“ Quel camice bianco che unisce l’Italia“

Attualità & Cronaca

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Nell’anno del Coronavirus in un giorno di marzo, penso agli Italiani ammalati, costretti a sopportare strazi immani, penso ai medici, agli infermieri ed a tutto il personale sanitario, con quei lunghi camici bianchi in trincea.

Quest’avventura, dolorosa, ci sta insegnando alcune cose come Paese.

Anzitutto che dobbiamo imparare a scegliere meglio chi deve rappresentarci, perché non è sempre tarallucci e vino la vita pubblica di un paese.

Ci sta facendo comprendere dell’importanza di un adeguato e strutturato sistema di prevenzione e di un piano di azione e coordinamento ( e di evacuazione ) in questi casi straordinari, utile alla popolazione, alle autorità ed ai sanitari.

Ci sta, infine, mostrando in tutta la nostra debolezza, impreparazione e senza un adeguato ed efficiente servizio sanitario nazionale.

Sì, perché oltre ai posti letto ed agli strumenti utili a fare fronte all’emergenza, siamo pure scoperti di presidi e protezioni per i nostri medici, infermieri e personale sanitario, che oggi chiamiamo ” angeli”.

In questi momenti i nostri custodi, animati da tanta forza e coraggio combattono in piedi, con dignità, con onore e con amore per salvare vite, senza avere, per disposizione governativa e sanitaria, alcuna protezione, utile ed efficace.

Ed il fatto che questa situazione sia resa legittima dalle Autorità, rende la questione di interesse ed esigenza nazionale.

Forse elevata anch’essa ad emergenza nazionale.

E mentre i nostri governanti, i nostri dirigenti ministeriali, i commissari dell’emergenza, stilano ordinanze, rendono proclami, e dettano proiezioni, i nostri ragazzi, i nostri giovani medici, infermieri e personale sanitario, stanno in corsia, fanno le notti senza compenso, corrono per salvare vite e guardano negli occhi chi ci lascia.

Questi eroi, faticano per dei valori, e sopportano i dolori che a noi non raccontano, perché sono uomini e donne con un cuore, perché sono Italiani.

Ed anche se la classe politica, indefinibile segue la regola secondo cui, “ se muore una persona è un dramma, ma se ne muoiono 1000 è statistica “, i nostri angeli, continuano a dedicarsi con dedizione, a mani nude, senza tentennare e lo fanno in silenzio.

Stiamo scoprendo, come sistema pese, che nei casi di necessità, e forse anche di ordinarietà, la nostra sanità non ha mezzi e strumenti, così come non ha uomini responsabili, tranne, e questa è una certezza, uomini coraggiosi: i nostri angeli ed i nostri ammalti che se ne vanno senza neanche salutare.

Ed a loro dobbiamo un grande grazie, grazie e grazie ancora, perché nel dolore ci fate riscoprire d’essere una Nazione orgogliosa.

Allo stesso modo e nello stesso tempo, constatiamo che Il governo, autorevole, capace, virtuoso e responsabile non ha nemmeno ammesso la propria sconfitta, dichiarando la propria incompetenza per le scelte che avrebbe dovuto anzitempo compiere.

Quella si che andrebbe conclamata con un provvedimento!.

E dalla Lombardia, sino al Friuli, passando per l’Emilia sino al Piemonte, i nostri eroi stanno tenendo alto, l’orgoglio di una Nazione, avvolti ingiustamente in un groviglio di emozioni confuse, obbligati a vivere in questo nostro ambiente pandemico.

E nel contempo assistiamo ad una classe dirigente che si affida al divino, confidando negli angeli e nella loro miracolosa capacità di evitare rischi e pericoli.

Nella disgrazia, noi che siamo realisti, noi che stiamo in casa, noi che preghiamo per tutti, sappiamo di dover fare affidamento solo sul senso di responsabilità, di moralità e di coraggio dei nostri ragazzi, capaci di tenere in piedi un intero sistema, chiamato sistema di Dignità Nazionale.

E lo fanno perché sono preparati, perché sono coscienziosi e perché hanno un cuore grande.

Pur tuttavia rimane il fatto che, mandare questi ragazzi in guerra, senza nessuna protezione ed ausilio, significa sporcarsi le coscienze e le mani di sangue.

Ma per fortuna, all’inefficienza e inadempienza del nostro sistema di vertice, stanno arrivando gli aiuti sanitari dall’estero, con sincero e profondo ringraziamento, attrezzati di tutto punto, e per fortuna di tutto il necessario, anche le mascherine e gli altri sistemi di protezione per i nostri Angeli.

Dio li benedica.

Giuseppe Trizzino

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