Tensioni nel governo sul “decreto maggio”. Conte media e prende tempo

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Molti i nodi da sciogliere sul provvedimento da 55 miliardi, a partire dalla sanatoria dei lavoratori stranieri irregolari, con il ministro Bellanova che stima 600 mila possibili beneficiari

 
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ELIANO IMPERATO / CONTROLUCE – Giuseppe Conte

Non dovrebbe arrivare oggi né giovedì, secondo quanto apprende l’AGI, il dl imprese sul tavolo del Consiglio dei ministri. L’orientamento, secondo quanto riferiscono fonti ben informate, è prendere ancora qualche giorno. Cercare di valutare bene ogni provvedimento. E così non si esclude che il decreto da 55 miliardi possa essere esaminato direttamente nel week end.

Del resto sono tanti i nodi da sciogliere. Tra questi il tema alla regolarizzazione dei lavoratori stranieri irregolari. Il ministro dell’Agricoltura Bellanova ha stimato in 600 mila il numero dei beneficiari, ma il tentativo in corso è quello di raggiungere l’intesa intorno ad una cifra inferiore (400 mila). L’esponente renziana propone di inserire nel dl un permesso di soggiorno di sei mesi rinnovabili.

Pd e Iv puntano ad estendere la platea anche a colf e badanti ma il Movimento 5 stelle fa resistenza. Da qui il tentativo di mediare del presidente del Consiglio Conte. Anche sulle norme legate alla ricapitalizzazione delle imprese. Il premier ha ascoltato le riserve di Italia viva e anche sulle sollecitazioni arrivate dal presidente di Confindustria Bonomi ha deciso di approfondire meglio il ‘dossier’.

Passi avanti, invece, sul Rem, con il Pd e Iv disponibili ad ‘aprire’ solo ad un sussidio ‘una tantum’. Il compromesso dovrebbe far sì che la misura possa essere temporanea, erogata già da maggio e sotto la supervisione dell’Inps (battaglia M5s) mentre Iv vorrebbe che siano i comuni ad occuparsi del Rem (o ‘contributo di emergenza’). 

 In ogni caso il presidente del Consiglio intende portare avanti una linea di dialogo e di confronto. Soprattutto con i sindacati a cui il premier ha chiesto “un patto sociale” e promesso che “non verrà lasciato nessuno indietro”. “Il dl non è panacea ma limita i danni”, la tesi del presidente del Consiglio.

Sono tantissime le misure che entreranno nel decreto legge. C’e’ anche l’ipotesi di tagliare l’orario di lavoro, puntando maggiormente sulla formazione. Già il Pd aveva depositato nelle scorse settimane, in epoca pre-coronavirus, una proposta di legge ad hoc. Il tema potrebbe essere rilanciato, senza che ci siano conseguenze sulla busta paga. La ‘rete’ del presidente del Consiglio in questa fase due serve a trovare il massimo della convergenza possibile, spiega un ministro.

Ma se sul fronte interno ci si divide sulle misure, a preoccupare è anche la notizia che arriva dalla Corte Costituzionale tedesca che, pur rigettando i ricorsi presentati contro il Qe, rischia di delimitare i margini di azione della Banca centrale. Spingendo così l’Italia ad utilizzare il Meccanismo del fondo Salva Stati, considerando pure che la discussione sui ‘recovery bond’ è slittata più avanti. Oggi arriveranno le previsioni Ue sulla crisi da coronavirus e si teme che la recessione possa essere ancora più pesante. Ecco perché l’obiettivo – non solo di Bruxelles ma anche dell’Italia – è che non ci siano freni alla risposta da dare alla pandemia. 

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