La gattara e le polpette avvelenate

Attualità & Cronaca

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LETTERE AL DIRETTORE

Preoccupata, l’altra mattina, la gattara che si prende cura dei felini di Via degli Alberini, a Roma, mi dice: “Ma lo sa che è morto un cagnolino per aver mangiato una polpetta avvelenata, qui nel parco? Ho paura per le mie bestiole, tanta paura”. Poco dopo davanti al supermercato che si trova nella stessa strada, una signora m’informa riguardo alle grida che si sono sentite la mattina, provenienti dal parco: “Un cane ha aggredito un uomo che passeggiava, gli ha morso una spalla, questo per l’incoscienza dei padroni che non li tengono al guinzaglio”. Io non so se sia vero che qualcuno sparge polpette avvelenate nel parco, può darsi che il cagnolino sia morto per altri motivi. Ma se è vero, si tratta di azioni riprovevoli, assolutamente da condannare. Però i padroni dei cani dovrebbero anche cercare di non portare all’esasperazione le persone. Non è possibile che si debba passeggiare o correre nei parchi con la preoccupazione d’essere aggrediti da un cane. Le Ordinanze sono chiarissime e devono essere osservate. Purtroppo molti non le conoscono, oppure fingono di non conoscerle, oppure ancora le conoscono e volontariamente non le osservano. Secondo l’art. 176 del Regolamento Veterinario,  guinzaglio e museruola sono di obbligo per tutti i cani condotti nelle strade affollate, nei parchi e giardini pubblici, nei locali pubblici e sui pubblici mezzi di trasporto e,  cosa che tutti i padroni di cani sembrano ignorare, anche nei cortili e nelle scalinate dei condomini.

Peccato che nei giardini e nei parchi, perlomeno,nel quartiere di Colli Aniene, non si vede mai l’ombra di un vigile urbano.

Renato Pierri

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