Silvia Romano in Italia, sorrisi, mascherina e veste islamica

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Silvia Romano, la volontaria, rapita 18 mesi fa in un villaggio della Kenya e’ in Italia. Ad accoglierla a Ciampino, i genitori e la sorella, il premier Conte e il Ministro Di Maio. In abito islamico, con guanti e mascherina. Liberata ieri vicino a Mogadiscio. Si e’ convertita all’Islam. “Sto bene per fortuna, fisicamente e mentalmente, sono felicissima, ora voglio stare solo con la mia famiglia”, le prime parole. Oggi interrogata dal pm. Conte: “Risultati quando c’e’ abnegazione, in particolare dell’Aise, ma grazie anche a Farnesina e unita’ di crisi, al ministro Di Maio, all’autorita’ giudiziaria”. Di Maio: “lavoreremo per riportare a casa gli altri italiani”. 

Un lungo abbraccio in lacrime che ha commosso l’Italia: Silvia Romano e’ tornata a casa, dalla sua famiglia, dopo una prigionia durata 536 giorni. Il volo che l’ha riportata in patria dalla capitale somala Mogadiscio e’ atterrato all’aeroporto militare di Ciampino poco dopo le 14. Ad accompagnarla dalla scaletta del Falcon dell’Aise gli agenti dei Servizi a volto coperto. Con la mano, avvolta in un guanto blu, ha mandato un saluto ai fotografi e agli operatori che ha raggiunto le case delle decine di migliaia di italiani che seguivano in diretta il tanto atteso momento. Avvolta in un tradizionale abito somalo verde con il capo coperto, primo segnale della sua conversione all’islam.

Silvia mette le mani sul volto e corre ad abbracciare la mamma e la sorella. Un lungo abbraccio a cui assistono con emozione anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che hanno voluto accoglierla personalmente. Poi arriva il turno del padre che si inchina a lei, prima di stringerla a se’. Con il gomito ha salutato il premier Conte e il ministro Di Maio prima di ringraziarli. “Grazie. Sto bene, per fortuna, sto bene fisicamente e mentalmente. Ora voglio solo stare tanto tempo con la mia famiglia e sono felicissima, dopo tanto e’ bello essere tornati”.

 “Questi risultati si ottengono solo se c’e’ abnegazione, in particolare dell’Aise, ma grazie anche alla Farnesina e all’unita’ di crisi, al ministro Di Maio, all’autorita’ giudiziaria. Quando lavoriamo insieme coesi, concentrati, ce la facciamo sempre”, ha dichiarato poi il capo del governo. “E’ un bel giorno, sono molto contento per Silvia, per i suoi genitori e per tutti gli italiani che hanno atteso questo momento”, ha aggiunto. “C’era stata la prova in vita. Eravamo in dirittura finale da qualche mese, ma abbiamo mantenuto il massimo riserbo su queste notizie. Sono operazioni che necessitano il massimo riserbo”, ha precisato Conte. Il capo della Farnesina, Di Maio, si e’ unito ai ringraziamenti e ha voluto fare un augurio speciale alla mamma di Silvia per la festa della mamma e un “saluto a tutte le mamme e ai genitori e parenti di altri cittadini che purtroppo sono ancora in stato di prigionia all’estero”. “Lavoreremo come abbiamo lavorato per Silvia Romano per riportarli a casa. Lo Stato non lascia indietro nessuno e il lavoro fatto dalla Farnesina e dell’intelligence, dal presidente del Consiglio, da tutti gli uomini e le donne che l’hanno riportata a casa, e’ un lavoro che continuera’ e andra’ avanti non dai prossimi giorni ma delle prossime, come abbiamo sempre fatto”, ha assicurato. A Milano, nel quartiere di Silvia, la notizia e’ stata accolta da un lungo applauso e della campane in festa. 

Si e’ conclusa dopo quattro ore l’audizione di Silvia Romano nella caserma del Ros. “Sono serena. Durante il sequestro sono stata sempre trattata bene”, ha raccontato la cooperante milanese ai pm della procura di Roma che sulla vicenda aveva aperto un fascicolo ipotizzando il reato di sequestro di persona a scopo di terrorismo. 

“Non c’e’ stato alcun matrimonio ne’ relazione, solo rispetto”. Lo ha detto Silvia Romano durante l’audizione davanti ai pm di Roma e il Ros. “E’ successo a meta’ prigionia, quando ho chiesto di poter leggere il Corano e sono stata accontentata”. Cosi’ Silvia Romano ha raccontato agli inquirenti la sua conversione all’Islam che ha definito “spontanea e non forzata”.”Mi sono spostata con piu’ di un carceriere in almeno quattro covi, che erano all’interno di appartamenti nei villaggi -ha ricordato Romano– Loro erano armati ed a volto coperto, ma sono sempre stata trattata bene ed ero libera di muovermi all’interno dei covi, che erano comunque sorvegliati. 

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