Lettera aperta al presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Politica

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di Gina Pergianni

Signor Presidente,

mai avrei immaginato di doverLe scrivere per esternarLe tutto il dolore ed il disagio che sta provocando l’emergenza COVID-19 e non desidero riferirmi solo ed esclusivamente al pericolo del contagio ma,  e sopratutto all’aria di repressione che si respira per le strade delle nostre città.

E’ un tam tam popolare che dal basso si eleva come un grande grido di aiuto che resta inascoltato, da chi,  soprattutto in questa occasione, dovrebbe essere in grado di rassicurarci.

Il Popolo italiano ha risposto in maniera esemplare, con grande diligenza e dignità, alla richiesta di chiudersi in casa,  mantenendo il distanziamento sociale, di “serrare” le attività produttive tutte, per poter evitare il contagio ma … Signor Presidente,man mano che i giorni passavano,  si sono inasprite le restrizioni di quello che la nostra Costituzione sancisce come diritto inalienabile dell’essere umano: la LIBERTA’.

Quella Libertà per cui tanti Uomini e Donne , compreso mio padre, hanno versato il loro sangue per guadagnarci  la possibilità di vivere  in un Paese democratico.

La Democrazia implica la piena partecipazione del Popolo Sovrano il quale agisce attraverso i suoi “legali” rappresentanti in  Parlamento.

Ciò che sta avvenendo sulle strade delle nostre città è a dir poco disgustoso. Frange delle forze dell’ordine che dovrebbero proteggerci e tutelarci , con il loro atteggiamento  ed i loro interventi, forse anche a causa di mancanza di chiarezza da parte delle Istituzioni e assenza di buon senso, dimostrano che si  fa parte, non di uno Stato basato sul diritto ma, di qualcos’altro ………..

E’ semplicemente deprecabile l’atteggiamento che molti esponenti delle forze dell’ordine hanno nei confronti di inermi cittadini, rei soltanto di uscire di casa sprovvisti di autocertificazione o semplicemente perché stanno, da soli, seduti sulla panchina sotto casa.

Signor Presidente cosa dire del solitario sulla spiaggia che viene rincorso da elicottero? Cosa dire dell’arroganza dei carabinieri entrati in Chiesa durante la Celebrazione Eucaristica?  Cosa pensare del carabiniere che si avvicina all’altare per interromperne la funzione?  

Mi chiedo quale tremendo, orribile delitto si stava consumando?  Una semplice CENA EUCARISTICA, quindici fedeli con il sacerdote  in una chiesa di trecento metri quadri.

Nelle nostre Chiese, nelle Chiese italiane mai si era vista una cosa simile, persino in tempo di guerra i soldati non osavano interrompere la Messa, aspettavano fuori dalla Chiesa, sul sagrato.  Avrebbero potuto fare lo stesso questi  “zelanti” carabinieri.

La nostra Costituzione non sancisce anche la libertà religiosa? Se i supermercati possono ricevere le persone per l’acquisto dei beni materiali, per il sostentamento del corpo, non crede Signor Presidente che le Chiese possono accogliere i fedeli perché questi possano ricevere il Cibo dell’anima?

Tanto di cappello per il Sacerdote, esempio di fede e di coerenza cristiana per la sua missione.

Signor Presidente, si  potrebbero elencare centinaia di situazioni in cui alcuni elementi delle forze dell’ordine sono state poco rispettose della dignità dell’UOMO, siamo all’apoteosi  dell’ assurdo.

Troppo zelo riversato su situazioni che dovrebbero essere valutate con il metro del buon senso.

Un’ ingente spiegamento di forze, droni, elicotteri, volanti e blindati,  contro gente inerme che,  se utilizzate per la lotta alle mafie, oggi, probabilmente in Italia non ci sarebbero lapidi a memoria di martiri quali IMPASTATO, TERRANOVA, MATTARELLA, INZERVILLO, LA TORRE, DI SALVO, DALLA CHIESA, LIVATINO, GRASSI, LIMA, BORSELLINO, FALCONE …

Senza dimenticare gli uomini delle forze armate che hanno dato la loro vita, onorando la Divisa, per la salvaguardia delle Istituzioni come: MONTINARI, DI CICLO, SCHIFANI, LI MULI, COSINA, TRAINA, CATALANO ………….…

Signor Presidente, la memoria del passato non è da sola vaccino a pericolose ricadute serve piena consapevolezza e continua vigilanza.

L’articolo 32 della Costituzione italiana recita:

“La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

Gina Pergianni

redazione@corrierenazionale.net

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