Duecento anni fa a Rovetta Luigi Fantoni dava alle stampe la sua Divina Commedia

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Duecento anni fa, nel settembre del 1820, nella tipografia allestita a Rovetta nella casa dei suoi avi scultori, l’avvocato Luigi Fantoni dava alle stampe una edizione della Divina Commedia sul codice Vaticano 3199.

Il manoscritto, trafugato dall’Italia sotto il regno napoleonico, fu da lui rinvenuto e studiato a Parigi nel corso di un soggiorno di studio (1811‐1814) dopo la laurea in giurisprudenza conseguita a Bologna. Il codice si riteneva fosse uscito della penna di Giovanni Boccaccio per poi essere da questi donato al Petrarca che lo avrebbe postillato e per entrare infine in possesso del cardinale veneziano Pietro Bembo. L’autenticità dell’autografia sarebbe stata messa in discussione nel corso dell’Ottocento dal Foscolo (1850) ma già trent’anni prima il medesimo Fantoni si era espresso in termini dubitativi al riguardo, pur con entusiastico giudizio circa la collazione petrarchesca.

“Rapirlo – diceva del codice nella prefazione all’edizione ‐ mi pareva restituire all’Italia la spoglia maggiore. E desiderandolo, per quanto mi poteva essere conceduto, procacciatomene uno stampato, andai in esso, con lungo studio e grande amore, ragguagliando e recando alla giusta norma del Codice ogni voce, ogni sillaba, anzi ogni lettera …”.

Custodito gelosamente per qualche anno, Luigi matura la decisione di darlo finalmente alle stampe. Acquista due torchi, uno per i tipi e l’altro per i rami. Si fa inviare i caratteri tipografici da Padova e assume uno stampatore e alcuni apprendisti. Allestisce una vera e propria tipografia nella casa di Rovetta dopo averne faticosamente ottenuta licenza dal governo austriaco. Escono nel 1820 le tre cantiche separate, stampate in ottavo e in quarto, con edizioni successive poco differenti nella veste tipografica e nei materiali. L’Inferno è distribuito al pubblico con comunicato del primo settembre. Porta l’effige a bulino dei tre poeti e la dedica “negli occhi santi di Bice” per quell’identificazione tradizionale, accolta anche dal Boccaccio, della Beatrice di Dante con Bice figlia di Folco Portinari. Suggella il frontespizio dell’edizione un elefante turrito, emblema della famiglia Fantoni.

L’intraprendenza e l’eclettismo di Luigi Fantoni non si fermano qui. Nello stesso mese esce una nuova edizione, questa volta del tutto sperimentale e a dir poco sorprendente. Così la descrive un comunicato del 14 di settembre: “poiché fui sì fortunato che per le mie stampe si pubblicasse la Divina Commedia sul Codice Vaticano 3199 … ho stabilito pel grande amore che porto al Divino Poeta, di ornarlo con ornamenti nuovi e svelare così a suo onore, una ricchezza finora nascosta di questa nobilissima arte tipografica che tuttavia indegnamente esercito”.

L’edizione prevede l’impressione su carte colorate con l’impiego di inchiostri colorati: bianco, giallo e rosso per le diverse cantiche. Restano a Rovetta molte prove di stampa e appunti a mano libera che sperimentano gli effetti delle combinazioni cromatiche. Non si conservano cantiche complete di questa edizione sperimentale – la Fondazione Fantoni le va cercando – bollata dalla critica ortodossa quale “infernale edizione” per diventare ai nostri tempi una rara chicca antiquaria.

A ricordo del bicentenario dell’edizione, sabato 12 settembre, dalle 16.00 alle 18.00, presso la corte della Casa museo Fantoni di Rovetta sarà possibile accostare la Divina Commedia di Luigi Fantoni in alcune sue versioni con i materiali di studio e di stampa.

L’ingresso libero sarà regolato nel rispetto della normativa Covid‐19. Le visite guidate alla casa museo si svolgeranno regolarmente e su prenotazione alle ore 16.00 e 17.00.

Prevista un’attività per i piccoli visitatori “L’angolo dello stampatore” con Valentina Carrara. Per informazioni e prenotazioni visite museo 351 6219621 dalle 10.00 alle 18.00. 

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