Consultazione referendaria e elezioni amministrative

Politica

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di Luigi Benigno

Questa tornata elettorale consegna al nostro Paese risultati prevedibili ma non scontati.

Gli elettori hanno espresso la propria preferenza ai singoli candidati a prescindere dal colore politico; sono stati premiati gli amministratori che hanno ben amministrato le regioni anche nel difficile stato epidemiologico.

I Governatori più votati sono stati Luca Zaia in Veneto e Vincenzo De Luca in Campania. Il voto traduce la fiducia che gli elettori hanno accordato a coloro che già amministravano le regioni, prevenendo il nuovo che avanza.

A parere di chi scrive queste elezioni manifestano la percezione della politica e dei politici, nonché una sconfitta per molti partiti. A ciò aggiungasi l’esito del referendum che, sebbene dall’esito prevedibile, dimostra che gli elettori hanno inteso tagliare i costi della politica.

Il risvolto produrrà inevitabilmente un maggior potere dei partiti con l’attuale legge elettorale e senza mettere in cantiere una riforma organica della Costituzione sul punto.

Quel 30% di elettorato che ha votato per il no rappresenta circa sette milioni di votanti che non condivide la sola riduzione dei parlamentari senza prevedere candidature più qualificate ed un sistema elettorale che tuteli le minoranze. Il rischio è la scelta dei parlamentari in seno ai partiti.

I costi della politica, sebbene possano essere ottimizzati, certamente sarebbero ben impiegati se la classe politica fosse composta da cavalli di razza, da potenziali statisti che, ahimè, sono difficili da trovare.

Tra i partiti non pare ci siano vincitori né vinti ma ciò che non cambierà è l’attuale esecutivo, che dovrà sforzarsi per imprimere quella spinta in grado di cogliere le opportunità derivanti dai fondi che l’Europa ha destinato al nostro Paese.

I difficili giorni o mesi che ci attendono potranno costituire un’ipoteca sul nostro futuro e soprattutto sul futuro dei giovani.

L’auspicio è individuare le opportunità per il riscatto del nostro Paese, anche attraverso una inversione culturale e una stagione di riforme.

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