Salvini usa impunemente il corona-virus contro il governo

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di DONATELLO D’ANDREA

“Il mondo intero si sta occupando e preoccupando del corona-virus che si sta diffondendo dalla Cina, quindi chiediamo con urgenza che oggi stesso il governo venga in Aula a rassicurare gli italiani che si sta facendo tutto il possibile per evitare la diffusione di questo terribile virus anche in Italia”. Matteo Salvini, ex Ministro dell’Interno e senatore della Lega, riemerge dal fallito assalto all’Emilia Romagna e restituisce tenore alla sua campagna elettorale, tuffandosi nel mondo reale e distorcendone la sua visione.

Sfruttando la psicosi generale attorno allo sconosciuto e pericolosissimo corona-virus 2019, Matteo Salvini ha pubblicato un post su Twitter che ha dell’inquietante per tutti coloro i quali godano di un minimo di buonsenso. Il tweet, come anticipato, fa riferimento all’assegnazione di Taranto come porto sicuro per la Ocean Viking e accusa velatamente che la politica dei “porti aperti” del governo giallo-rosso sia totalmente incompatibile con ciò che sta succedendo nel mondo a causa del corona virus.

Il tweet di Matteo Salvini

Alcune domande sorgono spontanee: “Perché Salvini ne sta parlando?”, “Perché creare inutile allarmismo attorno ad una vicenda per cui bisogna stare cauti?”.

Una psicosi generale

Il corona-virus, secondo le ultime notizie, sarebbe in circolo dall’inizio di dicembre in Cina. Un problema all’inizio ignorato e sottovalutato dallo stesso governo locale, il quale qualche giorno prima della fine del 2019 ha diramato un comunicato ufficiale. Ad oggi, il virus risulta aver provocato 200 morti e infettato all’incirca diecimila persone. Del “corona-virus” esistono molte varianti, quello identificato a Wuhan in Cina ne risulta essere un nuovo ceppo. I sintomi sono ormai noti: febbre, tosse e simili, i quali ricondurrebbero ad una normale influenza. I virologi di tutto il mondo sono al lavoro per trovare una soluzione nel più breve tempo possibile. Roberto Burioni, uno dei più eminenti esponenti della virologia nostrana, ha parlato di possibile emergenza mondiale: “Se una malattia ha il 3% di mortalità ed è molto diffusa, è una catastrofe”. La “spagnola” nel 1918 ha avuto il 2% di mortalità. “Non abbiamo farmaci, non abbiamo vaccini”, ha aggiunto il medico. L’unico modo per combattere questa malattia, per ora, è la prevenzione.

Nella giornata di ieri, il virus è arrivato in Italia. Si tratta di due turisti cinesi arrivati a Malpensa il 23 gennaio e che ieri si trovavano a Roma. “Le loro condizioni sarebbero buone”, fa sapere il direttore dell’ospedale Spallanzani di Roma. 

Come è facilmente intuibile, la situazione è davvero seria. Bisognerebbe seguire alla lettera tutte le direttive emanate dall’OMS e dal Ministero della Salute, i quali invitano alla calma e si stanno muovendo per identificare al meglio questo virus sconosciuto così da sperimentare delle cure. Nessuno si azzarderebbe, in queste circostanze a fare dell’ironia o a strumentalizzare un fenomeno del genere. Salvini sì. Lo ha fatto.

Perché lo ha fatto? Per sfruttare la psicosi generale, la confusione e la paura attorno al fenomeno. Il corona virus 2019 preoccupa non solo le autorità sanitarie ma anche i sovranisti, i quali temono che il virus possa penetrare sul suolo italico e infettarci. La loro soluzione è quella di chiudere i porti.

Tutto nasce dalla notizia secondo cui in Africa, precisamente in Costa d’Avorio, si sia verificato un caso di corona virus 2019. La notizia, non confermata dai test di laboratorio, ha sconvolto i commentatori italiani i quali si sono riversati sul web per chiedere al governo “non eletto dal popolo” di chiudere i porti il più velocemente possibile. “I migranti sarebbero portatori di corona virus, bisogna loro chiudere l’ingresso in Italia”. L’Africa, innanzitutto, è un continente immenso, non un Paese come la psicosi sovranista farebbe credere. Il caso si è verificato in Costa d’Avorio, molto lontano dalla rotta che seguono i migranti per venire in Italia. Per ora la persona è finita in isolamento, ma i casi che dovrebbero preoccuparci sono quelli europei. In Germania e in Francia se ne sono verificati 4, negli USA 5 e altri 5 in Australia. Non è la Costa d’Avorio a doverci preoccupare.

Tutti hanno chiesto di chiudere i porti ma nessuno, invece, ha parlato di “chiudere” Schengen. Infatti, se ciò che i sovranisti temono è essere contagiati, perché limitarsi a chiudere i porti? Anche in Europa si è verificato qualche caso e potenzialmente il pericolo di un’infezione potrebbe nascondersi soprattutto al di là delle Alpi. Sul web, gruppi di propaganda leghista come “Lega per la Sovranità”, rimprovera al Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese di non aver chiuso i porti, ignorando volutamente il fatto che esistono altri mezzi di trasporto.

I patrioti de noatri si interrogano se la priorità del governo sia il business dei clandestini o la salute degli italiani. Ma dal momento che il numero maggiore dei casi si è verificato in Cina, cosa c’entra l’Africa? Altri ancora parlano di blocco navale, ignorando totalmente che la Costa d’Avorio non si affacci sul Mediterraneo, che servirebbero migliaia di navi per isolare le coste africane e soprattutto tralasciando il fatto che un “blocco navale” rappresenti un atto ostile, di guerra. Dichiariamo guerra a tutta l’Africa?

La psicosi che sta interessando i sovranisti è la stessa che si verificò al tempo della TBC, della meningite o dell’Ebola. Coloro i quali vomitano odio sui migranti, ignorano semplicemente le dimensioni geografiche, l’esistenza di almeno cinquanta stati e soprattutto la totale assenza di un’epidemia in corso nel continente. Come nel caso di Tolo Tolo, la cui questione da cinematografica o artistica divenne politica, anche in questo frangente la serietà del tema è scemata a favore di una polemica totalmente infondata. Mettendola su un piano più leggero, non è che se uno starnutisce in Congo, automaticamente chi parte domani dalla Libia per l’Italia ha il corona virus. 

Non c’è alcuna epidemia in corso in Africa e non c’è alcun motivo per le autorità sanitarie di imporre una quarantena, chiudere i porti e gli aeroporti a titolo precauzionale. In momenti come questi bisognerebbe mettere da parte l’odio, il rancore verso i migranti e concentrarsi su questioni di senso compiuto. Il tema è serio e ciò che dovrebbe essere chiesto al governo è altro. Maggiori controlli e trasparenza informativa sono richieste che un popolo, o un elettorato, di buonsenso potrebbe fare. 

Salvini ha colto la palla al balzo

Sfruttando il dilagare della psicosi generale attorno all’argomento, Matteo Salvini ha dapprima lasciato alcune dichiarazioni chiedendo al governo di riferire in Aula perché “nel mondo ci sono compagnie aeree che sospendono voli mentre in Italia non è successo nulla”, poi ha condiviso numerosi tweet, post e dichiarazioni che hanno accresciuto l’apprensione verso questo tema, in senso negativo.

Quello che Salvini ignora è che il Ministero della Salute si è già mosso in questo senso, per preparasi ad un’eventuale emergenza a contenere la diffusione del corona-virus 2019. Roberto Speranza ha, ad esempio, richiesto una riunione a tutti i ministri della salute europei, facendo sapere che “bisogna rafforzare la cooperazione in materia media per monitorare gli sviluppi”. Inoltre, il Ministero ha dapprima messo a disposizione un numero verde, attivo 24su24 (1500), avente il preciso obiettivo di dispensare informazioni ai cittadini, e poi ha formato la task force corona virus.  Infine, non essendoci in Italia nessuna persona ufficialmente infetta, ma solo casi sospetti, non ha alcun senso mettere in quarantena qualcuno.

Riguardo ai voli provenienti dalla Cina, è stato deciso di convogliare vero l’aeroporto sanitario di Fiumicino gli eventuali voli privati in arrivo dal Paese asiatico. Il governo sta procedendo per estendere la stessa misura agli altri aeroporti italiani e consentire l’atterraggio dei voli dalla Cina solo a Roma e Milano. Nello scalo romano, oltre ai controlli sanitari, sono stati installati altri 4 scanner termini. 

Dunque, in sostanza, qualcosa è stato già fatto e Speranza lo ha ribadito oggi durante l’informativa al Senato: “l’Italia sta adottando tutte le misure necessarie per controllare i passeggeri provenienti dall’estero”. Solo Salvini non se n’è accorto (forse volutamente?).

Ora, che la situazione si è fatta davvero seria, con i due turisti ricoverati a Roma, Matteo Salvini ha davvero superato il limite. Subito dopo la fuga di notizie, il senatore si è lasciato andare all’ennesima mostruosa strumentalizzazione. In un tweet, associa impunemente le frontiere aperte al corona-virus, dimenticandosi che coloro che lo hanno portato in Italia sono due turisti muniti di regolare visto e non due immigrati, come si potrebbe comprendere dal suo tweet. Uno sciacallaggio da manuale.

Lo stesso Salvini, però, non era quello che strizzava gli occhi ai no vax? Non era quella persona che in campagna elettorale, quella per le Politiche 2018, definiva l’obbligo vaccinale come “contro natura”? Non era quello che durante il suo governo intimo alla Grillo di emanare un decreto per reintegrare i bambini non vaccinati a scuola? Fa proprio sorridere che sia proprio Matteo Salvini ad occuparsi della questione del corona-virus. Non solo perché è stata una regione leghista a promuovere un ricorso, poi bocciato, contro l’obbligo vaccinale ma soprattutto perché, per attirare consenso, avallò le teorie di un omeopata che spiegava i rischi dei vaccini pediatrici.

Il rischio di una “sinofobia”

Quella che si è creata è davvero una situazione fuori dal normale. Persone che sul web accusano non solo i migranti (termine generico) di essere portatori di corona virus ma anche i cinesi. Il rischio è quello di dar vita ad una sorta di “sinofobia”, in ogni frangente della loro esistenza. Ci sono stati casi già nei scorsi giorni che potrebbero essere ricondotti sotto questo fenomeno non solo in Italia ma in tutto il mondo.

L’ultimo episodio è quella di Lala Hu, docente di marketing e collaboratrice di Wired. Hu ha raccontato su Twitter che mentre si trovava in un treno ha subito insulti e vessazioni da parte di due passeggeri. Non è andata meglio in Australia dove addirittura un parlamentare ha diffuso un falso comunicato in cui ordinava alle persone di stare lontane dalle aree con un’alta percentuale di cinesi. Nel Regno Unito, uno studente cinese ha raccontato che da quando si son diffuse le notizie sul corona-virus le persone hanno cambiato atteggiamento nei loro confronti. A preoccupare lo studente è lo stereotipo che tutti gli asiatici siano visto come un rischio

A fomentare quest’odio dilagante, questo razzismo selettivo, sono anche i media. Ne è esempio la Danimarca. Qui l’ambasciata cinese ha chiesto le scuse ufficiali del quotidiano Jyllands-Posten che ha pubblicato una vignetta raffigurante la bandiera cinese, le cui stelle erano state sostituite da cinque immagini di patogeno mortale. L’artista, secondo l’ambasciata cinese, dovrebbe scusarsi con il popolo cinese. Anche Libero, celeberrimo quotidiano italiano soggetto a inciampi da manuale, titolò in prima pagina “Mangiano i serpenti e poi crepano”, adducendo una falsità che sa’ di stereotipo, cioè quella legata alle abitudini alimentari cinesi (che non c’entrano con il virus).

Ad oggi, purtroppo un vaccino contro il corona virus non c’è ma ne esiste uno contro l’ignoranza: la giusta informazione. Grazie ai dubbi non scientifici immessi da giornali, politici e i commentatori della domenica, quelli che sotto ogni post si dilettano in illazioni che nessuno ha loro chiesto, il clima di sfiducia verso il governo e soprattutto nei confronti di veri medici è aumentato a dismisura. Ora, la situazione in Italia si è fatta seria. Non c’è bisogno di creare bufale, di generare allarmismi vari che potrebbero compromettere il delicato equilibrio psicologico della collettività. Di una eventuale psicosi sociale, media e presunti senatori ne saranno responsabili.

Invece che perseverare con queste ridicole (e pericolose) panzane, perché non mettere la stessa foga proponendo al governo di riservare più risorse ai controlli e per preparare il sistema d’allerta. Per una volta, che sia il bene del Paese la priorità e non la propaganda.

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