In Australia nuovo lockdown per colpa del sesso

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Seconda ondata di Coronavirus a Melbourne, che si era lasciata l’incubo dei contagi alle spalle e ora è di nuovo punto e a capo.

L’indagine è ancora in corso, ma per ora alcune autorevoli testate giornalistiche – tra cui Corriere della Sera e Agi – la raccontano più o meno così. Avete presente Melbourne, la seconda città più grande dell’Australia dopo Sidney? Stava lentamente riprendendosi dalla pandemia che ha travolto il globo e adesso parte della metropoli è di nuovo in lockdown.

Il primo luglio i contagi da Coronavirus sono tornati a salire: se ne sono registrati 77 in ventiquattr’ore, il picco più alto da tre mesi a questa parte. Almeno la metà sembrano collegati a un hotel a cinque stelle, lo Stamford Plaza di Melbourne, dove trascorrevano le due settimane di isolamento domiciliare (o, se preferite, quarantena) gli australiani di rientro da altri Stati, come prevede il protocollo sanitario per chi torna dall’estero. Quarantene onerose, tra l’altro: secondo quanto riporta l’Agi, questa misura costerebbe duemila dollari per ogni persona che rientra nel Paese. Moltiplicati per i 20mila australiani tornati a casa da fine febbraio fanno almeno quaranta milioni.Ebbene, pare che alcune guardie giurate, addette ai controlli nell’albergo, abbiano avuto rapporti sessuali con ospiti in quarantena. Ospiti single, che sarebbero dovuti restare in rigido isolamento a fini precauzionali, ma tant’è: i rapporti sessuali «impropri» sono stati ammessi e al focolaio dello Stamford risultano attualmente riconducibili 31 nuovi casi di Coronavirus. Anche il premier dello Stato di Vittoria Daniel Andrews, di cui Melbourne è capitale, ha dichiarato all’HeraldSun che sono state accertate violazioni ai protocolli di sicurezza.

Per paura di veder tornare il virus a circolare vertiginosamente è scattato un nuovo lockdown per trecentomila residenti a Melbourne, in una decina di quartieri della città. Le restrizioni dureranno fino al 29 luglio e saranno il remake di quello che abbiamo tutti quanti già visto e vissuto: restare a casa, uscire solo per la spesa e necessità impellenti, ristoranti e bar aperti solo per l’asporto. Una misura che penalizzerà ulteriormente un settore, come quello della ristorazione, già massacrato dalla prima ondata dell’emergenza Coronavirus.

L’inchiesta in corso dovrà accertare cos’è accaduto. Oltre ai rapporti sessuali proibiti pare che, in generale, ci fosse una scarsa attenzione alle norme antiCovid da parte di quello che avrebbe dovuto essere il personale addetto ai controlli. Si parla di strette di mano e assembramenti in ascensore, in sprezzo alla più elementare precauzione del distanziamento sociale, ma anche di gente che andava da una stanza all’altra per chiacchierare e giocare a carte, con i controllori tranquillamente disposti a chiudere un occhio e, soprattutto, con poche ore di addestramento e pochi dispositivi di protezione.

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