Nome: Alcantara Randazzo Lavoro: ferrovia dismessa

Arte, Cultura & Società

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Ciao a tutti, sono un po’ agée, anzi direi molto agée; pensate che la prima idea di realizzarmi quale tracciato ferroviario, fu subito dopo l’Unità d’Italia, con l’intento che unire Giardini (ME) con Leonforte (EN) transitando per la Valle Alcantara, era il 1873. Secondo le intenzioni del tempo ero utile per convogliare direttamente verso Messina sia lo zolfo sia i prodotti agricoli del bacino della Sicilia centrale. L’idea era buona ma trovò l’opposizione di una potente personalità politica, il più volte ministro catanese Antonio Paternò Castello sesto marchese di Sangiuliano, questi, infatti, favoriva una linea che “abbracciasse” l’Etna, si chiamerà la Circumetnea, volta a instradare verso Catania e il suo porto le merci di quel lembo di Sicilia.

La Circumetnea, mia lontana parente tra l’altro, fu realizzata piuttosto in fretta. I lavori iniziarono intorno al 1890 e si completarono in due “tranche”, la prima da Catania ad Adrano (a quel tempo si chiamava Adernò) nel 1895 e la seconda da Adrano a Riposto nel 1898, così, in sostanza, in otto anni fu portata termina un’opera che, per il tortuoso tracciato fra le lave del vulcano, era stata considerata un capolavoro d’ingegneria ferroviaria. Caratteristica della strada ferrata lo “scartamento ridotto”. Ciò significa che la distanza tra i due binari non era di mm. 1,435 (normale) ma di mm. 950 (ridotto, per l’appunto).

Io, invece, stetti in sonno, chiusa in un cassetto di un qualsivoglia ufficio statale per ancora diverso tempo. Finalmente nel 1928 un primo sussulto di sicilianità ferroviaria parve ricordarsi di me, ed ecco che si mise mai ai picconi. La massicciata, le gallerie, i ponti tra i quali svetta magnifico e imponente quello di Fondaco Motta, nei pressi delle note “Gole dell’Alcantara”. Ma tutto con poca convinzione in verità. La seconda guerra mondiale, ci mise del suo e mi vide nuovamente in “stallo”; le mie gallerie servirono a molte famiglie per trascorrervi giorni e notti lontane da possibili bombardamenti. Nella zona di Graniti c’era un’importante centrale elettrica e a Randazzo un comando Tedesco. Passato il conflitto vengo completata al 99%, evviva! Ma quale, ero stata appena “quasi” ultimata che già si pensava di non continuare quell’1%. Tra un tira e molla, stante le pressanti richieste delle popolazioni della valle e la paura, penso io, della Corte dei Conti, nonché qualche sempre opportuno appoggio politic, finalmente il 31 maggio del 1959 vengo inaugurata; anche se in stretta autonomia, con Dirigenza Unica e con le sole stazioni di Francavilla di Sicilia (ME) e Randazzo (CT) poste in grado di svolgere il servizio merci. Si utilizzavano per le merci locomotive a vapore e per quello passeggeri le automotrici, le Littorine per capirci.

Purtroppo nel marzo del 1981 una colata lavica tagliò in due la strada ferrata e così sia io che la mia parente Circumetnea, poco distante da me, dovemmo interrompere le corse. Cosa che non compresi allora e che ancora oggi mi chiedo è come mai la FCE (Ferrovia CircumEtnea) riattivò la sua linea ferrata nel giro di poche settimane con una variante posta sopra la lava ancora fumante, mentre i miei ingegneri ci impiegarono due anni e solo nel 1983 tornai attiva. Mi chiedo ancora se fosse proprio necessaria addirittura la costruzione di una variante di circa 3 km in trincea. Ma che, ci hanno mangiato?

Nonostante un certo traffico locale e pendolare e pur rappresentando l’unico collegamento pubblico veloce della valle, erano soliti farmi sospendere il servizio per tutto il periodo estivo di ogni anno. Inoltre, a quel tempo non mi dotarono mai di una fermata in corrispondenza delle famose Gole dell’Alcantara, in località Fondaco Motta, pur passando a pochi metri dalle stesse.

 Nel 1994 fui sospesa per lavori di ammodernamento (dissero), tra le stazione di Alcantara e Randazzo; furono automatizzati tutti i passaggi a livello (che erano precedentemente custoditi), eliminati tutti i segnali semaforici ad ala (successivamente anche quelli permanentemente luminosi) e i deviatoi (scambi), trasformando in fermate impresenziate tutte le mie stazioni, creando finalmente anche la fermata “Gole Alcantara”, istituendo infine il regime di circolazione a spola. Purtroppo, però, nonostante tutto ciò non fui mai più riaperta, eccetto  che per qualche sporadico treno amatoriale negli anni 1995 e 96.

Ed eccomi qui senza fare niente, in perenne ozio. Eppure ero una linea niente male, attraversavo pezzi di Sicilia di grandi tradizioni, sfiorando il grande e nobile fiume Alcantara la cui sorgente trovasi nei pressi del più alto centro urbano della Sicilia: Floresta m. 1.275.

 Lasciando alle spalle la stazione di Alcantara m’inerpicavo seguendo il fiume sino a raggiungere Gaggi (già Kaggi). Da qui sino a Graniti e quindi Motta Camastra e le spettacolari Gole dell’Alcantara. Seducente patrimonio naturale inserito nel Parco Fluviale omonimo. Le Gole sono uno stretto canyon le cui pareti laviche alte sino a 25 metri sono larghe tra i 2 e i 5 metri. Queste, tra cui scorre il fiume Alcantara, sono risalenti a eruzioni di almeno 8000 anni fa, avvenute da bocche apertesi vicino a Randazzo, le stesse da cui scaturì il basalto che raggiunse Giardini Naxos. Le Gole sono visitabili.

Le stazioni che seguivano erano Francavilla di Sicilia, Castiglione di Sicilia, Moio Alcantara-Malvagna, San Teodoro e ultima ma non per importanza Randazzo, dove facevo capolinea a ridosso di un ampio piazzale vicino alla stazione della mia parente, la Circumetnea.

In questa città si è un tempo parlato un misto di siculo lombardo dovuto alla migrazione al sud di eserciti alpini intorno al  1200. In Sicilia ci sono enclave dove il dialetto siciliano non esiste in quanto è il piemontese la radice del comune parlare.

   Fino a qui la mia storia che sembrerebbe volta al declino e all’oblio. Ma sono così vecchia, piena di acciacchi e ricordi che l’idea di un buon riposo non m’infastidisce. Anzi.

Ma, c’è un “ma”. Infatti, il 2 agosto 2017 il Senato della Repubblica ha approvato in via definitiva una legge sull’istituzione di ferrovie turistiche individuando in prima battuta 18 linee in tutta Italia da classificare come tali tra cui anche la ferrovia Alcantara-Randazzo. La legge 128/2017 l’ha quindi inserita nel primo elenco tra quelle aventi tale vocazione, allo scopo di porre una tutela sul tracciato, cosicché da impedirne l’alienazione a favore di terzi per un uso diverso da quello ferroviario, nell’attesa dell’individuazione delle somme necessarie al suo ripristino funzionale. Attualmente è, altresì allo studio da parte della Fondazione FS un progetto di ripristino della ferrovia per il suo inserimento nel programma “Binari senza tempo” per la circolazione di treni storici e/o turistici. Questo perché la linea si trova in luoghi e paesaggi particolari (per esempio le Gole di Alcantara, la cui fermata si trova a ridosso), che sono già autonomamente un’enorme attrazione paesaggistica, rafforzata viepiù dalla vicinanza di paesi come Taormina e Giardini Naxos, caratterizzati da un indiscusso flusso turistico.

Quindi, se tanto mi da tanto, può darsi che ci si riveda amici. Incontrerò magari Peppino che durante la corsa da Francavilla a Giardini delle ore 6 completava i compiti che la sera prima non aveva fatto. Sarà un uomo fatto, ma ci riconosceremo. E così con Saro, allora già laureato e che si recava a Messina ogni giorno per prepararsi all’esame da avvocato. Per non parlare di Janì, la più bella studentessa delle magistrali. Li rivedrò da turisti, con qualche anno in più, e qualche capello nero in meno, a essere ottimisti. Quelli che non rivedrò so il perché. Ogni stazione, ogni curva o traversina saranno un ricordo. Ogni cadenza sulle giunzioni dei binari un battito del tempo, quello passato con ciò che è stato, quello futuro con ciò che verrà, Arrivederci a tutti.

 

Giuseppe Rinaldi

girinaldi@libero.it

 

 

 

Notizie: Associazione Ferrovia Valle Alcantare

 

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