Voglio il capolavoro

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Voglio imparare una lezione da questa stretta, non farmi sfuggire il più piccolo insegnamento, voglio portare emozioni, riflessioni e pensieri.

 Voglio che ogni lavoro sia celebrato, rispettato e tutelato. Dal medico all’infermiere, dal giornalista all’insegnante, dall’operaio all’impiegato, dall’inserviente al muratore. Non esiste un lavoro più degno di un altro.

Voglio che ogni persona sperimenti il tempo per sé come ora. Senza un ritmo lento, semplice e dilatato nessuna persona al mondo può scoprirsi, riposarsi davvero e ricaricarsi. E mettere in atto la propria creatività. E scoprire i propri doni.

Voglio che ognuno di noi diffonda nel mondo il proprio dono, come adesso, per poter dare un pezzetto di noi, il migliore, in questa emergenza.

Voglio che ritorniamo a vivere dell’essenziale, a fare la spesa nei nostri paesi, a comprare solo ciò che ci serve davvero.

Voglio che l’automobile sia utilizzata il meno possibile, solo per necessità e non per svago o per comodità.

Voglio che impariamo a ritirarci dal mondo e ad ammirarlo senza il nostro disturbo e il nostro rumore.

Voglio che le nostre case diventino nidi e non luoghi di passaggio. Voglio che siano il centro delle nostre giornate, che siano curate, vissute e amate come luoghi sacri.

Voglio che venga ristabilito il tempo dei bambini. Soprattutto dei più piccoli che senza spostamenti e impegni quotidiani riescono ad indirizzare liberamente le proprie energie nel gioco e nella creatività. E sono più sereni. E più calmi. E più veri.

Voglio che siano considerate preziose le passeggiate vicine a casa e ci si renda conto che una vacanza lontana comporta costi ambientali, fisici ed economici.

Voglio che venga mantenuta una certa distanza. Tra le persone. Perchè è solo in questo modo che ogni persona riesce a tracciare i propri confini e a non con-fondersi con l’altro. Ed è solo così che possiamo essere empatici e portare sollievo.

Voglio che i baci e gli abbracci non vengano regalati a chiunque. Siano un contatto fisico intimo e profondo. Da donare con cura e attenzione per non disperderne tutto il valore.

Voglio che gli anziani ritornino ad avere il ruolo che da sempre appartiene a loro. Custodi di storie, di memorie e di saggezza. I più vicini al divino e al mistero della vita.

Voglio che regni il rispetto, la solidarietà. Rimanendo a casa rispettiamo noi stessi ma anche la salute degli altri.

Voglio che la morte ritorni ad essere presente come ora nelle nostre vite. Voglio che diventi un accadimento doloroso ma sacro come lo è la nascita, entrambi parti dello stesso ciclo. Dobbiamo ritornare a venerare la morte come un dio, a parlarci, a non temerla, a considerarla come la porta che ci conduce ad un mondo diverso. Come una nuova rinascita.

E’ l’ora della svolta.

E’ ora che ognuno  faccia la propria parte per ricominciare in un altro modo.

Più creativo.

Più responsabile.

Più consapevole

Più vero.

Non voglio più la normalità.

Voglio il capolavoro.

Evelyn Zappimbulso

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