Spezzatino di Tim e creazione di un’unica infrastruttura nazionale. La proposta di Grillo 

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Il garante del M5s sul suo blog propone una strategia per la digitalizzazione del Paese, resa ancora più urgente dall’emergenza Covid  

© Raffaele Verderese / AGF –

Beppe Grillo (AGF)

Dividere Tim in due società distinte: una che si occupi di servizi ai clienti finali, l’altra di infrastrutture, rete mobile, cloud, integrando la rete fissa di Telecom con Open Fiber. Il tutto sotto la regia dello Stato attraverso Cassa depositi e prestiti.

Beppe Grillo torna sul suo blog a suggerire una strategia nazionale per la digitalizzazione del Paese. Lo fa proponendo un progetto che parte da uno ‘spezzatino’ delle infrastrutture di Tim prima di passare alla “creazione di una società unica” nazionale “delle reti e delle tecnologie”, da realizzare “sotto languida e l’indirizzo di istituzioni pubbliche”.

Per Grillo l’emergenza Covid-19 pone il Paese davanti a scelte coraggiose per “lo sviluppo digitale dell’Italia”. Le infrastrutture e le competenze digitali vengono individuate come “elemento imprescindibile per rendere il nostro Paese competitivo sui mercati internazionali”.

Per farlo il garante del Movimento propone che venga creata un’unica infrastruttura pubblica, a cui possano accedere i fornitori di servizi per erogarli al pubblico a condizioni di mercato. Per usare le sue parole, va creata “una società che sia in grado di sviluppare una rete moderna, capillare e sicura, e che abbia tutte le tecnologie attuali e prospettiche” e capace di creare un’infrastruttura “che utilizzi e sviluppi non solo la fibra ottica ma tutte le tecnologie di accesso, come ad esempio la trasmissione 5G, i data center, il cloud e l’edge computing”, e “aperta e separata dai clienti finali”.

Da dove cominciare? Da Telecom Italia, che ad oggi rappresenta “il principale operatore di mercato del Paese. La proposta di Grillo è che la società abbandoni quelle che definisce “strategie finanziarie di breve periodo”, per tornare a “essere una realtà che investe pesantemente e in maniera integrata nelle tecnologie di comunicazione, sia attuali (come ad esempio la fibra ottica) che prospettiche (come ad esempio il 5G), anche congiuntamente con gli altri operatori del settore in chiave finalmente sistemica”. Un progetto da realizzare sotto la guida e l’indirizzo “di istituzioni pubbliche”.

Da qui la proposta di spezzatino per la società nazionale di telecomunicazioni. Scrive Grillo: “Bisogna dividere i servizi dalle infrastrutture creando finalmente due società separate”. In dettaglio: “La prima società sarà focalizzata sulle attività commerciali e dei servizi verso i clienti finali. La seconda società sarà proprietaria di tutte le infrastrutture che comprendono: le torri di Inwit, la rete mobile (incluso il 5G), i data center, il cloud, la rete internazionale di Sparkle, e la società sulla fibra derivante dall’integrazione della rete fissa di Telecom con quella di Open Fiber”.

Non è la prima volta che Grillo entra nella partita Tim-Open Fiber, la società creata nel 2015 e partecipata da Enel e Cdp, di fatto concorrente di Tim nello sviluppo della banda ultra larga in Italia. Il 22 giugno scorso, sempre sul suo blog, propose un altro piano per la digitalizzazione dell’Italia e partiva proprio dalla creazione di una società unica tra Tim e Open Fiber, superando quello che definiva uno scenario da “paese schizofrenico” in cui due società con Cdp azionista si facevano concorrenza diretta su un progetto industriale. Giuseppe Conte allora definì la proposta “una buona idea”.

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