La Giornata Mondiale della Poesia, istituita dall’ Unesco nel 1999 e celebrata molto poeticamente nel primo giorno di primavera, riconosce alla poesia un ruolo privilegiato nella promozione del dialogo, della comunicazione e della pace. Ma in che modo? Che cos’è davvero la poesia?
Leonardo Da Vinci ebbe a dire: “La pittura è una poesia muta, e la poesia è una pittura cieca.”
E come ciechi sembrano davvero brancolare nel buio tutti i più grandi poeti davanti a questa domanda, a dimostrazione che la poesia può tutto, tranne spiegare sé stessa.
Altrettanto sfuggente fu Giorgio Caproni, in un’altrettanto rara apparizione pubblica avvenuta il 16 febbraio 1982 al Teatro Flaminio di Roma.
“Il poeta è un minatore” disse per poi rifugiarsi anch’egli in una citazione: “è poeta colui che riesce a calarsi a fondo in quelle che il grande Machado definiva « le segrete gallerie dell’anima»”. Riferendosi al paradosso per cui tanto più il poeta si immerge in profondità nel proprio io, tanto più si allontana da ogni auto referenzialità, perché è in quella profondità vera che si cela l’universale.
Ma meglio che con le parole, come spesso accade, anche Caproni se la cavò in poesia:
Buttate pure via ogni opera in versi o in prosa. Nessuno è mai riuscito a dire cos’è,nella sua essenza, una rosa.
Nel camerino la mia anima nascosta
vive in sofferenza aspettando l’amore di qualcuno
che ti offre la luce della vita
ma nessuno osa abbracciare
l’anima triste e smarrita, il canto sonoro
di un ritmo prepotente tira il doloroso sentimento
nascosto nel buio diventa
poesia
armoniosa poesia di gioia
coronata di stelle di luce che la vita porta all’anima mia
Rosetta Tripoli