Casa Artista 

Arte, Cultura & Società

Di

di Daniela Piesco

Un gruppo di artisti tra cui pittori fotografi scrittori propongono  la creazione di un’Istituzione Pubblica, finanziata da fondi pubblici e denominata CasaArtista, in cui confluiranno le figure professionali artistiche che operano nei nostri settori culturali e intellettuali: dall’arte visiva alla letteratura, dalle arti performative al cinema, dalla musica alla fotografia.

Proviamo a capirne di più con uno degli ideatori del progetto:Rino Bianchi. 

1)In Francia c’è la Maison des Artistes; in Germania la KunstlerSozialKasse. In Italia c’è un gruppo di pittori, attrici, musicisti, scrittrici, fotografi, registe, drammaturghi, performer, scultori che sta lavorando al cantiere di CasaArtista, parlaci del progetto.

R: Il lockdown prodotto dalla pandemia Covid-19 ci ha sbattuto dinanzi agli occhi la fragilità del sistema dell’arte e, più in generale, dell’artista. In questo tempo eccezionale è necessario rimettere al centro l’artista:

Potrebbe essere la scelta giusta per salvare e tutelare il patrimonio dell’Italia e il lavoro di migliaia di persone.

L’artista non è mai solo nella fase di creazione e realizzazione di un progetto. L’arte, la cultura, muovono l’economia.

Victor Hugo ha detto: “Non sono i treni che muovono il mondo ma le idee”.

Investire in questo ambito può essere la vera ripartenza: l’Italia del presente crea le condizioni per un’alleanza strutturale con l’Italia del futuro in termini di conoscenza, guadagno e prestigio.

Il progetto ha come finalità la creazione di un’Istituzione Pubblica, finanziata da fondi pubblici. La politica deve investire nell’arte e nella creatività. 

Il PIL lo fa la cultura. L’arte gioca un ruolo importante nella crescita e nella formazione della coscienza dei cittadini.

Il bello e la bellezza e quanti si adoperano per creare questa condizione di “Ben Essere” debbono essere sostenuti e tutelati.

2) Fare cultura su uno schermo, su una tela o sul palcoscenico di un teatro é considerato ancora oggi un lavoro di serie B, un passatempo, non meritevole, in quanto tale, di tutele. Perché si disconosce la figura dell’artista? 

Chi è un ‘artista? 

Del resto non è forse vero che il settore secondo i dati Eurostar 2018, rappresenta 831.000 lavoratori, dei quali un terzo sono artisti?

R: In Italia il ruolo dell’artista è spesso sottostimato. Il fruitore d’arte, ma anche gli organi dello Stato, tendono a soffermarsi sul risultato finale, sull’opera, senza considerare che ogni prodotto artistico nasce dallo sforzo creativo dell’artista passando per un processo che può essere manuale oltre che intellettuale e che comporta una grande dose di disciplina e lavoro. La creazione di un’opera non deriva dall’impulso estemporaneo e romantico di uno spirito geniale, come ancora troppo spesso si ama credere nel nostro Paese, ma è piuttosto il frutto di un percorso fatto di studi, esperimenti, cadute, ripensamenti, confronti. Insomma un lavoro complesso che richiede molti investimenti.

Purtroppo certa politica ha contribuito a sminuire il lavoro e la creatività. 

Un complesso lavoro di ricerca che precede la materialità dell’oggetto artistico e che è il centro stesso di quello che si definisce Arte. Il lavoro dell’artista, e questo va ribadito energicamente, non è solo legato alla fruizione ultima dell’opera, ma anche alla creazione di identità e alleanze sociali. 

3)Nell’accordo europeo appena firmato, il sostegno alla ricerca è uno delle leve perno per il rilancio dell’Italia, e si sottolinea che «la ricerca artistica e culturale deve essere contemplata al pari di quella scientifica”. 

È davvero così? 

O meglio sarà così d’ora in poi?

R: Bisogna credere nelle istituzioni europee: negli anni venturi saranno fondamentali. Non so se qui succederà. Da fotografo-autore spero che le cose cambino. Passo il tempo a correre dietro a chi deve pagare, a chi utilizza i lavori senza pagare, ecc. Spero che si arrivi ad una tutela per tutti coloro che creano e vivono di questo. Si tratta di tutelare una nutrita schiera di cittadini che oggi non ha tutele. Il paese vive di quello che gli artisti hanno creato.

4)Un gruppo di artisti  tra i quali ci sei tu e tanti altri (Michele Corleone e Nicola Lo Calzo, fotografi, la regista e scenografa Elisabetta Carosio, gli artisti visivi Antonio Dalle Rive e Maddalena Parise, gli attori e drammaturghi Elvira Frosini e Daniele Timpano, i pittori Renato Galbusera e Barbara Pietrasanta, la scrittrice e drammaturga Beatrice Monroy, il musicista Maurizio Pancotti, lo scultore Diego Pasqualin, il drammaturgo e sceneggiatore Roberto Scarpetti, gli scrittori Igiaba Scego e Massimiliano Scuriatti, la scrittrice e sceneggiatrice Caterina Venturini, spero di averli citati tutti) ha deciso di fondare  CasaArtista. 

Ma qual è la finalità precipua del progetto?

R: Il fine, come ho già detto, è la creazione di una istituzione pubblica. A noi non interessa creare l’ennesima fondazione. Noi reclamiamo un’Istituzione pubblica che abbia a cuore l’ARTISTA.

In CasaArtista, dovranno confluire le figure professionali artistiche che operano nei nostri settori culturali e intellettuali: dall’arte visiva alla letteratura, dalle arti performative al cinema, dalla musica alla fotografia. Un organismo unitario e coeso che possa legarsi in rete, attraverso varie progettualità, con realtà simili già esistenti in gran parte dell’Unione Europea (la Maison des Artistes in Francia o la KunstlerSozialKasse in Germania), per poi arrivare alla piena adesione alla risoluzione del Parlamento Europeo del 7 giugno 2007, che ha portato alla formulazione dello Statuto Sociale degli Artisti.

La missione principale di CasaArtista sarà quella di promuovere e valorizzare, sul piano nazionale e internazionale, il lavoro e la figura dell’artista che opera sul territorio italiano, attraverso una pluralità di strumenti e iniziative: aiuti alla produzione artistica autoriale o performativa; bandi di concorso; bandi per l’acquisto di materiale; atelier d’artista; festival; residenze artistiche; conferenze; progettualità sulle traduzioni; incontri e formazione del pubblico; attività nelle scuole; scambi culturali internazionali; interazioni con gli Istituti di Cultura stranieri in Italia o italiani all’Estero, e istituzioni culturali in generale; apertura di uno sportello fiscale per l’assistenza gratuita ai propri membri e il confronto con le Istituzioni in vista di una riforma previdenziale. A questo si affiancherà un impegno concreto di CasaArtista nel riconoscere l’attività di ricerca dell’artista, con lo strumento di finanziamenti ad hoc, quali borse di studio a progetto e borse di sostegno, mirando a un costante dialogo tra chi fa arte e il tessuto produttivo del nostro paese.

6)Sul sito www.casaartista.it c’è il testo proposto e la possibilità di firmare la petizione che sostiene l’iniziativa.

Tra la pluralità di strumenti e iniziative che avete contemplato (aiuti alla produzione artistica; bandi di concorso; bandi per l’acquisto di materiale; atelier d’artista; festival; residenze artistiche; conferenze; progettualità sulle traduzioni; incontri e formazione del pubblico; attività nelle scuole; scambi culturali internazionali) c’è l’apertura di uno sportello fiscale per l’assistenza gratuita ai propri membri e il confronto con le Istituzioni in vista di una riforma previdenziale. Puoi approfondire questo aspetto?

R: Casaartista è una casa con tante finestre. È la casa di tutti, di tanti. Basta un click per entrare nel vivo. Sostenere questo progetto e quindi la creatività.  L’artista per poter creare non deve passare più della metà del tempo a correre dietro agli orpelli burocratici, pensati nell’Italia preunitaria ed ancora vigenti. Si deve semplificare, rivolgere il tempo alla creazione, alla progettualità.  Oggi lo Stato trae ancora risorse dalle creazioni nate durante lo splendore rinascimentale

7)I tempi eccezionali che stiamo vivendo richiedono scelte eccezionali?

R: Sicuramente. È il momento di fare queste scelte. Di investire. Di sburocratizzare gli Enti locali, di mettere nelle istituzioni personalità competenti. Lo Stato deve farsi mecenate. Deve far rispettare le norme che tutelano il Diritto d’autore per esempio. Non deve chiedere agli artisti il lavoro gratis o sottopagato.

Grazie Rino

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