Nel 1961 Nunzio Gallo portò al successo una bellissima canzone melodica e gli adolescenti dell’epoca la canticchiavano allegramente. E’ il primo pensiero balzato alla mente quando ho letto la notizia sconvolgente su fanpage.it di un ragazzo indiano di sedici anni che si è ucciso perché si era rotto il cellulare di famiglia e non poteva più frequentare le lezioni online.
Confesso la non conoscenza del sistema scolastico indiano ma questo gesto paradossale non può lasciarci indifferenti su come questa pandemia ci renda diversi e peggiori nel non tutelare le fasce più deboli della popolazione come i giovani che devono essere educati a minimizzare eventi rimediabili.
Sicuramente il contesto dell’India è diverso, ma in una società globalizzata i modelli educativi quali sono?
Mi è pervenuta una vignetta dove in lingua spagnola una insegnante ricorda ad un ragazzo “non c’è bisogno di accenderlo…solo bisogna sollevare la copertina invece di cliccare, si devono solo sfogliare le pagine e poiché va senza batterie non si spegne mai. E’ geniale. Si chiama Libro.”
Forse se riuscissimo a comprendere che è necessario apprendere per comunicare e che l’unica fonte del sapere non è la rete anzi questa fonte fornisce notizie aggiornatissime ma non ha capacità di discernere e selezionare, riusciremmo a vedere con occhi diversi quanto ci circonda.
La pandemia ci rende più vulnerabili, paurosi ma non per questo meno forti, San Paolo docet: “Quando sono debole, è allora che sono forte(2 Cor. 12,7-10)
Anche i virologi, quelli veri, dovrebbero incoraggiare ad assumere decisioni e quindi suggerisco di rimanere chiusi in una stanza per quanto necessario e venir fuori con un unico vademecum da dare alla politica che decide. Andare alla spicciolata nei vari talk show non è utile. Se intervistati non possono sottrarsi, ma il momento della decisione è fondamentale e questa spetta all’organo esecutivo chiamato Governo.
A proposito non esiste una scuola di specializzazione in virologia per cui vengono interpellati infettivologi, tisiologi, specialisti in Igiene, clinici medici. Ma l’adnkronos ci ricorda che le tre lauree che possono introdurre a questo percorso sono Medicina, Biologia e Veterinaria, poi la specializzazione in Medicina preventiva e tossicologia ma anche in Statistica medica ed epidemiologia o in Microbiologia.E senza trascurare la Dermatologia madre di molte battaglie con manifestazioni cutanee a volte riconducibili al Covid. Come paziente di Linfoma e non medico, rischio di essere confuso ma come cittadino desidero chiarezza per comportarmi di conseguenza e finisco di fidarmi di persone coscienziose a me vicine per vivere con ottimismo e realismo questa vita, ne ho solo una.
Come operare sul piano nazionale? Ricordo un aneddoto raccontato quando Ministro del Lavoro era Carlo Donat Cattin che contribuì insieme a Gino Giugni a varare lo “Statuto dei Lavoratori” del 1970, punto di riferimento per l’incorporazione dei diritti sociali, economici e culturali nel diritto interno per aver portato la Costituzione nelle fabbriche. La sua attenzione al sociale gli valse, da parte di alcuni commentatori, l’espressione di ministro dei lavoratori. Ebbene durante il suo mandato si racconta che impose a lavoratori e datori di lavoro durante la vertenza dei chimici la segregazione forzata in una stanza del Ministero fino alle 4 del mattino perché fosse firmato il contratto, rischiando la denuncia per sequestro di persona, ma ottenendo la firma del contratto di lavoro. I risultati sono quelli che contano.
Mutatis mutandis, virus permettendo e magari in videoconferenza , si potrebbe adottare lo stesso metodo.
Il popolo italiano se ne gioverebbe e tutti avrebbero chiarezza di norme da osservare. Bisogna avere la forza di imporsi e applicare, le scelte non devono essere popolari o impopolari, devono essere spiegate con chiarezza e onestà d’intenti.
La competenza concorrente tra Stato e Regioni intuita nel 1970 come una ricchezza non si è rilevata tale. Ripartiamo dalla ratio legis e intercettiamola come una opportunità ancora attuale.
Lungi da me da introdurre elementi di complicazione ma la chimera del vaccino deve essere perseguita con sano realismo in vista di un vaccino a largo spettro che potrebbe mutare la sua natura nel tempo e quindi risultare dannoso. Ricercare senza avere l’ossessione di giungere primi, ma avendo la sicurezza di un vero antidoto al virus.
E allora che fare? Torniamo alla dieta mediterranea, consumiamo più vitamina D contenuta nel pesce e uova e cominciamo ad avere fiducia in noi stessi prima che negli altri.
I giovani stanno dimostrando di essere responsabili, vanno aiutati e gli adulti siano testimoni di sorrisi fiduciosi e non maestri di verità di cui in questa fase non possono essere portatori.
La verità ci ha ricordato Papa Francesco non è un oggetto che trovo in una scatola ma si costruisce nel rapporto con le persone che distanziati e/o in video incontreremo. Pilato rimase deluso da Gesù perché non riusciva a vedere oltre il suo naso e la sua mente era offuscata dalla paura di perdere il potere più che la vita.
Quindi la serietà di un sorriso vale più di qualunque ragionamento. L’infante che non sa parlare dialoga con i genitori meglio di qualunque Maestro del pensiero e comunica la sua gioia di vivere perché incontra persone e gli oggetti gli servono a verificare quanto il mondo che lo circonda è di suo gradimento.
Il paese va avanti per il popolo di invisibili che continuano a operare il bene non solo medici, infermieri e operatori sanitari ma la rete di associazioni di volontariato, i burocrati che offrono servizi negli enti pubblici e con piena soddisfazione dell’utenza.
E soprattutto ricordiamo che non si muore solo di COVID e come il Capo dello Stato ci ha ricordato gli ammalati di altre patologie gravi, non vanno in lockdown.
“Sedicianni ….aspetterò sul viso tuo la felicità” concludeva Nunzio Gallo.
Dario Felice Antonio Patruno