“Gli italiani sono indisciplinati per natura”, dice Piero Angela

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 Il 91enne divulgatore scientifico consiglia “alle persone anziane, ma non solo, di approfittare di questo periodo per scrivere la storia della loro vita, di creare questo documento prezioso che poi resterà per sempre nella loro famiglia” 

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Coronavirus Piero Angela italiani indisciplinati 

 Piero Angela (Agf)

“Gli italiani sono indisciplinati per natura”, per questo così tanti non restano a casa malgrado gli appelli e le ordinanze del governo. Ne è convinto Piero Angela, uno dei più grandi divulgatori contemporanei, che oggi è intervenuto a ‘Un giorno da pecora’, la trasmissione di Rai Radio1 condotta da Geppi Cucciari e Giorgio Lauro.

Piero Angela spiega che in questo periodo di isolamento forzato casalingo sta rileggendo i suoi libri “perché dovrebbero uscire in una collana dopo l’estate, e dunque devo aggiornarli e farne una prefazione. E poi, avendo tempo libero, ho ripreso a suonare il pianoforte”.

Il 91 enne giornalista torinese e’ stato un jazzista di qualità e confessa di avere un desiderio: “Ho intenzione di fare un disco, sia con me da solo al piano sia col jazzista Dino Piana, che faceva parte del gruppo con Basso e Valdambrini, tra le più famose formazioni jazz italiane al mondo”. Alla domanda perché, a suo avviso, alcuni italiani facciano fatica a stare in casa durante questa emergenza, Piero Angela risponde che fanno cosi’ “perché sono indisciplinati per natura, la trasgressione è quasi un piacere. Poi certamente tutti hanno le loro piccole e grandi esigenze”.

In questo momento tutti stiamo riscoprendo l’importanza della famiglia e oggi, anche grazie alla tecnologia, la distanza non è più tanto grande. Oltre al telefono, infatti, c’è la possibilità di fare videochiamate con suo figlio Alberto per sentirsi meno solo. “Si, lo sento, le videochiamate sono una grande risorsa, noi siamo una famiglia molto unita, abbiamo un ottimo rapporto”, racconta. C’è chi dice che l’emergenza Coronavirus sia paragonabile a una guerra. Ma Piero Angela, che ha vissuto il secondo conflitto mondiale, non e’ d’accordo. “E’ completamente diverso – spiega a Rai Radio1 – io la guerra l’ho vissuta, quando e’ finita avevo 17 anni. Ho vissuto tantissimi bombardamenti sulla popolazione civile, non si mangiava, ho fatto una fame terribile, si viveva da sfollati fuori dalla città”. 

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