Conte agli stati generali con i vertici europei

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Intervento del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, agli Stati Generali dell’Economia in corso a Villa Pamphili a Roma: Con la giornata di oggi si apre un intenso dialogo e un’interlocuzione che il Governo intende realizzare con tutte le forze economiche, politiche, sociali e culturali del Paese, perche’ siamo chiamati ad affrontare uno snodo fondamentale per l’economia. Stiamo vivendo uno shock senza precedenti, con costi umani, sociali ed economici molto alti. Condivido un concetto con la presidente della Commissione europea Von der leyen: non possiamo permetterci di ritornare allo status quo precedente a questa crisi. L’Italia da 20 anni fatica a tenere il passo delle altre economie avanzate. Il nostro Paese, infatti, sconta tassi di crescita del prodotto interno lordo e della produttivita’ che sono al di sotto della media europea e ha subi’to conseguenze negative piu’ intense di altri Paesi europei, le conseguenze della crisi finanziaria del 2009, nonche’ di quella dei debiti sovrani due anni piu’ tardi.

Non possiamo quindi permetterci un ripristino della normalita’. Lo shock prodotto dalla pandemia e’ chiaro a tutti che portera’ una forte contrazione del pil ma di fronte a questo scenario il Governo e’ gia’ intervenuto stanziando 80 miliardi e fornendo garanzie e moratorie significative per ingenti valori. In rapporto al PIL, lo sforzo messo in campo dal Governo e’ secondo soltanto a quello realizzato dalla Germania. Pero’ e’ chiaro che questo e’ il momento non solo di continuare a seguire l’emergenza e le necessita’ piu’ immediate ma questo e’ il momento di lavorare a un progetto chiaro per uscire dalla crisi. Un progetto coraggioso, condiviso, e ne dobbiamo anche approfittare per tramutare la crisi in opportunita’ per rimuovere tutti gli ostacoli che l’hanno frenata durante l’ultimo ventennio. Lo possiamo fare lavorando con i ministri, come fatto in questi giorni per mettere a punto un piano di rilancio che abbiamo gia’ articolato significativamente. Ma lo dobbiamo fare anche con il pieno coinvolgimento di tutte le forze politiche, sociali e produttive del Paese a cui qui tutta la settimana prossima sara’ dedicata una interlocuzione serrata. Il rilancio dell’economia deve inserirsi in un quadro complessivo e deve collegarsi allo sforzo collettivo europeo. Questa giornata inaugurale e’ una giornata di confronto intenso nel contesto europeo, nel contesto globale, insieme a rappresentanti delle istituzioni e ospiti che ci consentiranno di recuperare una visione globale e in particolare europea. Le risorse e l’allocazione del Recovery Fund, ora ribattezzato Next Generation EU, a favore del quale l’Italia ha combattuto con forza e determinazione, giocheranno un ruolo fondamentale per la ripartenza dell’economia europea e per la difesa delle catene del valore, che costituiscono l’ossatura del mercato unico.

Il piano che stiamo elaborando si articola su tre linee strategiche: 1. Modernizzazione del Paese 2. Transizione ecologica 3. Inclusione sociale, territoriale e di genere Stiamo lavorando per avere una Pubblica amministrazione piu’ efficiente, digitalizzata. Dobbiamo assicurare che le tecnologie digitali gia’ esistenti per la vita di tutti i giorni possano incrementare la produttivita’ dell’economia e l’innovazione. La transizione ecologica. Dovremo innanzitutto ridurre drasticamente le emissioni di gas clima-alteranti in linea con gli ambiziosi obiettivi del Green Deal europeo, in secondo luogo migliorare l’efficienza energetica dell’economia e la qualita’ dell’aria nei centri urbani e ripulire le acque interne e marine Nell’ambito di questa linea strategica rientra anche l’investimento nella “bellezza” del nostro Paese. La scelta di questa location che e’ apparsa a qualcuno inusuale, il Casino del Bel Respiro del parco di Villa Pamphilj, e’ proprio un omaggio alla bellezza italiana. Nel momento in cui progettiamo il rilancio dobbiamo far in modo che il mondo intero possa avere concentrata la sua attenzione sulla bellezza del nostro Paese.

La terza linea strategica e’ l’inclusione sociale, che vuol dire ridurre le disuguaglianze e la poverta’, migliorare l’istruzione, contrastare la dispersione educativa e diffondere la conoscenza degli strumenti digitali, ottenere una migliore qualita’ della vita nei centri urbani e nelle periferie, ridurre il gap infrastrutturale fra Nord e Sud, incrementare la partecipazione femminile al mercato del lavoro, puntando a pari opportunita’ a livello sociale e di genere. Rafforzare la nostra sanita’, cosi’ duramente colpita dalla pandemia, per tutelare la salute di tutti. Queste tre linee strategiche verranno attuate attraverso alcuni grandi obiettivi, per conseguire i quali vengono attivate direttrici di intervento che si concretizzano in progetti specifici. E’ un programma ambizioso, ma dal confronto che avremo gia’ oggi e la settimana prossima ricaveremo dei progetti concreti perche’ non intendiamo disperdere in mille rivoli poco producenti le risorse che anche a livello europeo riusciremo a conseguire. Conosciamo i nostri vincoli di finanza pubblica, la necessita’ di tenere in equilibrio la nostra finanza pubblica quindi non possiamo mancare l’occasione per rilanciare la produttivita’ del nostro Paese.

Per l’Europa si tratta di un passaggio che non abbiamo esitato a definire storico, e che richiede una risposta davvero all’altezza del momento. Le istituzioni comunitarie, a partire dalla Banca centrale europea e dalla Commissione Europea, il Parlamento stesso hanno tutte raccolto questa sfida, ma dobbiamo continuare ancora a mantenere alta la nostra ambizione. leader europei, e avverto questa responsabilita’ anche io, devono dimostrare di aver capito che si tratta di difendere dei comuni interessi. Perche’ e’ chiaro che se esporremo il mercato unico a una frammentazione, se lasceremo che le catene del valore vengano lacerate da questa pandemia, se daremo spazio fiscale a queste asimmetrie e’ chiaro che la prospettiva europea viene compromessa. Le sfide al cambiamento sono sfide comuni. Le sfide al cambiamento sono in parte sfide comuni ma dobbiamo inserirle in un contesto globale”. 

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