Orti a casa, ma scarseggiano le piantine

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E’ boom per l’orto “fai da te”, ma scarseggiano le piantine. Ed è un problema che si ripercuote, con dimensioni ovviamente esponenziali, anche per le imprese orticole, in pieno periodo operativo.

 “Sì, c’è carenza di piantine da orto” conferma Roberto Magni, membro di giunta Coldiretti e florovivaista. “In seguito all’emergenza Coronavirus, molte realtà orto-floricole hanno ridotto la loro capacità produttiva, anche per l’oggettiva difficoltà di reperire manodopera stagionale. In più, la necessaria applicazione dei protocolli sanitari – intendiamoci sacrosanti e importantissimi – rallenta di fatto la capacità delle linee produttive”.

Un settore, quello florovivaistico, che vive tuttora un periodo di crisi, con “le imprese che stanno subendo anche uno stress dal punto di vista economico: nonostante la totale assenza di entrate dei mesi di marzo e aprile, stanno affrontando gli attuali costi di produzione con propria liquidità e propria capacità creditizia”. Ci sono ancora piante da fiore e da vivaio che vengono distrutte per il crollo del mercato, e va tenuto conto che le forniture che oggi riusciamo a consegnare, verranno comunque pagate non prima dei canonici 60-90 giorni. E’ necessario intervenire a sostegno del comparto, e farlo con urgenza, anche con contribuzioni a fondo perduto, tenuto conto che quanto è stato perduto non potrà essere mai più recuperato”.

Le piante da orto, oggi, sono molto richieste anche dai cittadini, che, costretti a casa hanno deciso di trasformare in orto parte del giardino, in modo da integrare le risorse della dispensa domestica, con erba aromatiche e piccoli ortaggi che trovano spazio anche sui balconi di palazzi e condomini: una tendenza che coinvolge già 6 cittadini lariani su 10 e che è in aumento, proprio grazie alla riapertura di garden e vivai gestiti dai floricoltori.

L’investimento per realizzare un orto tradizionale in giardino si può stimare intorno ai 250 euro per 20 metri quadrati “chiavi in mano” per acquistare terriccio, vasi, concime, attrezzi, reti per delimitare le coltivazioni, sostegni vari, sementi e piantine. Individuare lo spazio giusto e, la stagionalità, conoscere la terra di cui si dispone, scegliere attentamente semi e piantine a seconda del ciclo e garantire la disponibilità di acqua sono alcune delle regole da seguire per ottenere buoni risultati.

Per far fronte alla carenza di manodopera, Coldiretti, invece, è intervenuta con il lancio del portale dedicato “Job in Country”: si tratta della piattaforma di intermediazione della manodopera (autorizzata dal Ministero del Lavoro) che offre a imprese e lavoratori un luogo di incontro, prima virtuale on line e poi sul campo. Si pone infatti l’obiettivo di mettere in contatto nei singoli territori i bisogni delle aziende agricole in cerca di manodopera con quelli dei cittadini che aspirino a nuove opportunità di inserimento lavorativo, in un quadro di assoluta trasparenza e legalità. Vanno infatti specificate – precisa la Coldiretti – mansioni, luogo e periodo di lavoro ma anche disponibilità e competenze specifiche in un settore dove è sempre più rilevante la richiesta di specifiche professionalità. L’attività è svolta direttamente nelle singole province attraverso le Società di servizi delle Federazioni provinciali ed interprovinciali della Coldiretti, secondo un modello di capillare distribuzione sul territorio.

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