Il Bari espugna Cava de’ Tirreni dove non aveva mai vinto. Adesso è primo in classifica

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Il nuovo Bari, fresco degli innesti di Citro e di Montalto, cercava innanzi tutto una prima continuità di risultati, ma soprattutto una vittoria che avrebbe significato tanto in termini di obiettivi, e la gara si prestava molto a questo tipo di test.

E si, perché una vittoria in questo campo molto difficile, sia dal punto di vista ambientale che da quello sportivo, sarebbe stato un bel colpo psicologico che avrebbe aumentato l’autostima nella squadra, ma soprattutto sarebbe stato un segnale indirizzato alle pretendenti alla promozione, nonostante si sia ancora alla terza giornata, vittoria, questa, che sarebbe potuta essere propedeutica ad un percorso volto ad infilare l’indispensabile filotto di vittorie consecutive per dare un preciso segnale al campionato, un po’ sulla falsa riga di ciò che ha fatto la Reggina lo scorso anno.

E, per fortuna, tra tante difficoltà, il Bari ce l’ha fatta. Perché, ormai, si soffrirà dappertutto, è bene farsene una ragione, e la squadra di Auteri (oggi alla trecentesima vittoria in carriera), dovrà essere brava a contenere al massimo le giocate avversarie, perché imporre il proprio gioco può durare, tutt’al più, un’ora, qualcosa in meno, qualcosa in più, ma qualcosa bisogna pur sempre concedere in quanto c’è sempre un avversario che deve giocare, scarso o bravo che sia, in più aggiungiamoci che tutte le squadre si impegnano al 110% quando giocano col Bari e si tiri la linea.

Un concentrato di emozioni la gara di stasera a Cava de’ Tirreni, una gara stranissima che sembrava che il Bari potesse dominare in tutti i due tempi, ma, come spesso capita, si è complicato la vita e la Cavese ne ha approfittato recuperando due gol di vantaggio del Bari, ma alla fine è spuntata la testa d’oro di Celiento che ha siglato la vittoria del Bari. Un Bari resiliente, bravo ad assorbire l’urto dei campani senza grosse conseguenze.

Mezza rivoluzione in formazione a causa del tournover: Frattali imprescindibile in porta, Celiento, Minelli e Perrotta centrali di difesa, Ciofani e Semenzato laterali, Maita e Lollo a centrocampo, Marras, Antenucci e Candellone il tris d’attacco.

Bari che interpreta bene la sfida, fa valere la propria esperienza e la qualità, mentre la Cavese fa quel che può difendendosi con molte difficoltà e respirando un po’ nel finale quando prova a guadagnare campo fino a rendersi pericolosa su un tiro proprio al 45′ terminato di pochissimo fuori.

Molte le occasioni per i biancorossi: comincia Antenucci con due opportunità ravvicinate nei cinque minuti iniziali, poi è Marras che litiga con tutti, anche col pallone, e sbaglia un’occasione nitida, poi al 14′ la grande occasione per passare in vantaggio in una mischia dove sia Antenucci che Marras, nella stessa azione, perdono l’attimo giusto per sferrare il tiro che sarebbe sicuramente entrato in porta con maggior precisione e freddezza che son mancate. Ancora Marras con un tiro dalla distanza terminato al lato di poco. E il dominio del Bari che è netto viene premiato con il gol di Ciliento, ancora lui, che raccoglie di testa un corner. Bari meritatamente in vantaggio. Poi ancora il bomber Antenucci che fa l’egoista preferendo tirare defilato piuttosto che passare il pallone a Marras tutto solo al centro dell’area di rigore. Questo il primo tempo.

Nel secondo tempo Lollo svirgola il pallone tirando lo indietro e Ricchi si trova da solo davanti al portiere barese ma, fortunatamente, Minelli recupera e sventa la minaccia: poteva essere il pareggio della Cavese.

Riannodano, prevedibilmente, i fili i metelliani nel secondo tempo prendendo il pallino del gioco mentre il Bari arretra pericolosamente il raggio d’azione.

Al 14′ c’è uno spunto di Cuccurullo che viene atterrato da Perrotta e l’arbitro concede il rigore che De Paoli realizza pareggiando le sorti. Un gol, questo, che mancava da prima del lockdown alla Cavese. Doveva arrivare il Bari per spezzare l’incantesimo come spesso ha fatto durante la sua ultracentenaria storia. Speriamo che si fermi qui coi regali e con la risoluzione delle varie crisi avversarie visto che il Bari è maestro in questo.

Il Bari, come spesso capita, sparisce dal campo e la Cavese fa la partita, sembra accusare il colpo e sembra anche che le energie comincino a mancare ma, per fortuna, la panchina è lunga e di qualità e allora Auteri prova a raddrizzare la gara con D’Ursi e Bianco che entrano in campo.

Esordisce anche Citro che si rivelerà determinante per la vittoria. Spazio anche a Montalto al posto di Marras. Auteri vuole vincere la gara non ci sta a pareggiarla.

E quando la gara sembra dirigersi verso il pareggio, all’81’, sugli sviluppi di una punizione, Antenucci segna il secondo gol, ma la gara non finisce qui. Proprio sul finale, dopo tre minuti, Forte, sugli sviluppi di una parata avventata di Frattali, pareggia la gara. Partita finita? Macché. Coup de théâtre ad un minuto dal 90′: punizione di Citro, il Messi d Fisciano, e Celiento – ancora lui – svettando in alto colpisce di testa il pallone e realizza una doppietta d’autore con il terzo gol grazie anche ad un errore di Bisogno che va a vuoto sul pallone.

Finisce qui la partita, vince una gara con sacrificio il Bari, meritatamente, col decisivo gol di Ciliento, un difensore prestato al gol, dopo il recupero cavese.

Una vittoria fondamentale, autorevole, emozionante col risultato spesso in bilico su un campo davvero pessimo, dove il Bari ha come sempre sofferto, ma è una costante ormai in questo torneo. Oggi si è avuto la conferma che la rosa è competitiva, la panchina pure. C’è bisogno di lavorare con più tempo a disposizione senza questa gare ogni tre giorni. Occorre solo pazienza e non avere fretta, i presupposti ci sono, e gli insegnamenti di Auteri potrebbero far divertire.

La mano dell’allenatore si comincia a vedere, i punti arrivano anche se la difesa andrebbe registrata.

Il Bari, per la cronaca, non aveva mai vinto a Cava de’ Tirreni. Onore ai biancorossi, dunque, e onore delle armi alla Cavese per la buona prestazione. Adesso è primo in classifica, fa molto freddo lassù, occorre coprirsi e gestire il freddo. Naturalmente stiamo metaforizzando la situazione.

Come diceva Annibale: “O troveremo una strada o ne costruiremo una”. Questa dovrà essere la filosofia per andare avanti.

 

Massimo Longo

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