Le responsabilità non si possono vendere. Spero abbiano un sussulto di dignità. In questa vicenda le provocazioni mi pare siano all’ordine del giorno, il metodo di Atlantia è sempre stato quasi ricattatorio. Non mi sembrano atteggiamenti consoni ad un dialogo con le istituzioni da parte di un’azienda che ha in concessione dei beni che appartengono allo Stato. Secondo me questi signori si erano convinti che le elezioni sarebbero andate in un certo modo e che il governo era arrivato alle battute finali. In realtà il governo si è rinsaldato e ora si ritrovano con le spalle al muro. Con Recovery Fund grande piano per il mezzogiorno”
Il viceministro delle infrastrutture e dei trasporti Giancarlo Cancelleri (M5S) è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
In merito alla lettera del governo ad Atlantia. “Nella lettera il governo chiede di rispettare una parte dell’accordo, che è la manleva, cioè che le responsabilità civili, amministrative e penali che Aspi ha per il crollo del ponte e che la magistratura sta accertando, non possono passare insieme alle quote azionarie al nuovo socio Cdp –ha affermato Cancelleri-. Quindi Atlantia deve mantenere queste responsabilità per sé, ma non vuole farlo. Per cui c’è questo braccio di ferro che se non si risolverà entro il 30 settembre, procederemo con la revoca. E’ passato troppo tempo. Lo dobbiamo al popolo. Spero che entro il 30 ci sia un sussulto di libertà da parte di Atlantia, le responsabilità non si possono vendere. In questa vicenda le provocazioni mi pare siano all’ordine del giorno, il metodo di Atlantia è sempre stato quasi ricattatorio. Non mi sembrano atteggiamenti consoni ad un dialogo con le istituzioni da parte di un’azienda che ha in concessione dei beni che appartengono allo Stato. Secondo me questi signori si erano convinti che le elezioni sarebbero andate in un certo modo e che il governo era arrivato alle battute finali. In realtà il governo si è rinsaldato e ora si ritrovano con le spalle al muro. Se si perde troppo tempo procederemo alla revoca, la strada è tracciata. In quel caso si commissaria Aspi, il commissario governativo gestirà per un periodo di transizione la società. Nel giro di un anno, due anni al massimo dovremmo avere il nuovo concessionario”.
Sul piano per le infrastrutture. “I fondi europei non vanno spesi come in passato, bisogna fare un grande piano di rilancio. Abbiamo un’opportunità unica, dobbiamo investirli bene. Stiamo parlando di più di 80 miliardi per le infrastrutture. Non facciamo cadere tutto in un dibattito Ponte sullo stresso sì o no, serve un grande piano infrastrutturale per il mezzogiorno”.