Riduzione parlamentari. Arriva il referendum

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Prima il referendum confermativo sulla legge costituzionale che riduce il numero dei parlamentari. Poi gli incontri tra maggioranza e opposizioni sulla legge elettorale. Il leader del M5s Luigi Di Maio si dice sicuro che al referendum i cittadini sceglieranno bene. “Ma vorrei anche dire ai 64 firmatari – aggiunge – che forse potevano andare in piazza a raccogliere le 500mila firme che servono per la richiesta del referendum, fare dei banchetti, insomma coinvolgere le persone veramente. Ma dubito che le avrebbero raccolte”.

“Stamattina leggo sui giornali che si e’ acceso il dibattito sulla richiesta di un referendum sul taglio dei parlamentari, un taglio che il MoVimento 5 Stelle ha proposto e che il Parlamento ha gia’ approvato da tempo e con ampissimo consenso. Da meta’ gennaio del nuovo anno sarebbe infatti entrato in vigore. Significa che l’Italia, dopo decenni di tentativi non concretizzatisi, sarebbe finalmente riuscita a ridurre il suo enorme numero di parlamentari, con 345 poltrone in meno da sfamare, per un risparmio di 300mila euro al giorno. Mica male…”. Lo scrive su Facebook il ministro degli Esteri e capo politico del M5S Luigi Di Maio. “Ho usato il condizionale perche’ adesso, appunto, 64 parlamentari hanno firmato per indire un referendum confermativo e quindi tutto, inevitabilmente, slittera’ ancora di qualche mese – aggiunge -. Non e’ un problema, anzi, sono sicuro che i cittadini sapranno scegliere nel migliore dei modi, ogni referendum per noi e’ sacro”.

“Ma vorrei anche dire ai 64 firmatari che forse potevano andare in piazza a raccogliere le 500mila firme che servono per la richiesta del referendum, fare dei banchetti, insomma coinvolgere le persone veramente. Ma dubito che le avrebbero raccolte. Noi comunque non vediamo l’ora di iniziare questa campagna referendaria per confermare il taglio dei parlamentari. E invito anche tutti i mezzi di comunicazione e i media a informare in modo trasparente i cittadini”, conclude Di Maio.

Il giorno dopo il deposito in senato delle firme necessarie a indire il referendum, nasce in Sicilia il primo comitato dei democratici per il sostegno del no al taglio dei parlamentari. A costituirlo e’ Antonio Ferrante, promotore della mozione congressuale “Ricominciamo dalla Sicilia” in vista del prossimo congresso regionale del Partito democratico. “Ringraziamo – dice Ferrante – i senatori che hanno permesso l’attivazione della procedura referendaria e il partito radicale che si e’ speso per questo risultato, ora tocca a noi fare la nostra parte in Sicilia per cancellare una norma che taglia la democrazia prima che le poltrone”. Democratici per il referendum, continua Ferrante, “vuole portare il dibattito nel nostro partito e porre il tema anche in vista del prossimo congresso, abbiamo gia’ adesioni in tutte le province e presto nasceranno comitati locali. Siamo certi – conclude Ferrante – che i nostri militanti abbiano a cuore non gia’ il numero dei parlamentari, che rispecchia il livello di partecipazione democratica, ma la qualita’ di chi li rappresenta in parlamento. Anche questo sara’ un tema che potremo in vista delle primarie”.

“Raggiunto il quorum per il referendum sul taglio dei parlamentari. “Con questa richiesta vogliamo spiegare agli italiani che non si risolvono i problemi soltanto tagliando il numero dei parlamentari -. Abbiamo detto in Senato che ci astenevamo dal voto di questa proposta perché occorreva avvicinare a questa ipotesi la soluzione di altri problemi come il sistema bicamerale, una forma di governo che consenta agli italiani di esprimere direttamente il loro esecutivo. Il parlamento deve andare oltre le proposte demagogiche. Non c’è dubbio che il ricorso al referendum prolunga i tempi di entrata in vigore della riforma costituzionale, quindi se si tornasse al voto a breve lo si farebbe senza la riduzione dei seggi”. Così Renato Schifani, senatore di Forza Italia, intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti.

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