Centinaia di lettere e un ‘ponte’ di insulti contro il sindaco lombardo che disobbedì alla Regione sui test

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Il primo cittadino di Robbio viene accusato di ogni nefandezza, anche di essersi spartito “il malloppo” con la società a cui aveva affidato i test per il Covid sui suoi concittadini.”Ho pestato i piedi nei posti sbagliati”, dice all’AGI Roberto Francese

 
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AGI – Centinaia di lettere recapitate agli abitanti di Robbio (Pavia) in cui è accusato di ogni nefandezza, anche di essersi spartito “il malloppo” con la società a cui aveva affidato i test per il Covid sui suoi concittadini, e un ponte intero coperto di insulti, la notte di Ferragosto, contro di lui. A essere preso di mira è Roberto Francese, il primo sindaco lombardo a dare la possibilità ai residenti di farsi diagnosticare l’infezione mediante il ‘pungidito’, suscitando i malumori espliciti della Regione Lombardia che aveva scelto Diasorin come unica società deputata a fare i test attraverso il metodo degli anticorpi.

“Le prime scritte – racconta all’AGI – sono comparse  ai primi di aprile, all’epoca dei test, sul ponte che unisce Robbio a Confienza, dopo che sono andato in televisione. Lì per lì non gli avevo dato molto peso, attribuendole a qualche screzio col sindaco del Comune limitrofo. Adesso hanno riempito il ponte con insulti di ogni tipo, sia riguardanti la mia sfera personale che la gestione del Comune. Mi si da’ del  ‘ladro’ e si tirano in ballo anche altri, come un amico definito ‘cornuto’ perché avrei una relazione con la sua fidanzata, con nomi e cognomi. E’ comparso anche un riferimento al ‘Corvo’, questo soggetto che  firma e manda le lettere anonime a casa della gente”.

In sostanza, spiega Francese, “sono due pagine di insulti contro di me, mi etichettano come il boss mafioso che tiene tutto sotto controllo nella zona”. Secondo il giovane sindaco (ha 35 anni), “può essere che sul ponte scrivano dei ragazzini che vogliono imitare ‘il ‘Corvo’. Sono arrivate anche due denunce in Procura con gli stessi argomenti contro di me, già archiviate. Gli insulti sono anche per il capo dei Vigili, per un  assessore e per il segretario del Comune con cui avrei spartito 10 milioni che sono in Lussemburgo, Se mi dicono dove sono ci vado… – scherza – l Ris di Parma stanno comunque cercando di prendere le impronte. Le lettere sono imbustate una a una, con un certo sborso economico anche”.

“Non dimentico le parole degli onorevoli leghisti contro di me”

Francese non se la sente di ipotizzare l’identità di possibili singoli ‘odiatori’, ma sottolinea il clima che si è instaurato nei suoi confronti dopo la sua battaglia per i test, argomento al centro anche di un’indagine della Procura di Pavia in cui è stato ascoltato come persona informata sui fatti, che vede indagati il vertici del Policlinico San Matteo e Diasorin per peculato e turbativa d’asta. 

“Ero un sindaco di campagna, ho pesato i piedi nei posti sbagliati”

“Ero un sindaco di campagna, vissuto quasi nell’anonimato. Ho pestato i piedi nei posti sbagliati e ora sono al centro dell’attenzione. Regione, Ats, interrogazioni parlamentari mi hanno reso famoso. Non dimentico che due onorevoli della Repubblica, entrambi della Lega, in piena pandemia quando i tamponi non li facevano a nessuno e la gente moriva in casa, hanno avuto come  priorità quella di spendere parole e tempo contro di me”. Agli atti dell’indagine pavese, c’è anche un messaggio in cui viene definito “un miserabile” da un esponente della Lega per avere avviato una campagna di test autonomi, senza passare dalla Regione. Francese ha incaricato un legale di presentare denuncia “a tutela dell’onorabilità dell’ente, ma non farò denuncia a titolo personale, i miei concittadini, che mi hanno eletto col 75% di preferenze, sono dalla mia parte”. 

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