Il Bari tra limiti e i meriti di saper soffrire. Ma ci si attende di più

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Inutile nascondersi o far finta di niente, occorre essere onesti: il Bari, per quanto profuso sul campo e ai numeri, non avrebbe meritato di passare il turno. Poche le idee, molto meno le occasioni da gol, confusione a centrocampo, gambe molli, scarsa personalità, fisicità e mentalità non pervenute. E già, perché se non si ammettono certe cose si è in difetto. La Ternana, stanca di cinque gare in 14 giorni, ha sciorinato un “gioco”, bello o butto che fosse, ma se non altro ci ha provato, aveva più motivazioni del Bari a cui pure non mancavano. Si sa che quando si è obbligati a vincere, le squadre diventano sbarazzine, magari concedono qualcosa agli avversari (come è inevitabile che sia), ma alla fine risultano più pericolose di quelle a cui bastano due risultati su tre, ovvero al Bari, che giocano al risparmio e rischiano molto. Come è avvenuto l’altra sera al San Nicola. Occorre, secondo noi, evidenziare gli errori senza per questo non dare atto alla squadra di avercela fatta, perché è anche un grosso merito aver passato il turno soffrendo, ma c’è modo e modo di soffrire: l’altro ieri si è sofferto fin troppo sopratutto se si considera che il Bari ha giocato per una buona mezzora in superiorità numerica, ed una grande squadra non deve assolutamente soffrire in quel modo. No, è impensabile, altrimenti non sei una grande squadra. Del resto, nel corso del campionato, la squadra di Vivarini ci ha abituato alle sofferenze, e questo, senza dubbio, è un merito perché non tutte sono capaci di soffrire evitando sconfitte, ma molti punti, a causa di troppe sofferenze, son stati gettati al vento. E l’impressione è che contro la Ternana il canovaccio non sia cambiato di una virgola. Certo, si può giustificare dicendo che le gambe non hanno risposto per mancanza di test e la benzina era pochissima, ma come abbiamo appena detto, una squadra di qualità come il Bari non può e non deve giocare in quel modo, ci si aspetta ragionevolmente di più, anche perché non sempre può andarti bene. Forse è mancato anche un po’ di ragionevole coraggio nell’osare di più.

Per carità, nessuno, prima della gara, si aspettava di vedere un Bari in gran forma, un Bari capace di schiaffeggiare la Ternana, però l’impressione è che qualcosa in più era lecito attenderselo. E va bene che nella prima mezzora i biancorossi sono apparsi legnosi, e va bene, pure, che la squadra non è riuscita a sfruttare gli spazi lasciati dagli umbri, ma una volta passati in vantaggio e trovatisi in superiorità numerica, una squadra come il Bari, avrebbe dovuto assolutamente fare molto di più. Ma non è andata così, pazienza. La squadra si è comportata da scolaretto indisciplinato pur – lo ribadiamo – con tutte le attenuanti del caso. Ma l’impressione è che gli atavici limiti, quelli che lo hanno costretto ad arrendersi alla Reggina, abbiamo avuto un seguito l’altra sera: scarsa propensione nel gestire la gara e il vantaggio. Ma è inutile crocifiggere i giocatori, non è il caso, semmai troviamo giusto evidenziare i problemi con l’unico scopo di lavorarci su così da provare a correggerli venerdì sera contro la Carrarese dove, volenti o nolenti, nel corso dei novanta minuti, nel corso dei supplementari o, malauguratamente, ai rigori, il Bari “deve” necessariamente vincere. Del resto, a prova che non ci siamo avventurati in un ragionamento personalistico, il nostro pensiero è lo stesso di quello d Vivarini, dunque non ci si può accusare di disfattismo.

Intanto la squadra prosegue la preparazione. Chi ha giocato lunedì sera ha sostenuto un allenamento di scarico in piscina, nel pomeriggio invece, si sono uniti al resto della squadra per svolgere i normali allenamenti. Nessun problema per Di Cesare che ha smaltito l’infortunio occorsogli, lui e Simeri vanno in diffida a causa delle due ammonizioni, ancora qualche dubbio per Pierluigi Pinto che, lavorando a parte, non ha smaltito il problema muscolare.

Nel frattempo il Sindaco Decaro si mostrato possibiliste per l’apertura del San Nicola ai tifosi rinviando ogni decisione finale al Governo. Esclusa, tuttavia, l’apertura per venerdì sera, ci si auspica di vederlo riaperto,magari col distanziamento sociale, per l’eventuale finalissima del 22 luglio.

 

Massimo Longo

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