Contributo sul consolidamento dello smart working trasmesso alla ministra Fabiana Dadone
La Conferenza delle Regioni e delle Province autonone, nella seduta del 18 giugno svoltasi in modalità di video conferenza, ha approvato un documento che costituisce il contributo delle Regioni su aspetti relativi al consolidamento dello smart working a tutti i dipendenti delle Regioni e delle Province autonome durante la c.d. fase 2 dell’emergenza Covid-19, nonché riguardo ai conseguenti cambiamenti che dovranno essere affrontati sia sotto il profilo organizzativo, sia sotto il profilo normativo-ordinamentale, sia sotto quello economico e di welfare.
Il documento (che si riporta di seguito) è stato poi trasmesso da Presidente Stefano Bonaccini a Fabiana Dadone (Ministro della Pubblica Amministrazione).
. Il consolidamento della diffusione dello smart working a tutti i dipendenti regionali sulla base delle esperienze maturate nel biennio 2018/2019, in particolare nell’ambito del progetto Ve.La.. E’ evidente che, superata la soglia stabile del 50% di smartworkers, la nuova modalità di lavoro coinvolgerà comunque tutto l’organico con la necessità di rafforzare i supporti formativi sia sul fronte dell’impiego corretto delle tecnologie digitali che su quello dell’organizzazione dei teams (“Agile organization”).
– La necessità di ripensare completamente l’impiego degli spazi di lavoro prevedendo il reimpiego degli spazi disponibili per garantire il distanziamento sociale, anche con forme inedite di rotazione plurisettimanale.
– L’introduzione di un’accurata pulizia quotidiana potenziata dei locali, in particolare nei casi di rotazione di personale nei medesimi spazi lavorativi opportunamente rivisitati per garantire lo spazio necessario al distanziamento e alla rotazione di smartworkers plurisettimanali.
– La necessità di dilatare gli orari di ingresso e uscita prevedendo fasce di flessibilità ampia nei casi di rientro in sede, anche per agevolare i lavoratori con carichi familiari in assenza di servizi scolastici.
– La modifica delle modalità di rilevazione delle presenze superando i tradizionali marcatempo che rischiano di generare code agli orari canonici, con l’introduzione di servizi digitali per la rilevazione dei varchi e il mantenimento del distanziamento sociale (app, rilevatori di temperatura, badge virtuali, servizi di prenotazione spazi di lavoro a rotazione, ecc..).
– Il superamento delle mense aziendali tradizionali con necessità di rivedere i servizi erogati anche con consegne di pasti presso gli uffici.
– L’adeguamento dei sistemi di trasporto pubblico e privato con la previsione di orari organizzati per consentire ai lavoratori un accesso al posto di lavoro in totale sicurezza senza con questo aggravare l’affollamento dei mezzi pubblici.
– La possibilità, da parte delle amministrazioni che adottano lo smart working, di destinare fino al 50% delle risorse derivanti da minori costi verificati, una dotazione specifica ai dipendenti in smart working che accettano di contribuire in prima persona alla riduzione dei costi di funzionamento dell’amministrazione. La partizione di risorse destinata ai dipendenti in oggetto potrà essere corrisposta in modo flessibile al fine di compensare gli istituti incompatibili con il lavoro agile, eventualmente integrando le dotazioni strumentali utili a incrementare la produttività e la salute del dipendente.
– La possibilità di integrare il rimborso con un ristoro parziale delle spese di telecomunicazioni fisse e mobili (utenze adsl/fibra, ricariche smartphone, noleggio smartphone) sostenute dai singoli lavoratori nelle giornate di smartworking. La misura, a costo finanziario decrescente, permetterebbe di alleggerire il carico di adempimenti in capo alle amministrazioni regionali per l’adeguamento delle linee di trasmissione dati ai propri collaboratori e di rimuovere qualsiasi opposizione all’utilizzo di device personali per la sostituzione dei badge tradizionali con badge virtuali e app per il distanziamento e l’accesso controllato ai locali di lavoro.
-La possibilità di superare per il biennio 2020/2021 qualsiasi limite:
– alle spese ICT
– alle spese di formazione online
– La possibilità di poter riavviare le procedure concorsuali sospese per 60 giorni dall’art. 87, comma 5 del DL. 18/2020, individuando modalità telematiche in linea con le previsioni costituzionali. Le amministrazioni chiedono di poter agire, nel pieno rispetto dei limiti di distanziamento sociale e mobilità interregionale, riassumendo i procedimenti dal 18 maggio 2020 con la possibilità di riprendere prove scritte e/o orali da metà giugno 2020. La continua perdita di organici dovuta a quota 100 e il rinvio delle procedure concorsuali dovute all’emergenza pone seri problemi di tenuta quantitativa degli organici. A tal fine non è più rinviabile l‘individuazione per legge di modalità telematiche per lo svolgimento delle prove concorsuali, che consentano di coniugare l’esigenza di tutelare la salute dei candidati con i canoni costituzionali che presidiano le assunzioni nella P.a..
– La possibilità di poter superare i limiti contrattuali della durata dei rinnovi del personale con rapporto di lavoro flessibile (3 o 4 anni in base alla tipologia di assunzione). Il superamento dei limiti, con rinnovi comunque non superiori al 31/12/2020, ad evitare vuoti di organico coincidenti con la flessione occupazionale dovuta al ritardo cumulato nella conclusione delle procedure concorsuali nonché a permettere di completare le procedure di superamento del precariato di cui all’art. 1, comma 1-bis e 1-ter del DL 162/2019 milleproroghe così come modificato dalla legge di conversione.
– L’emanazione di direttive all’ARAN per la revisione degli istituti contrattuali del rapporto di lavoro e le previsioni contrattuali alle peculiarità del lavoro agile nella pubblica amministrazione.
– Infine, un chiarimento sui profili di responsabilità dei datori di lavoro e dei preposti rispetto al rischio di contagio da Coronavirus, evocato in modo improprio dall’art. 42 del DL 18/2020, sollevando esplicitamente dalla predetta responsabilità Datori di Lavoro, RSPP e preposti, fino ad un chiarimento scientifico definitivo sulle modalità di trasmissione del Virus (trattando quindi tale contagio al pari di altri Virus, più rari, di cui non si conoscono approfonditamente le modalità di trasmissione).