delle imprese di catering assegnatari della gestione mense presso gli istituti scolastici.

Il monitoraggio è stato pianificato per accertare la regolarità dei servizi erogati nelle scuole di ogni ordine e grado, pubbliche e private, partendo dagli asili nido fino agli istituti superiori, verificando le condizioni d’igiene nei locali di lavoro e nella detenzione degli alimenti, la rispondenza dei menù alle clausole contrattuali previste dai capitolati d’appalto, la qualità e la salubrità degli alimenti somministrati, non trascurando la regolarità delle maestranze impiegate e il possesso di adeguata qualifica e preparazione professionale.

L’esecuzione delle attività ispettive, in corso da settembre, ha interessato l’ispezione di 968 aziende di ristorazione collettiva operanti all’interno di mense scolastiche, di cui 198 hanno evidenziato irregolarità, determinando la contestazione di 25 violazioni penali e 247 amministrative alle normative nazionali e comunitarie, con sanzioni pecuniarie per 204 mila euro.

Frequentemente sono gli alimenti Dop o biologici (formaggi, olio extravergine, prosciutto) ad essere sostituiti con altri di minore valore economico che, pur non presentando criticità igieniche, non posseggono alcuna denominazione di origine. Ulteriori controlli hanno evidenziato l’utilizzo di carne o vegetali surgelati/congelati in luogo di quelli freschi dichiarati in contratto.

La maggioranza delle infrazioni riguarda invece l’ambito amministrativo come le carenze strutturali e impiantistiche dei locali impiegati alla preparazione dei pasti, la mancata attuazione dell’autocontrollo e della tracciabilità degli alimenti, questi ultimi fondamentali per prevenire possibili episodi di intossicazione, ancor più diffusivi nelle fasce sensibili delle utenze scolastiche. Non mancano, inoltre, situazioni di mancata indicazione nei menù esposti all’utenza circa la presenza degli allergeni e di aree di cucina dove avveniva la preparazione dei alimenti per diete ‘speciali’ in modo indistinto con le pietanze convenzionali, rappresentando un potenziale rischio di contaminazione crociata di sostanze altamente allergizzanti per alunni sensibili a causa di condizioni patologiche.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube