“Anche i giovani in Cile, Ecuador e Colombia chiedono diritti, e democrazia come la  primavera araba”

Mondo

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*Sud America. Foad Aodi (Amsi): “Anche i giovani in Cile, Ecuador e Colombia chiedono diritti, libertà e democrazia come la seconda  primavera araba”*
 

*Lorenzo Proia (UxU): “Cile e Italia figli di Moro e Allende, destini comuni”*

 

In Cile, così come in Ecuador e in Colombia, sono in atto dall’ottobre scorso delle rivolte popolari ad opera di giovanissimi, una situazione comune a diversi Paesi arabi dall’altra parte del mondo. Queste manifestazioni si sono fatte particolarmente forti da alcuni giorni soprattutto in Cile, in particolare ad opera dei tifosi di calcio che hanno occupato gli stadi e fermato le partite anche se di tifoserie opposte, la repressione è stata violenta in questi giorni: 31 morti da ottobre in Cile, con un escalation nelle ultime due settimane e addirittura 4 morti in 3 giorni, tutti giovanissimi. Sul tema è intervenuta la Commissione interamericana per i Diritti Umani in visita a Santiago del Cile che ha richiesto delle indagini contro le forze dell’ordine. A ciò si aggiunge il dramma di centinaia di giovani cileni che hanno perduto un occhio a causa dei proiettili di gomma, oltre agli stupri nei confronti delle donne, sempre da parte dei militari, che hanno portato alla nascita di movimenti femministi anche forti, come un Partito di sole donne di recente, primo caso al mondo.

“Il nostro impegno internazionale non ha colore né religioni e cerchiamo di mettere sotto luce i conflitti indimenticati e nei ‘paesi poveri’ che non trovano interesse economici e mediatici per essere sotto i riflettori. Come ci occupiamo di mondo arabo, Africa, Asia, Nord Africa, Paesi dell’Est e Medio Oriente non possiamo dimenticare la sofferenza dei nostri amici sudamericani ai quali esprimiamo massima solidarietà e vicinanza in Italia e nei loro Paesi di origine e sono un pilastro dei nostri movimenti”, così Foad Aodi fondatore Amsi e Uniti per Unire e Membro Registro Esperti Fnomceo.

*Lorenzo Proia, giornalista, storico e scrittore, Coordinatore Nazionale del Dipartimento Informazione, Studi e Ricerca del Movimento Transnazionale e Interprofessionale “Uniti per Unire”* dichiara infine: “L’Unione Europea e l’ONU devono farsi carico di questo grande ‘vuoto dei Diritti’ a cui assistiamo nel mondo e ascoltare le Donne e i giovani del Cile, già scesi in piazza nel 2011 con Camila Vallejo e oggi tornati in strada così come molti arabi dall’altra parte del globo, per chiedere riforme costituzionali, meno tasse, diritti per i giovani e le donne e giustizia sociale. Ho scritto da poco un libro (‘Italiani brava gente!’) sul ‘2011’ e su questo ‘ritorno’ del 2019 e 2020, della Primavera Araba  di altre realtà di quel tempo come di oggi, come il Cile, l’Ecuador, la Colombia e l’Argentina: si tratta di una rivolta di giovani frustrati, che non vedono realizzarsi le loro aspirazioni in una situazione globale. L’Italia, in particolare, è molto coinvolta in questo processo mondiale: il Cile, ad esempio, è un Paese a noi prossimo che risente delle tre morti precoci di Allende, Moro e Berlinguer, Santiago è un Paese fratello di Roma”.

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