Dialogo interreligioso e la giornata  di preghiera del 14 maggio

Arte, Cultura & Società

Di

Gina Pergianni

Il termine dialogo indica il confronto verbale, tra due o più  persone, come strumento per esprimere sentimenti diversi e discutere idee non necessariamente contrapposte; il dialogo mira alla correzione di errori iniziali per giungere ad una verità condivisa. Riveste un ruolo importante nell’ambito educativo ed esso si contrappone a forme di violenze e impositive tanto della cultura quanto di idee, opinioni e scelte politiche.

Il dialogo interculturale ed interreligioso sarà al centro di molti eventi durante l’Expo di Dubai, esposizione universale che, avrebbe dovuto tenersi dall’ottobre 2020 sino al marzo 2021 ma, a causa della pandemia COVID-19, è stato posticipato di un anno; tra  le attuali  iniziative si colloca, oggi, una giornata di preghiera interreligiosa per aiutare l’umanità a superare la pandemia.

“La grave pandemia offre un’occasione per richiamare ad un impegno comune non solo i religiosi, ma anche gli scienziati, i politici e gli esponenti laici di tutto il mondo. La proposta di una giornata di preghiera universale e digiuno è stata subito accolta dal Papa, dal Grande Imam, dal Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I, dal rabbino di Washington, Bruce Lustig, e da tanti altri esponenti di varie religioni”, spiega il giornalista di Rai Vaticano Stefano Girotti Zirotti

E’ personale convinzione che per vivere e non subire le trasformazioni in atto siamo chiamati a conoscere meglio non solo il nostro cristianesimo, ma anche le altre religioni e/o filosofie di vita evitando i pregiudizi e i facili pressapochismi, educandoci pazientemente al dialogo e al confronto interculturale e interreligioso.

…” farsi apostoli del  dialogo, come via migliore per portare avanti l’unità attraverso i dialoghi nella Chiesa Cattolica con le varie Chiese, con le altre religioni, con chi non ha fede” così Chiara Lubich – fondatrice del Movimento dei Focolari – si esprimeva –  e continua “il dialogo della vita parte dal presupposto che ciò che ci accomuna è decisamente più grande di quello che ci divide, il che non vuol dire sminuire o nascondere le divergenze, ma impegnarsi a superarle con grande pazienza, in un processo spesso lungo e faticoso fatto di piccoli passi, ricordando l’umiltà di non voler ottenere tutto subito” …

All’origine del dialogo tra le religioni, come base essenziale, deve porsi l’umiltà dell’ascolto, la consapevolezza che con il dialogo possa nascere l’unità tra i popoli, la carità tra gli uomini. Perché si costituisca una sola comunità  il dialogo interreligioso deve innanzitutto ascoltare attentamente per comprendere in profondità, eliminando preconcetti e malintesi, guarendo vecchie ferite. All’origine del dialogo si pone,  sia la Volontà di Dio di salvare ogni uomo, sia il fine ultimo della storia.

Ancora la Lubich –  “ la salvezza del futuro del mondo non dipenderà forse dalle persone che hanno un cuore nuovo, persone che sanno far penetrare in ogni angolo del mondo la fratellanza aperta a tutta l’umanità?”.

“Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne”, disse il Profeta Ezechiele.

 Abbiamo bisogno di un cuore nuovo e di uno spirito nuovo;  le violenze, le  corruzioni,  le guerre nascono da cuori di pietra che si sono chiusi al progetto di Dio sulla creazione. Il cuore di carne è docile si lascia guidare dalla Parola di Dio  e formula pensieri di pace verso i fratelli.

Oltre trent’anni fa,  ad Assisi, Papa Wojtyla evidenziò l’esistenza di “un’altra dimensione della pace e un altro modo di promuoverla, che non è il risultato di negoziati, di compromessi politici o di mercanteggiamenti economici” bensì “il risultato della preghiera, che, pur nella diversità di religioni, esprime una relazione con un potere supremo che sorpassa le nostre capacità umane da sole”.

Ma che cos’è la preghiera? E’ comunione con Dio, è entrare nel disegno di Dio che salva. Preghiera è dialogo con Dio, è lasciarsi afferrare da Dio. La preghiera, come del resto la fede che è incontro  con l’assoluto di Dio, è un’esperienza. Ognuno deve volerla fare.

Per raggiungere l’unità,  la comprensione, il dialogo  occorre comprendere che la preghiera è la strada per arrivare a questo.  La fede in Dio porta il credente a vedere nell’altro un fratello da sostenere e da amare, nella prospettiva della fratellanza umana, salvaguardando il creato e ogni persona, specialmente i più bisognosi e poveri.

Il dialogo deve nascere come dovere per promuovere l’unità e la carità tra gli uomini, perché i vari popoli costituiscono una sola comunità: hanno come fine ultimo Dio.

 

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