Il Bari, sul ciglio di una strada, aspettando Godot

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Il Bari sotto l’albero, sul ciglio della strada deserta con le foglie a ricoprirla, come Estragone e Vladirmio, aspetta Godot. E si, perché la squadra di Vivarini, ferma ormai dall’11 marzo scorso dopo l’inutile pareggio di Catanzaro, si è arenata agonisticamente, ma non atleticamente, tra i meccanismi perversi dei tatticismi di promozione in serie B con una classifica al momento cristallizzata, pur non perdendo la speranza di essere promossa attraverso il verdetto del campo. E questa che è iniziata si preannuncia come una settimana decisiva per conoscere cosa ne sarà del Bari che continuerà ad allenarsi, sia pur in modo ridotto, ognuno nelle proprie abitazioni secondo una scaletta ginnica predisposta dallo staff tecnico biancorosso. Al momento, il responso dell’Assemblea di Lega Pro escluderebbe il Bari dalla promozione in B nonostante risulti la migliore seconda, perché il Carpi, terza del girone B (ebbene ricordarlo), è in vantaggio coi meccanismi tortuosi dei maledetti parametri.

E nonostante il no di De Laurentiis al “merito sportivo”, rimane ancora difficile da capire quale sia il presupposto sul quale imperniare l’alzata di scudi nel caso in cui venisse confermata questa assurda regola pur prevista. Ed è inutile nasconderlo, a questo punto, viste le decisioni dell’Assemblea che pur non sono vincolanti, le speranze del Bari sono legate alle decisioni del Consiglio Federale che si riunirà il 20 maggio dove la Figc tenderebbe a portare a termine i campionati professionistici, e sin da ieri è giunto un segnale forte in tal senso, segnale arrivato col benestare del comitato tecnico-scientifico sul protocollo sanitario che prevedrebbe la ripesa degli allenamenti collettivi il 18 maggio.

Ulteriori spunti arriveranno dai contenuti delle Assemblee e dal Consigli della Lega di Serie A e, successivamente, con la Giunta del Coni, e se si dovesse perseguire con questa idea di ripresa del gioco, non si esclude che il Consiglio Federale generi un criterio subordinato al merito sul campo (playoff light) e non a tavolino coi dannati parametri. Ed il Bari, in tal senso, non chiede altro che di riprendere essendo già, almeno dal punto di volontà e muscolare, pronto a scendere in campo. Del resto gli basterebbero un paio di settimane di allenamento (considerato che i giocatori non sono rimasti fermi ad arrugginire i muscoli) per essere pronti a gareggiare. Se, invece, dovesse, malauguratamente, prevalere lo stop definitivo dei campionati della Lega Pro,e, di conseguenza, la maledetta regola Uefa che vedrebbe ingiustamente premiato il Carpi, automaticamente al Bari non rimarrebbe che dimenticare tutto, finire gli allenamenti casalinghi, e pensare alla prossima stagione ancora in C sempre che in serie B non venga meno qualche società – e la qual cosa potrebbe pure capitare in quanto molti società appaiono in crisi – così da poter sperare in un ripescaggio. Senza aspettare che arrivi Godot.

 

Massimo Longo

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