“Il confinamento degli asintomatici è fascismo” ovvero l’uso terroristico dell’epidemia. Parola di Sgarbi

Politica

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di Raffaele Vairo

Di fronte al rapido e preoccupante evolversi della epidemia da Covid 19 il Governo ha disposto la proroga dello stato di emergenza sino al 31 gennaio 2021 e ha reso obbligatorio l’uso della mascherina anche in luoghi aperti, dove è possibile incontrare altre persone, e al lavoro. Le Regioni hanno facoltà di adottare misure più restrittive, a seconda delle particolari condizioni territoriali. Poteva agire diversamente, il Governo? Certo!  I virologi e tutti gli scienziati del settore chiedono che si adottino misure più stringenti: “Tutti gli eventi che prevedono aggregazione di persone vanno rimodulati”. Il Governo, facendosi interprete delle preoccupazioni della scienza, ha dovuto assumere decisioni che non piacciono ai nostri sovranisti.

Sgarbi, intervenendo alla Camera dopo le comunicazioni del Ministro Speranza, ha paragonato le misure adottate dal Governo alla repressione fascista. Secondo Sgarbi il confinamento degli asintomatici sarebbe una misura repressiva fascista. “Abbiamo un’Italia ristretta, chiusa, fascista” con misure non adottate in altri Paesi (Germania, Svezia, Albania). “Perché – è sempre il Nostro –non si cercano i malati di epatite C? Il Covid è una malattia da cui si guarisce. Occorre individuare i rischi reali e prendere misure necessarie e non indurre nei cittadini paura di andare da soli nel bosco”. Obbligare le persone all’uso della mascherina sarebbe un’assurdità.

Sono discorsi, quelli di Sgarbi, da farsi proprio mentre l’epidemia ricomincia a riprendere vigore? Secondo me si tratta di invito, irrazionale, alla disobbedienza per motivi riconducibili all’arroganza che è una costante dell’on. Sgarbi. Discorso, comunque, che fa il paio con comportamenti irresponsabili di alcuni politici che ostentano pubblico disprezzo per la mascherina e per il distanziamento. La sig.ra Santelli, Presidente della Calabria, in barba ai suoi stessi provvedimenti, si è concessa al ballo della tarantella in una stanza piene di persone, tutte prive di mascherina e senza distanziamento sociale. L’avvenimento si è svolto nel Comune di San Giovanni in Fiore per festeggiare il risultato elettorale e l’elezione del Sindaco leghista. Per non dire dei raduni promossi da Salvini ai quali partecipano molte persone che, imitando capitan fracassa, si guardano bene dal rispetto delle norme prudenziali suggerite dai nostri esperti in materia di epidemia virale. Uno scandaloso raduno si è avuto il 25 settembre a Terracina dove, poi, sono stati riscontrati diversi nuovi contagi. Altri raduni si sono svolti successivamente, tutti ovviamente nel massimo disprezzo delle norme statali e regionali che obbligano all’uso della mascherina e al distanziamento sociale.

Un principio sacrosanto del nostro ordinamento è il seguente: l’esercizio del mio diritto non può tradursi in comportamenti che invadano la sfera giuridica altrui. Ora è risaputo che il virus Covid 19 si trasmette da persona a persona, con la semplice vicinanza, attraverso le goccioline che ciascuno di noi emette respirando o parlando. Quindi, se si vuole frenare la diffusione dell’epidemia, occorre adottare la massima prudenza e rispettare il diritto di coloro, la maggior parte dei cittadini italiani, che cercano di difendersi dal contagio che è in pericolosa ascesa. Ma costoro sono proprio convinti che il popolo italiano si lascerà trascinare dalle parole e dall’esempio di individui evidentemente irresponsabili? Certo, nel mondo attuale abbondano persone mentalmente disturbate che accolgono il loro verbo come fosse vangelo.

Ma i cittadini consapevoli si guardano bene da chi, al solo scopo di minare la credibilità del Governo, volutamente sottovaluta la pericolosità del virus. Incoraggiando, così, strane marce denominate “Marce della liberazione”, per combattere, nientepopodimeno, l’azione del Governo che farebbe, a loro parere, “uso terroristico del Covid”. Certo il virus ha costretto il Governo all’adozione di misure che limitano fortemente le libertà civiche. Ma le limitazioni si sono rese necessarie e urgenti al fine della tutela della salute delle persone, che è un bene certamente superiore ai diritti temporaneamente limitati. Del resto, la mancanza della salute costituisce di per sé una grave limitazione dei diritti personali. Per chiarire lo spirito delle decisioni governative, può essere sufficiente un esempio banale: l’amputazione di un arto (ad esempio, il taglio di una mano) è di per sèun male da evitare. Tuttavia, nell’ipotesi che fosse affetto da tumore maligno l’amputazione dell’arto potrebbe essere l’unico modo per evitare la diffusione delle metastasi con conseguente morte del paziente. E’ tanto difficile da capire? Al lettore l’ardua sentenza.

Raffaele Vairo

redazione@corrierenazionale.net

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