Coronavirus: Regione a Conte, superare “de minimis” imposto da Ue

Friuli Venezia Giulia

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Aiuti di Stato, alzare tetto da 200 a 500 mila euro


TRIESTE – Superare l’importo di aiuto di Stato “de
minimis”, pari a 200 mila euro stabilito dalla legislazione
europea ed innalzare il tetto a 500 mila euro, da erogare
nell’arco di tre esercizi a favore delle imprese del Friuli
Venezia Giulia per far fronte alla crisi dell’economia locale
legata all’emergenza Coronavirus.

È questa la richiesta che il Governatore della Regione ha inviato
quest’oggi con una lettera indirizzata a palazzo Chigi al
Presidente del Consiglio dei ministri. Nella missiva il capo
dell’esecutivo ha spiegato al massimo esponente del Governo che
la Regione ha in programma il varo di un piano di misure a
sostegno dell’intero tessuto produttivo regionale. Infatti ai
settori inizialmente colpiti quali quello turistico, alberghiero
e della ristorazione, ora le difficoltà si stanno diffondendo a
tutti i comparti produttivi con ripercussioni sulle famiglie e su
tutti i cittadini. Ciò comporta, a sua volta, la previsione di
una rilevante diminuzione delle aspettative di crescita, degli
investimenti e conseguentemente dell’occupazione.

Per questo motivo il Friuli Venezia Giulia è pronto a mettere in
atto una serie di misure a sostegno all’economia: un programma
che potrà tuttavia trovare più facile attuazione se elaborato nel
quadro della normativa sugli aiuti di Stato. Su quest’ultimo
argomento, è stata pertanto chiesta al Governo la possibilità di
disporre della massima flessibilità, beneficiando di ciò che
prevede il Trattato istitutivo dell’Unione: in particolare si fa
riferimento al fatto che alla Commissione Ue è consentito, in
presenza di condizioni di mercato eccezionali, di considerare
compatibili con il mercato comune gli aiuti destinati a porre
rimedio a un grave turbamento dell’economia di uno Stato membro.

In sostanza, fa presente la Regione, si tratterebbe di operare in
linea con quanto fatto nel contesto della crisi
economico-finanziaria globale post 2008; in quella circostanza la
Commissione europea incoraggiò gli Stati dell’UE a mettere in
campo misure per il sostegno alle imprese ed il rilancio
dell’economia reale, nel rispetto delle regole in materia di
concorrenza stabilite dal Trattato. Allo stesso modo, nel quadro
dell’attuale crisi sanitaria globale generata dalla diffusione
del COVID-19, la Regione sostiene che le autorità europee debbano
intervenire per stimolare l’adozione di interventi pubblici a
beneficio delle imprese e più in generale di famiglie e
cittadini. 

Fermo restando il principio chiave della politica di concorrenza
dell’UE, secondo cui è necessario che siano garantite condizioni
di parità tra le imprese europee, per il Governatore del Friuli
Venezia Giulia sarebbe opportuno che, in aggiunta agli strumenti
già a disposizione, la Commissione europea valuti anche
l’opportunità di prevedere ulteriori misure di aiuto che gli
Stati membri possano mettere in atto temporaneamente. Se da una
parte, infatti, c’è il timore che le imprese risentano gravemente
dell’incertezza causata dalla situazione corrente, dall’altra si
potrebbe rischiare un taglio dei finanziamenti alle imprese da
parte degli istituti finanziari. Pertanto, sarebbe più che mai
necessario attuare iniziative volte ad applicare le norme in
materia di aiuti di Stato per disporre dell’adeguata flessibilità
con la quale fronteggiare la crisi, evitando ingiustificate
restrizioni della concorrenza. Inoltre il sostegno pubblico
rivolto alle imprese in questo momento di difficoltà potrebbe
essere funzionale ad incoraggiare il mantenimento di
investimenti, anche in vista degli obiettivi più globali di
riduzione delle emissioni di carbonio che l’UE si è posta per il
2050. 

Secondo la Regione, la riproposizione di un quadro giuridico
analogo a quello adottato per la crisi economico-finanziaria
globale post 2008 consentirebbe la concessione di un “importo di
aiuto limitato” di entità superiore alla soglia indicata nei
regolamenti “de minimis” al momento stabilita a 200 mila euro (25
mila euro per le attività di produzione primaria) nell’arco di
tre esercizi finanziari. Il massimale degli aiuti che il Friuli
Venezia Giulia ritiene sia necessario poter temporaneamente
erogare a ciascuna impresa è invece di 500 mila euro (50 mila
euro per le attività di produzione primaria).

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