Il programma in 15 punti delle Regioni per far ripartire l’Italia

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Le regioni e le Province autonome si dicono d’accordo su una regia nazionale per organizzare la Fase 2 dell’emergenza coronavirus ma chiedono una sorta di autonomia che tenga conto delle “singole specificità” locali. Si chiede tra l’altro l’apertura, già il 27 aprile dei cantieri. 

Coronavirus piano Regioni ripartire

© Emmanuele Ciancaglini / NurPhoto / NurPhoto via AFP
– In una gastronomia di Rolo si preparano i tortellini nel rispetto delle norme igieniche imposte dal coronavirus

In un documento in 15 punti proposto alla Cabina di regia le Regioni e le Province autonome chiedono di definire congiuntamente come dovrà avvenire la riapertura, in accordo con le indicazioni precise che scaturiscano dal comitato tecnico-scientifico e dalla task force diretta da Vittorio Colao.

Le Regioni e le Province autonome si dicono d’accordo su una regia nazionale per organizzare la Fase 2 dell’emergenza coronavirus ma chiedono una sorta di autonomia che tenga conto delle “singole specificità” locali. Si chiede tra l’altro l’apertura, già il 27 aprile dei cantieri. 

In relazione ai principali aspetti da affrontare congiuntamente, le Regioni segnalano 15 punti:

  1. Adottare linee guida nazionali, previo accordo con le parti sociali, che fissino le regole di carattere generale per la riapertura secondo fasi ben precise e graduali, lasciando autonomia alle Regioni per contemplare le singole specificità regionali in ordine agli aspetti relativi ai dati geografici, economici e sociali.
  2. Coordinamento nazionale per riaperture, previo accordo con le parti sociali: le date sono importanti ma sono altrettanto importanti le modalità attraverso l’utilizzo dei dispositivi di protezione che devono essere omogenei su tutto il territorio nazionale per evitare confusione. Valutare l’obbligo per tutta la popolazione, anche prevedendo la distribuzione presso la grande distribuzione organizzata per calmierare i prezzi.
  3. Mobilità della popolazione: prevedere l’adeguamento del trasporto pubblico locale per far fronte alle esigenze della riapertura: occorre considerane la necessità di distanziamento, dpi, eventuale scaglionamento degli orari di lavoro, diversi flussi; da qui il maggiore costo economico a cui far fronte 
  4. Rivedere i tempi delle città, ovvero graduare la riapertura delle attività lavorative e dei servizi delle città
  5. Possibilità di riapertura anche dal 27 aprile, dei cantieri edili, in particolare quelli all’aperto.
  6. Valutare una procedura semplificata per la ripresa immediata dei cantieri del terremoto attraverso norme in grado di far ripartire gli investimenti;
  7. Possibilità di riapertura anche dal 27 aprile, di alcune filiere produttive maggiormente esposte alla concorrenza internazionale, per evitare la sostituzione di tali quote di mercato a vantaggio dei competitor stranieri.
  8. Necessità, più in generale, di superare la disciplina di apertura e chiusura delle attività produttive sulla base dei codici ateco e del regime autorizzatorio delle prefetture; risulta preferibile prevedere una disciplina organizzata sulla pianificazione della riapertura di alcune filiere produttive – particolarmente rilevanti o maggiormente sicure – per il territorio e/o di settore, con la collaborazione di Regioni e Prefetture e la partecipazione delle rappresentanze delle parti sociali, delle Aziende Sanitarie e delle INAIL.
  9. Affrontare le riaperture tenendo conto del sostengo all’infanzia, verificando soluzioni per la cura dei bambini in considerazione della chiusura di scuole, nidi e centri estivi. Possibilità di consentire, nel rispetto delle regole, una graduale ripresa della socialità dei bambini 
  10. Necessità di concordare col Ministero dell’istruzione progetti specifici per la riapertura delle scuole che consentano una adeguata programmazione di tutte le attività necessarie correlate
  11. Necessità che le attività poste in essere dalle Regioni in materia di spesa sanitaria siano immediatamente ristorate con i fondi già previsti. Al riguardo si segnala l’opportunità di modificare l’ultimo periodo del comma 1 dell’articolo 18 del dl 18;
  12. Modalità omogenee, concordate e programmate, per una prossima, graduale riapertura degli esercizi di somministrazione al pubblico (bar e ristoranti)
  13. Necessità di programmazione delle attività turistiche 
  14. Necessità di incentivare lo smart working
  15. Necessità di posticipare, rispetto alla prima fase della riapertura, la mobilità extraregionale

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