Tv e spettacoli, crisi e musica, parla Elisa: lo stato intervenga

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ROMA – “Prima di venire qui ho ascoltato tante voci. Sono una cantautrice, una musicista, ma non potevo che cogliere questa occasione per accendere l’attenzione su una parte dei problemi che ci sono oggi nel settore. Il confronto è importante e il settore della musica deve farsi sentire” così Elisa il 21 giugno è intervenuta nel corso di un panel terminato nel tardo pomeriggio dedicato alla cultura nell’ambito degli Stati Generali dell’economia a Villa Pamphilj. L’incontro, riservato al mondo della cultura e dello spettacolo ha visto la partecipazione di personalità che sono state considerate altamente rappresentative del proprio ambiente lavorativo, per discutere con il Presidente ed alcuni Ministri del Governo sul settore, a seguito della grave crisi determinata dalla pandemia Covid-19.  La presenza di Elisa è stata richiesta come “espressione significativa e qualificata del mondo della canzone”. Tra gli altri partecipanti Alessandro Baricco per la letteratura e il premio Oscar Giuseppe Tornatore per il Cinema. “Il 21 giugno è la festa della musica – ha detto Elisa – ma purtroppo è stata una festa “senza musica”, come i tanti movimenti e il significativo flash mob in Piazza Duomo a Milano hanno sottolineato. E’ importante che lo Stato intervenga e ascolti le tante voci che stanno chiedendo aiuto e presentando proposte concrete, come il movimento “La musica che gira”. “I problemi sono tanti”, ha aggiunto, ricordando alcuni dei punti cruciali del periodo “aiuti mai arrivati al settore dei live, lavoratori intermittenti non riconosciuti, mancanza di associazioni di categoria forti e riconosciute a livello statale”. L’artista si è poi augurata “una ripartenza richiesta a più voci di cui io sono da sempre profonda sostenitrice legata a nuove forme di Sviluppo Sostenibile”. “Il settore della musica è stato tra i primi a fermarsi e, soprattutto quello live, sarà purtroppo tra gli ultimi a ripartire. Ma parliamo di un settore che dà lavoro al 6,1% del totale degli occupati in Italia, 1,5 milioni di persone (numero anche sottostimato per la difficoltà di inquadrare determinate figure professionali). Senza un intervento immediato, si avrà una ricaduta su tutta l’economia del Paese. Ricordiamo che parliamo di un settore che conta per quasi il 17% del PIL italiano”. 

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