Anche la Democrazia Cristiana scende in campo a sostegno della già dura presa di posizione della C.E.I.

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Anche la Democrazia Cristiana scende in campo a sostegno della già dura presa di posizione della C.E.I. (Conferenza Episcopale Italiana) che espresso una vibrante protesta contro il divieto del Governo italiano di poter celebrare le S. Messe nella cosiddetta fase due della emergenza da coronavirus.

Lo fa per il tramite di una lettera inviata con carattere di urgenza alla Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ed al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte da parte del Segretario politico nazionale della D.C. Angelo Sandri (Udine) e del Vice-Presidente nazionale D.C. Alessandro Calabrese (Taranto) in cui si esprime l’indignazione delle decine di miglia di aderenti al partito che contestano apertamente una insensibilità da parte delle Istituzioni governative italiane che rasenta la follia, oltre che essere palesemente contraria al Dettato Costituzionale.

<< Le incongruenze che emergono dal DPCM 26 aprile 2020 testè emanato, soprattutto per quanto concerne la celebrazione delle S. Messe nei luoghi di culto sono infatti sotto gli occhi di tutti.
L’articolo 1, comma i), del summenzionato provvedimento, impedisce la celebrazione delle S. Messe nei luoghi di culto, motivando tale diniego per il possibile rischio di contagio per la pandemia che sta colpendo il nostro Paese.
La presa di posizione assunta della C.E.I. (Conferenza Episcopale Italiana) sulla vicenda, appare alla Democrazia Cristiana una protesta giusta e sacrosanta alla quale affianchiamo nel sostenerla con forza, richiamandoci anche nell’articolo 7 della Costituzione italiana che così recita: “Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi….”.
Anche l’articolo 20 della Costituzione Repubblicana sancisce in maniera inequivocabile che l’attività di culto non può subire limitazioni legislative per la sua attività.
Ne discende, in punto di diritto, che non potendo una legge limitare l’attività di culto, che si estrinseca principalmente nella celebrazione eucaristica, riteniamo che il DPCM essendo un provvedimento essenzialmente di carattere amministrativo non possa certo prevaricare il Dettato Costituzionale.
D’altronde, il summenzionato DPCM emanato il 26 aprile tra altre incongruenze, mostra il fianco a giuste critiche e confronti anche per quanto attiene la questione della partecipazione dei congiunti alle esequie funebri. La Democrazia Cristiana se da un lato plaude all’apertura fatta per la celebrazione dei funerali, ma allo stesso tempo, non si comprende come mai la celebrazione della S. Messa rimane esclusa.
A nostro parere, il DPCM deve essere rivisitato nel brevissimo, consentendo le celebrazioni eucaristiche, riconoscendo al Governo il diritto di dare le dovute prescrizioni per evitare pericolosi assembramenti, nell’ottica di contenere efficacemente la diffusione del coronavirus.
Non rilevano per niente le giustificazioni date, che scaricano la responsabilità di questa assurda decisione agli scienziati facenti parte della task-force insediata dal Governo, in quanto riteniamo che vadano ascoltati i pareri degli esperti, ma la decisione finale spetta alla politica e a chi ha l’onere del governo del Paese.
Rifuggiamo da un modello di Paese in cui la politica sia servente alla scienza, soprattutto per questa vicenda di lotta e contrasto al proliferare del coronavirus, contraddistinta da numerosissime opinioni di scienziati, quasi mai concordi, anzi spesso contrapposti; questa colpevole mancanza di linea comune ha trovato, purtroppo, colpevolmente impreparata anche l’O.M.S. – Organizzazione Mondiale  della Sanità, che si è distinta per le sue ondivaghe e tardive azioni.

Sollecitiamo Palazzo Chigi ad un sollecito provvedimento di accoglimento della presente richiesta anche in omaggio a milioni di fedeli che, al pari delle azioni messe in atto in questi giorni di pandemia da parte di Papa Francesco, possano trovare il ristoro della fede per superare il difficile momento.
Siate certi, che non sarà certamente la partecipazione dei fedeli alle S. Messe il pericolo per la riaccensione dei focolai del virus, ma il rispetto che tutti i cittadini avranno delle regole per evitare il contagio nelle chiese, nei luoghi di lavoro, nelle attività commerciali e in tutte le attività sociali, ricreative, ecc..
Siamo certi, apprezzandone la Vostra sensibilità politica, che non mancherete di avere il giusto rispetto del dettato costituzionale, congiuntamente al rispetto nei confronti di milioni di fedeli che in questo momento difficile si sono sorretti, nutriti della fede, grazie anche alla straordinaria opera compiuta quotidianamente dal Pontefice, nel modificare il DPCM del 26 u.s., riaprendo finalmente le chiese ai fedeli.

Il Segretario Nazionale Il V.Presidente Nazionale
Dott.Angelo Sandri Prof. Alessandro Calabrese

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